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L'impero Romano e l'immigrazione (il modo in cui l'impero…
L'impero Romano e l'immigrazione
(il modo in cui l'impero romano gestisce i flussi dell'immigrazione)
Collegati con:
Le invasioni barbariche, ovvero, grandi trasferimenti di popolazione:
Coma ha fatto l'impero romano a sopravvivere prima delle invasioni?
In grado di accogliere e di integrare gli immigrati
Gestito da uno stato autoritario e governato da un sovrano assoluto
Durante il periodo dell'immigrazione..
Il governo romano, con grande frequenza, ha fatto entrare nell'impero gruppi di barbari, gruppi di stranieri, interi popoli e il sistema all'interno dell'impero.
Perchè hanno bisogno di tutta questa gente?
Hanno continuamente bisogno di manodopera. All'epoca non è stato un impero tanto popoloso, a causa, di epidemie (peste di vaiolo) che hanno ammazzato un terzo della popolazione, dello scorrere dei barbari lungo le frontiere che hanno spopolato il paese. Della mancanza di gente e di manodopera se ne sono accorti i latifondisti, i comandanti dei reggimenti e i grandi proprietari terrieri (gli unici che hanno mantenuto l'impero) e, di conseguenza, sono andati a lamentarsi dall'imperatore.
Qual'è la differenza tra l'immigrazione di ieri e delll'impero romano?
Nell'impero romano l'imperatore Costantino si è intromesso in un guerra fra le tribù sarmate che hanno vissuto oltre il Danubio e alla fine di questo scontro, il paese dei Sarmati devastati dalla guerra civile e decine di migliaia di barbari, hanno chiesto al sovrano il permesso di lavorare e vivere nell'Impero romano.
L'immigrazione per noi al giorno d'oggi è sempre una scelta individuale
Se nessuno chiede di entrare?
In questo caso l'imperatore decide di andarli a prendere lui stesso.
Quanti possono essere gli immigrati?
Non si è mai saputo di preciso, ma l'imperatore Costantino ha messo in piedi 15 uffici (prefetture degli immigrati sarmati) e che hanno servito in diverse regioni dell'Italia, con l'unico scopo di decidere dove mandarli, a chi distribuirli e quanto costa trasferirli.
Gli schiavi ci sono ancora?
L'Impero romano li ha ancora gli schiavi, ma hanno capito che in certi casi i contadini che lavorano la campagna è meglio se non li sono.
Vantaggi
garantire di diventare uomini liberi e che potranno diventare cittadini
non essere pagati
L'immagine dell'imperatore cambia
Vengono elogiati perché hanno sconfitto i Barbari perdonandoli e facendoli entrare nell'impero.
Le conseguenze degli immigrati o giovani arruolati
Pagamento delle tasse
Fare il servizio militare (dura 25 anni): durante il primo meccanismo di integrazione, al barbaro, è insegnata la disciplina, il modo esatto per obbedire agli ordini, il latino di caserma e finito il percorso (con l'acquisizione di un diploma) diventa ufficialmente cittadino romano.
La compravendita degli immigrati
Letteralmente negoziare con giovanotti immigrati disposti ad arruolarsi in cambio di un premio in denaro.
Inventata perchè l'esercito romano ha continuamente bisogno di soldati.
L'esercito romano diventa dipendente dal flusso di barbari
L'impero romano è cristiano e la politica officiale (apertura all'immigrazione) è accolta, con entusiasmo, dalla chiesa e dagli intellettuali cristiani. Per loro non ci saranno più ne romani e ne barbari, ma diventerà un unico impero cristiano.
I barbari che entrano nell'esercito sono, soprattutto, del nord (germani, franchi, goti, alamanni), sono alti e biondi. I romani, invece, uomini del Mediterraneo, sono bassi e bruni.
Nel 376 d.c. i goti entrano nell'impero con il permesso dell'imperatore: "La gente è preziosa".
212 d.c.
L''imperatore Caracalla decide di fare la riforma: "non più immigrati, cittadini che abbiamo sottomesso, indigeni.. Chiunque vive nell'impero romano è un cittadino romano."
Quando un indigeno o immigrato barbaro diventa cittadino dell'Impero cambia nome aggiungendone uno romano, solito quello dell'imperatore.
Periodo di instabilità
Inizia un periodo di ribellione dovuto alla poca gestione da parte del governo e, quindi, al non mantenimento degli immigrati.
I goti attaccano e l'impero romano viene distrutto.
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trasferimenti non sempre violenti e contrastanti
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fenomeni complessi durati molti secoli