Quando pensiamo al surf, quasi certamente pensiamo a spiagge californiane o australiane. Le origini del surf sembrano però risalire alla Polinesia e alle Hawaii. Alla fine del 1700, lo scrivano di bordo dell’HMS Endeavour (la nave dell’esploratore James Cook) riporta la prima testimonianza scritta del surf a Tahiti (Polinesia). Per i polinesiani, il surf ha un ruolo importante nella vita comunitaria: il capo tribù era infatti l’uomo che sapeva surfare meglio. Anche per gli abitanti delle Hawaii il surf è più che un hobby: è piuttosto un’arte e un modo di vivere. Con l’espandersi del colonialismo, il surf viene scoperto da europei e americani, al punto che Waikiki (Hawaii) diventa una popolare località turistica proprio per il surf. Nel 1908, Alexander Hume Ford fonda l’Outrigger Canoe and Surfing Club, il primo club di surf. L’hawaianoDuke Kahanamoku è considerato il padre del surf moderno. Vincitore di tre medaglie d’oro nel nuoto ai Giochi Olimpici di Stoccolma 1912 e Anversa 1920, mentre è sul podio nel 1912 chiede che il surf venga incluso tra gli sport olimpici. Il sogno di Duke deve aspettare più di cento anni: il surf farà il suo esordio ufficiale ai Giochi di Tokyo.
L’International Surfing Association (ISA) viene fondata nel 1964, anno in cui si tengono i primi Campionati del Mondo, e ha sede a La Jolla (California). In Italia, il surf ha per molti anni una propria federazione, la Federazione Italiana Surf (FISURF). Nel 2017, in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo, la FISURF viene accorpata alla Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard (FISW).