L'ALTRO LATO DEL MODELLO MODERNISTA è fatto di case popolari centri di criminalità, vandalismo, degradazione sociale, chiusi a ogni slancio urbano, "Grande Tragedia della Monotonia" che secondo Jane Jacobs nasce da un'incomprensione del senso della città, dei processi vitali e creativi che la muovono, delle interazioni sociali che ridisegnano e risignificano la risorsa della diversità di volta in volta in modi nuovi. Il modello entra in crisi alla fine degli anni '60 (raggiungendo il punto di non ritorno con la crisi economica segnata dallo shock petrolifero del 1973) dietro la spinta di rivolte studentesche, rivendicazioni delle classi più svantaggiate che denunciano lo sfruttamento della forza lavoro nelle fabbriche. Emerge la consapevolezza di un legame evidente tra forme di articolazione sociale nate dal modo di prod. capitalistico e costruzione dello spazio urbano, e la necessità di separare l'idea di urbanizzazione da quella di sviluppo: infatti,il fenomeno dell'urbanizzazione si diffonde anche in quelle aree del mondo considerate povere e sottosviluppate. Lo spazio urbano, si capisce, non è più un complesso di edifici, ma uno spazio modificato ogni giorno dal comportamento di volta in volta diverso da parte di individui e gruppi sociali, che non è controllabile dalle previsioni dei pianificatori.