POLIS GRECHE
(comunità di uomini liberi)
polis

I primi abitanti erano chiamati cittadini

avevano anche diritti e non solo doveri quindi non erano sudditi

le leggi vengono votate da loro stessi quindi si autogovernano

Il diritto più importante era partecipare alla assemblee

si votano le leggi

si eleggono i magistrati

amministrano la città e fanno applicare la legge

non hanno poteri assoluti

restano in carica per un tempo limitato ma non più di due mandati

I Greci erano fieri di avere un sistema politico reputandosi uomini liberi

L'assemblea era il luogo dove si prendevano le decisioni e dove la parola era il mezzo per convincere gli altri a votare la propria idea

L'oratoria (l'arte di saper parlare in pubblico) divenne un genere letterario dal V secolo a.C.
I maestri insegnavano l'arte della persuasione con modi, parole e argomenti
oratoria

I popoli che volevano un re erano considerati da loro popoli arretrati

Nelle città abitavano

I cittadini uomini nati nella polis con i DIRITTI

Donne ritenute incapaci di prendere decisioni perché intellettualmente inferiori

Schiavi "strumenti animati" (secondo Aristotele) quindi trattati quasi come oggetti

Meteci stranieri o con antenati provenienti da altre polis

ARISTOTELE
aristotele 2

La forma della polis

Asty centro della polis, la parte bassa della città ai piedi dell'acropoli

Agorà la gande piazza ospita mercanti e assemblee politiche agora-greca

Da qui deriva la parola AGORAFOBIA, ovvero la paura di ritrovarsi in situazioni di pericolo da cui non è possibile fuggire o ricevere aiuto. Una persona malata di agorafobia ha timore di trovarsi di fronte a situazioni particolarmente stressanti che potrebbero scatenare attacchi di panico: battito del cuore accelerato, respirazione rapida, ecc.

Attorno all'agorà sorgono i principali edifici pubblici come ad esempio magazzini, negozi, botteghe...

agorafobia

il centro della polis non è più l'acropoli dove prima abitava il re

diventa un luogo religioso dove ci sono i templi in cui sorgono gli DEI Akropolis_by_Leo_von_Klenze