ALTRE GEOGRAFIE DEL LUOGO: 1) Allan Pred: luogo come processo, spazio in continuo divenire e sempre incompleto, che contribuisce alla storia attraverso la creazione di un ambiente fisico --> riflette la structuration theory, che esplora relazioni tra azioni quotidiane e sovrastrutture 2) critica alla geografia umanistica fenomenologica: da femminismo e approccio marxista: in discussione l'idea del luogo come qualcosa di essenziale e profondo descritto attraverso la nostra geografia dei sentmenti: richiamare il senso di luogo come casa e rifugio rischia di trasformarsi in una politica spaziale che esclude e marginalizza chi a quei luoghi descritti non appartiene (visione esclusivista del luogo ammantata di retorica romantica e reazionaria tipica di movimenti politici localisti e regionalisti in Italia) + luogo è un prodotto sociale e culturale, esito di un processo di negoziazione di significati attorno al quale si addensano le battaglie di potere che hanno a che fare con i principi di inclusione ed esclusione. + casa è anche il luogo di violenza, nozione intrisa spesso di maschilismo + (per quanto riguarda critica marxista): lavoro di David Harvey, interessato alla dimensione sociale e politica dei luoghi, la cui costruzione e rappresentazione si struttura in base allo sviluppo dello spazio capitalista --> c'è tensione tra la mobilità del capitale e la fissità dei luoghi, che spesso devono resistere all'impetuoso flusso dei processi di globalizzazione: alla base della reazione difensiva portata avanti da gruppi politici che celebrano la preservazione del particolarismo locale con particolare militanza e coinvolgimento. Si sentono minacciati dalla compressione spazio temporale che rischia di eradicare le caratteristiche storicamente legittime di una specifica comunità legata a una propria identità locale. Attraverso i luoghi si creano e si riempiono di significato determinate memorie con il rischio di escluderne altre. 3) Dorey Massey che invita a pensare il luogo da una prospettiva più inclusiva e progressista, come processi in continuo cambiamento, punti di intersezione di interazioni sociali infinite mai fisse nello spazio e nel tempo su cui, ad esempio, metropoli contemporanee giocano la loro fortuna (pensiamo al cosmopolitismo e multiculturalità di Londra e NY, attraversate da secoli di immigrazioni). Il luogo non può definirsi, oggi, solamente come ancorato a una sola identità: è una visione romantica e reazionaria, che invita alla selezione, alla definizione di confini chiari, stabili e netti che dividano il luogo dal mondo esterno. I luoghi hanno molteplici identità che sono continuamente negoziate. Le sue teorie (il suo manifesto è in "For Space"), riflettono un cambio di paradigma avvenuto a partire da ultimi anni Novanta con la non-representational Theory: geografie che guardano allo spazio non come entità stabile, ma come formazione costituita da relazioni sociali, materiali, simboliche e umane e più che umane. La geografia non rappresentazionale propone una ontologia piatta e orizzontale dello spazio (oggetto non è più inerte e soggetto non più agente dominatore: sono sullo stesso piano e ogni oggetto ha pari dignità nella relazione con gli altri attori). La agency è distribuita tra tutti i corpi che formano il luogo.