RAGIONERIA

la contabilità generale è un sistema di valori di natura economica e finanziaria che rappresentano i fatti aziendali, oggetto della contabilità generale sono le operazioni di gestione esterna (= che coinvolgono anche soggetti terzi)

attraverso una sintesi della contabilità si redige a fine esercizio il bilancio, tutte le registrazioni contabili della contabilità generale vengono poi rappresentate a bilancio

le operazioni aziendali vengono contabilizzate tutto l'anno

il reddito lo si conosce soltanto alla fine dell'esercizio, si redige il bilancio tipicamente con cadenza annuale

il bilancio è un modello (=una rappresentazione semplificata della dinamica gestionale) e viene redatto in base alle normative/regole civilistiche CC. il legislatore dove c'è discrezionalità limita gli spazi che possono essere utilizzati in maniera opportunistica. Ci son degli obblighi giuridici per cui deve essere redatto: bisogna determinare l'utile d'esercizio per scegliere poi come distribuirlo, l'utile è anche la base sui cui si determina l'imponibile fiscale (tributi), può servire conoscere l'utile per determinare una componente variabile della retribuzione di amministratori e manager basata sui risultati ottenuti, serve a salvaguardare e aziende facendo emergere segnali di crisi -> importante dal punto di viste del codice della crisi in materia fallimentare.

nel nostro ordinamento bilancio ordinario ècomposto da 4 elementi:
-conto economico
-stato patrimoniale
-rendiconto finanziario
-nota integrativa


è poi obbligatorio nelle società di capitali allegare una relazione sulla gestione redatta dagli amministratori

la contabilità analitica o industriale si occupa delle operazioni di gestione interna (esempio: trasformazione materie prima in prodotti)

per determinare questo sistema di valori si utilizzano processi informativi basati sul conto (strumento contabile), seguendo il metodo della partita doppia

OBIETTIVI:

CONTROLLO continuo dei movimenti finanziari ed economici dell'azienda. periodicamente si determinano grandezze fondamentali (risultato economico/reddito d'esercizio e capitale di funzionamento [attivo SP]) attraverso il bilancio. queste sintetizzano la performance e gli andamenti aziendali in modo che l'azienda possa vedere se attraverso le strategie deliberate si sono raggiunti obiettivi prefissati e per valutare decisioni future.

può essere visto come:

un pacchetto informativo con l'obiettivo di illustrare la vita aziendale chi è all'interno e all'esterno dell'azienda (visione più moderna)

una sintesi di periodo del sistema di contabilità generale utile per un controllo degli andamenti economici e finanziari da parte di soggetti interni ed esterni (visione più classica e in senso tecnico)

RENDICONTO DELL'OPERATO degli amministratori sulla performance per informare i proprietari dell'azienda non coinvolti nella gestione (logica del redde rationem o funzione di stewardship del bilancio)

STRUMENTO DI COMUNICAZIONE con l'esterno: gli azionisti (propietari dell'azienda), investitori potenziali, banche (che decidono se emettere credito per es dopo aver richiesto serie di bilanci), lo stato, la consob, dipendenti attuali e potenziali.

La nota integrativa NON è un prospetto contabile MA spiega/dettaglia i dati contenuti in stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario.

IL CONTO: prospetto a 2 sezioni (dare e avere), in una accoglie variazioni positive nell'altra negative. É intestato ad un singolo oggetto Variabile e Misurabile. scopo: rilevare la dinamica dell'oggetto e misurarne consistenza.

la consistenza può subire rettifiche: es l’ammontare registrato nel conto intestato a crediti vs clienti -> rappresenteremo nel bilancio sottraendo l’importo registrato nel conto intestato al fondo svalutazione crediti

TERMINI

INTESTARE o istituire: attivare conto attribuendo oggetto

ACCENDERE o aprire: effettuare prima registrazione

ADDEBITARE: registrare importo nella sezione dare

ACCREDITARE: "" avere

CHIUDERE: rilevare il saldo del conto e scriverlo nella sezione in cui c'è l'importo minore

SPEGNERE: quando saldo = 0

ESTINGUERE: minare conto dalla contabilità

può avere sezioni accostate con evidenza di saldo (quello che da nome al saldo è dove sono iscritti importi maggiori) o contrapposte (non c'è scritto saldo ma singole operazioni, tipo quello con "a" che facevamo con la Leoni)

il metodo della partita doppia segue il sistema del reddito si compone di 5 principi:

1) OGNI OPERAZIONE E’ OSSERVATA SOTTO DUE ASPETTI -> CAUSA E EFFETTO

EFFETTO dell'operazione: aspetto originario ovvero quello FINANZIARIO. rappresenta il riflesso dell'operazione. Parlando di operazioni finanziarie si fa riferimento a:
-valore numerario certo = cassa, cc bancario, postale ecc
-debiti e crediti commerciali: valori non certi
-debiti e crediti di finanziamento

CAUSA dell'operazione: aspetto derivato ovvero quello ECONOMICO. si fa riferimento a:
-costi e ricavi
-capitale di rischio (=finanziamenti con mezzi propri)

in assenza di aspetto economico si parla di PERMUTAZIONE FINANZIARIA (es. l’incasso di un credito commerciale che era stato a suo tempo registrato insieme al ricavo).
in assenza di aspetto economico si parla di PERMUTAZIONE FINANZIARIA (es. accantonare utile a riserva utile è una componente dei mezzi propri, riserva di utile è ancora una componente dei mezzi propri)

2) PER OGNI ASPETTO DI OSSERVAZIONE ESISTE UNA SERIE DI CONTI

finanziari

economici

3) OGNI CONTO HA DUE SEZIONI; UNA PER LE VARIAZIONI AUMENTATIVE, L’ALTRA PER LE VARIAZIONI DIMINUTIVE

dare

avere

4) FUNZIONAMENTO ANTITETICO DELLE DUE SERIE DI CONTI

variazioni dello stesso segno (o aumentative o diminutive) nei due aspetti economico e finanziario sono accolte in sezioni opposte dei conti appartenenti alle due serie

5) USO STESSA UNITA’ DI CONTO

stessa valuta per tutte le registrazioni

LIBRI CONTABILI

LIBRO MASTRO: rappresenta in modo sistematico i fatti di gestione. È tenuto in forma libera e mostra in maniera più chiara il saldo e i movimenti del SINGOLO conto. è obbligatorio. abbiamo il numero progressivo dell’operazione, la causale (spiegazione del fatto che il debito prima sorge con l’acquisto e poi viene pagato). ci consente di assimilare in gruppi omogenei i valori relativi a stessi fatti di gestione.

LIBRO GIORNALE: accoglie secondo un ordine cronologico le scritture relative ad ogni operazione. è obbligatoria. funzioni:
-rappresentare i fatti amministrativi in funzione del tempo
-ci permettono di stabilire collegamento tra i diversi conti che movimentiamo

PIANO DEI CONTI (=sistema dei conti e regole che ne regolano il funzionamento. non è un elenco ma un sistema organizzato in modo gerarchico)

conti analitici (di estremo dettaglio)

conti sintetici (somma degli importi riepilogati in vari conti [es conto immobilizzazioni materiali comprende il saldo del conto terreni, impianti/macchinari/attrezzature ecc]).

la società è libera di: scegliere numero di conti e denominazione. libertà che l’azienda ha di attivare più o meno conti e di denominarli come preferisce per i suoi obiettivi informativi è limitata soltanto dalle voci di codice civile (perché il cc prevede delle voci rigide di sp e ce).

OGNUNO DEI CONTI PRESENTE NEL PIANO DEI CONTI È COLLEGATO AD UN’UNICA VOCE DI SP O CONTO ECONOMICO.

TIPOLOGIA Bilancio CONSOLIDATO: presenta gli andamenti economico finanziari di un gruppo societario come se fosse un‘unica entità giuridica.

TIPOLOGIA Bilancio NON CONSOLIDATO: presenta gli andamenti economico finanziari di una singola società. anche detto bilancio di esercizio individuale (per le aziende che non fanno parte di un gruppo) o separato (per le aziende che redigono un bilancio riferito alla singola società e un bilancio consolidato perché sono al vertice di un gruppo)

la normativa italiana prevede degli obblighi di rendicontazione diversi a seconda della dimensione dell’azienda

bilancio in forma ordinaria

SEMPLIFICAZIONI bilancio in forma abbreviata

SEMPLIFICAZIONI bilancio delle microimprese

se per 2 esercizi consecutivi sono stati superati 2 dei seguenti limiti: -dipendenti occupati in media: 50 unità, -attivo totale: 4.400.000 euro, -ricavi vendite e prestazioni: 8.800.000 euro

se per 2 esercizi consecutivi non sono stati superati 2 dei seguenti limiti:
-dipendenti occupati in media: 50 unità
-attivo totale: 4.400.000 euro
-ricavi vendite e prestazioni: 8.800.000 euro

se per 2 esercizi consecutivi non sono stati superati 2 dei seguenti limiti:
-dipendenti occupati in media: 5 unità
-attivo totale: 175.000 euro
-ricavi vendite e prestazioni: 350.000 euro

facoltà di scegliere tra IAS-IFRS o CC integrati (per i punti non toccati dal codice) dai principi contabili internazionali che sono statuiti dall’organismo italiano di contabilità (OIC)

IAS-IFRS -> acronimi che denominano i principi contabili internazionali. Questi principi sono statuiti da uno standard setter (=autorità privata con sede a londra) e sono stati scelti e resi obbligatori nell’UE per le società che hanno per lo piu strumenti finanziari diffusi tra il pubblico (società quotate, banche e società finanziarie e di assicurazioni).

obbligo CC integrati (per i punti non toccati dal codice) dai principi contabili internazionali che sono statuiti dall’organismo italiano di contabilità (OIC)

obbligo CC integrati (per i punti non toccati dal codice) dai principi contabili internazionali che sono statuiti dall’organismo italiano di contabilità (OIC)

Relazione sulla gestione è allegata ma non formalmente parte del bilancio, è obbligatoria

conto economico, SP, Nota integrativa (semplificata)

conto economico, SP, solo alcune info della nota integrativa

il conto economico e il rendiconto finanziario sono prospetti di natura DINAMICA, presentano dei valori FLUSSO

SP è un prospetto STATICO, presenta valori stock cioè i valori FONDO (mezzi propri, valori finanziari: debiti e crediti, e costi e ricavi che NON sono di competenza dell’esercizio –costi e ricavi sospesi-). SP importante ruolo di collegamento tra esercizio appena concluso e quello che sta per aprirsi.

CONTO ECONOMICO (art.2425 cc). struttura delle macro classi previste dal cc:

A)Valore della produzione *

B) Costi della produzione *

Differenza A – B

C) Proventi ed oneri finanziari

D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie

E) Risultato prima delle imposte

F) Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti differite e anticipate

Una volta sottratte anche le imposte si ottiene il risultato netto dell’esercizio (utile o perdita), sinonimo di REDDITO NETTO

Utile lordo

A-B non si può interpretare a fini gestionali come un risultato operativo della SOLA gestione caratteristica. comprendono: Area caratteristica + extra caratteristica + straordinaria

STATO PATRIMONIALE

ATTIVO = PASSIVO (≠passività, passivo comprende ANCHE passività = somma delle classi B,C,D,E -> mezzi di terzi/capitale di debito). attivo = investimenti / impieghi, passivo = fonti di finanziamento

patrimonio netto/capitale netto comprende mezzi propri/capitale di rischio ma non sono stessa cosa

ATTIVO

PASSIVO

A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI DOVUTI

B) IMMOBILIZZAZIONI: I materiali, II Immateriali, III finanziarie

C) ATTIVO CIRCOLANTE: I rimanenze, II crediti, III attività fin. non immobilizzate, IV disponibilità liquide

D) RATEI E RISCONTI

A) PATRIMONIO NETTO

B) FONDI RISCHI E ONERI

C) TFR

D) DEBITI

E) RATEI E RISCONTI

RENDICONTO FINANZIARIO

A. FLUSSO FINANZIARIO DELL'ATTIVITÀ OPERATIVA

B. FLUSSO FINANZIARIO DELL'ATTIVITÀ D'INVESTIMENTO

C. FLUSSO FINANZIARIO DELL'ATTIVITÀ DI FINANZIAMENTO

INCREMENTO (DECREMENTO) DELLE DISPONIBILITÀ LIQUIDE

DISPONIBILITÀ LIQUIDE AL 1 GENNAIO

DISPONIBILITÀ LIQUIDE AL 31 DICEMBRE

variazione delle disponibilità liquide (sono le stesse che mostra lo SP Attivo classe C IV), La funzione informativa impo del rendiconto è dire quanto sono variate e per quale causa sono variate. Dice se la liquidità deriva da indebitamenti ulteriori, da un’attività sana e da un business fiorente oppure da attività di finanziamento che potrebbero aumentare la rischiosità dell’azienda per prob di solvibilità futura.

NOTA INTEGRATIVA:

1) Spiegazione dei criteri di valutazione adottati dall’azienda e indicazione del set di regole con le quali è redatto il bilancio (principi contabili internazionali o cc)

2) Dettaglio di voci specifiche. (es. oneri pluriennali, ratei e risconti)

3) Precisazioni circa inserimento di elementi in specifiche voci

4) Dettaglio di variazioni quantitative (es. immobilizzazioni, patrimonio netto)

5) Inserimento di dati aggiuntivi (es. fatti di rilievo dopo la chiusura dell’esercizio-NB bilanci redatti nei primi mesi dell’anno nuovo, se nel frattempo si sono verificati eventi particolarmente rilevanti per la gestione aziendale questi devono essere comunque riportati nel bilancio entro la nota integrativa-, numero medio dei dipendenti per categoria)

RELAZIONE SULLA GESTIONE

componente meno tecnico, contiene un commento e interpretazione dei fatti rappresentati nel bilancio, è documento discorsivo. Impo avere capacità di lettura autonoma dei dati, che non si basa solo sul commento discorsivo degli amministratori perché non scrivono palese se ci sono problemi

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• Commento gestione trascorsa, relazione tra dati e strategia

• Inquadramento azienda nel suo mercato, situazione competitiva, performance economico-finanziarie

Punti specifici:

• Evoluzione prevedibile gestione

• Attività ricerca e sviluppo

• Rapporti con aziende consociate (crediti/debiti/costi/ricavi)

• N. e valore azioni proprie possedute e scambiate

• Politica gestione rischio finanziario (tassi, valute, ecc.)

Nel bilancio civilistico invece lo schema è rigido per comparabilità
(Se voci non fossero comprabili per es per acquisizione di azienda e quindi il parametro dell’azienda è cambiato, questo va indicato in nota integrativa).

Per ogni voce esporre l’importo dell’esercizio precedente: All’esame non viene richiesto per vincoli di tempo

il bilancio è redatto in unità di euro, senza cifre decimali (arrotondamento), MA le cifre decimali sono INCLUSE nelle registrazioni contabili che la società effettua nel corso dell’esercizio

REGOLE DI FONDO PER REDIGERE IL BILANCIO CIVILISTICO

1) clausola generale del bilancio: Il bilancio dev’essere redatto con CHIAREZZA (=intellegibile,comprensibile a coloro che HANNO le competenze per leggere il bilancio) e deve rappresentare in modo VERITIERO (=attendibile) e CORRETTO (=neutro/neutrale, è un bilancio in cui le scelte contabili e le valutazioni che sono dietro alla redazione di quel bilancio NON sono tutte state orientate a soddisfare in particolare UNA categoria di lettori del bilancio) la situa patrimoniale della società e il risultato economico dell’esercizio.

Questa clausola generale del bilancio è così impo che anche i passaggi successivi del codice la richiamano. Art. 2423/3: Obbligo di integrazione con informazioni complementari se le disposizioni di legge non sono sufficienti a una rappresentazione veritiera e corretta. Art. 2423/4: Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione veritiera e corretta.Art. 2423/5: Obbligo di deroga alle regole civilistiche se in casi eccezionali la loro applicazione è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta (motivazione in nota integrativa).

Principio della rilevanza -> consentire alle società di evitare di applicare criteri di valutazione particolarmente onerosi dal punto di vista amministrativo se poi l’impatto a bilancio comporta una differenza in euro irrilevante per chi legge il bilancio. = consentire qualche forma di semplificazione purché questa non incida sulla rappresentazione veritiera e corretta.

Quando il legislatore lascia spazio alla scelta dell’amministratore per l’esonero di alcuni obblighi questo può portare qualche rischio per la comparabilità quindi impo leggere la nota integrativa, il modo in cui l’amministratore da applicazione a questo principio.

POSTULATI DEL BILANCIO:

-Prudenza

-Prospettiva di continuazione dell’attività

-Prevalenza della sostanza sulla forma (novità)

-Realizzazione

-Competenza economica (e non finanziaria)

-Considerazione rischi e perdite anche dopo la chiusura dell’esercizio

-Valutazione separata degli elementi eterogenei

-Costanza dei criteri di valutazione

regola asimmetrica perché il suo obiettivo di fondo è la conservazione del capitale in azienda (solidità).
-gli UTILI solo sperati NON devono essere inviati a conto economico e quindi NON devono influire sul risultato dell’esercizio
-i COSTI anche non effettivamente sostenuti (NB non parliamo di pagamento) ma solo temuti (non ho la certezza del loro manifestarsi) devono trovare collocazione nel conto economico (devono ridurre l’utile, con utile più basso non c’è rischio che vengono distribuiti dividendi che impoveriscono l’azienda). Queste stime dovranno portare a una valutazione NON eccessiva nel caso dell’attivo (quindi scorte si valutano al minore tra costo e valore di mercato per non sopravvalutare l’attivo) e ragionamento opposto per i debiti in passivo di SP, se devo rappresentare un debito NON tengo conto di un eventuale riduzione dell’importo da restituire di cui potremmo beneficiare nei prossimi esercizi. Il debito deve essere riportato a bilancio a quell’importo, senza ridurre quell’importo perché spero che dall’altra parte ci sia qualche modalità di “venire incontro” all’azienda.

Si basa sul MOMENTO in cui lo SCAMBIO avviene, non ha alcuna importanza il fatto che ci sia stato il pagamento o che l’azienda abbia emesso la fattura. -Nel caso di vendita di beni mobili (es prodotti, merci) il momento di scambio in cui il ricavo è realizzato è il momento della consegna/spedizione dei beni oggetto della compravendita. -Nel caso di beni immobili (es terreno, appartamento, capannone) il momento in cui il ricavo è realizzato è il passaggio di proprietà. -Nel caso di servizi il servizio è realizzato quando è stato completamente reso (es servizio di consulenza aziendale, ricavo è realizzato quando consulenza è stata completata, ricavo realizzato anche se la società di consulenza che ha reso il servizio non ha ancora emesso la fattura  perché il servizio è stato completamente reso).

Tale principio indica come in bilancio la sostanza economica dell'operazione o del contratto siano più rilevanti della forma giuridica degli stessi ovvero viene data maggiore attenzione alla realtà economica dell'operazione piuttosto che a suoi aspetti formali.


La continuità aziendale è il presupposto in base al quale, nella redazione del bilancio, l'impresa viene normalmente considerata in grado di continuare a svolgere la propria attività in un prevedibile futuro.

Un COSTO è di competenza di un esercizio in base alla correlazione con i ricavi imputati, cioè se è correlato ai ricavi di competenza di quell’esercizio. Es il costo di un ammortamento di un impianto che ha lavorato durante l’esercizio e quindi ha CONTRIBUITO/PARTECIPATO alla realizzazione dei ricavi è un costo di competenza.

MATERIE (materie prime , sussidiarie o di consumo)

ACQUISIZIONE MATERIE /approvvigionamento

FFS = fattori che esauriscono la loro produttività in un unico ciclo produttivo

Materie vengono acquistate per essere trasformate ≠ merci vengono trasformate in senso economico ovvero compro e metto in vendita su scaffale

riceviamo materie prime CON FATTURA (senza non sarebbe sorto il debito), l’operazione diventa rilevante a partire dal PRIMO DEBITO nei confronti del fornitore (se il fornitore non ci chiede l’anticipo).

Acquisto VE- VF+ VF- (costo, IVA e debito) documento centrale l’ordine di pagamento (tesoreria)
Liquidazione VF+ VF- (fine debito e uscita di cassa) documento centrale la fattura (reparto acquisti)

IVA 22%

il soggetto colpito dall'iva è il consumatore finale MA imprese coinvolte nel propeso finanziario

chi compra ha UN CREDITO vs erario

chi vende ha un DEBITO vs erario

NETTO IVA = IMPORTO LORDO / 1,22

LORDO IVA = IMPORTO NETTO + IMPORTO x 22%

MODALITÀ DI PAGAMENTO

tutto banca c/c a parte: cambiali attive, girata di assegni bancari in portafoglio (cassa assegni), emissione assegni circolari rovista per contanti (cassa)

ANTICIPI

Emetto assegno VF+ VF- (crediti e uscita di cassa)

Ricevo fattura (IVA) VF- VF+ VF+ (chiudo crediti, apro conto crediti ma denominato ANTICIPI e iva a credito)

Ricevo fattura finale su tutto (IVA) VE- VF- VF- VF+ (costo per materie totale, chiudo crediti anticipi, apro debiti per la parte restante e calcolo iva a credito su parte restante)

COSTO PER IL PERSONALE

composto da:
-retribuzione diretta (paga base anzianità, indennità, bonus)
-retribuzione indiretta (ferie, TFR, tredicesima)
-oneri sociali (previdenza e assistenza/INPS, assicurazioni per infortuni sul lavoro/INAIL)

liquidazione (sorge costo e debito) e pagamento

stipendi versati da azienda dipendete MA a carico azienda, INPS versati da azienda a INPS MA a carico di azienda e dipendenti, assegni familiari versati da azienda a dipendente MA a carico INPS, ritenute sindacali versate da azienda a organizzazione sindacale MA a carico dipendenti, ritenute erariali versate da azienda a erario MA a carico dipendenti, contributi assicurativi versati da azienda a INAIL MA a carico azienda, TFR dipende a chi viene versato MA a carico azienda (dipende da scelta dipendente e dimensione aziendale)

TFR versato da azienda a:

INPS (quando il dipendente interrompe il rapporto di lavoro con l'azienda NON è l’inps che versa il Tfr a quel dipendente MA azienda) se più di 50 dipendenti o con 50 dipendenti

FONDO PENSIONE se più di 50 dipendenti o con 50 dipendenti (dopo il primo versamento il rapporto poi riguarda soltanto il dipendente e il fondo pensione, non interviene più l'azienda)

TRATTENUTO IN AZIENDA come FONDO TFR

STIPENDI: 1) "liquidati stipendi per 102" = VE- stipendi 102 VF- debiti c/retirbuzioni 102. 2) rapporto con enti previdenziali "contributi a carico azienda per 35, a carico dipendenti per 8" = VE- oneri previdenziali 35, VF- INPS c/competenze 43, VF+ debiti c/retribuzione 8 (diminuzione debiti). "si liquidano assegni familiari per 6" VF- dipendenti c/retribuzioni 6, VF+ INPS c/competenze (perché a carico INPS quindi diminuisce debito Ines e aumenta debito dipendenti)

RITENUTE SINDACALI: "si registrano le ritenute sindacali pari a 2" VF- sindacati c/competenze 2, VF+ dipendenti c/retribuzioni 2 (a carico dipendenti).


DOPO TUTTE QUESTE SCRITTURE -> PAGAMENTO
INPS c/ competenze saldo netto = 43 - 6 = 37
DIPENDENTI c/retribuzioni saldo netto = 102 - 8 + 6 -2 = 98


"pagamento delle spettanze ai dipendenti"
VF- banca c/c 68, VF- erario c/ritenute lav. dipendente 30, VF+ dipendenti c/retribuzioni 98


Ricorda: anche in questo caso la ritenuta erariale (come già avevamo visto per i lavoratori autonomi) deve essere effettuata al momento del pagamento NON prima (qui immaginiamo sia 30)

"entro il 16 del mese seguente al pagamento effettuato al dipendente regoliamo il rapporto sia con l'Inps sia con l'erario"
VF- banca c/c 67, VF+ INPS c/competenze 37, VF+ erario c/ritenute lav. dipendenti 30

Altro aspetto che può interessarci nel rapporto azienda/lavoratore dipendente è come si registrano eventuali anticipi corrisposti al dipendente per esempio per il caso di una trasferta:
duealternativa:
1) il dipendente anticipa con le proprie risorse le spese che sostiene nel corso della trasferta e, solo al rientro dalla trasferta, chiede un rimborso a piè di lista su presentazione dei giustificativi.


2) il dipendente può ricevere un anticipo prima dello svolgimento della trasferta e poi i rapporti tra il dipendente e l'azienda vengono regolati al momento del rientro.


VF- cassa 5, VF+ dip. c/spese anticipate 5.
VE- spese di trasferta 4, VF- dip. c/spese anticipate 5, VF+ cassa 1.

CONTRIBUTI ASSICURATIVI INAIL

previsto che il pagamento avvenga annualmente il 16 di febbraio. Quest'auto liquidazione, che usa sempre il modello F24, comprende sia l'acconto sull'anno in corso, sia il saldo sull'anno appena chiuso

Il versamento è annuale ma volendo le aziende possono anche decidere di spalmare il contributo in quattro rate e la seconda, la terza e la quarta in questo caso sono soggette al pagamento degli interessi.

16 di febbraio dell'anno X immaginando che sia il primo anno di attività dell'azienda, quindi abbiamo soltanto l'acconto sull'anno in corso. -> al 16 febbraio dell'anno X l'azienda versa un acconto di 10 vediamo l'uscita dal conto corrente bancario VF- -> fino a questo momento NON si registra il COSTO e questo è un + crediti verso l'Inail pari a 10. Il prossimo passaggio nei confronti dell'Inail lo avremo il 16 febbraio dell'anno x+1 MA il momento in cui già potremo determinare l'importo corretto come competenza rispetto all'esercizio in chiusura è il 31 dicembre dell'anno X -> scrittura di integrazione serve solo perché è necessario che il costo di competenza dell'esercizio gravi sul CE di questo esercizio.

ES: avevamo stimato per l'anno contributi assicurativi pari a 10 e, arrivati al 31/12, ci rendiamo conto che quel 10 deve essere integrato di 1-> quindi il costo a carico dell'intero esercizio è + costi per contributi assicurativi 11 -> questa registrazione del costo vede in contropartita la chiusura dell'acconto su contributi Inail per 10. “Inail conto contributi” fa sorgere un debito nei confronti dell'Inail pari a 1.

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il 16 febbraio dell'anno X+1, sappiamo che il saldo sull'anno precedente che abbiamo appena determinato è 1, inoltre l'acconto sull'anno X+1 la nostra società l’ha determinato pari a 12. Quindi di nuovo al 16 di febbraio NON registro alcun costo per contributi assicurativi. Chiudo il debito verso l'Inail per 1 (che mi residua dal 31/12) e registro il nuovo acconto -> acconto pari a 12 da intendersi come + crediti verso l'Inail, in contropartita l'uscita di liquidità dalla banca per 13.

TFR

è consentito, in una certa misura, che i dipendenti della società possano chiedere un anticipo sul Tfr

3 casistiche:

1) fondo TFR tradizionale (meno di 50 dipendenti): calcolo quota annua accantonamento a fondo (mote salari/13,5)+[(1,5%+75% dell'indice ISTAT)x fondo TFR al 1/1]

VE- acc. fondo TFR 3750, VF- Fondo TFR 3750

[(1,5%+75% dell'indice ISTAT)x fondo TFR al 1/1] = “rivalutazione del fondo esistente” perché abbiamo detto che il Tfr è a corresponsione differita quindi questa rivalutazione (questo adeguamento del fondo Tfr) serve per il processo inflattivo cioè per adeguare il fondo esistente mano a mano. (75 % dell'indice ISTAT da la misura dell'inflazione)

QUANDO IL DIPENDENTE SI DIMETTE: USO FONDO

"il 1/4 un dipendente si dimette: quota fondo spettante 200, quota dell'anno 40 (perché ha lavorato fino al1/4=un trimestre, costo), anticipi corrisposti 60, ritenute erariali 30" liquidazione = VE- TFR 40, VF- dip.ti c/liquidazioni 240, VF+ Fondo TFR 200. pagamento VF+ dip.ti c/liquidazione TFR 240, VF- dip.ti c/anticipi TFR 60, VF- erario c/ritenute 30, VF- banca c/c 150. l'uscita dal nostro conto corrente bancario NON è per lo stesso importo perché in questa sede recuperiamo gli anticipi effettuati per 60, tratteniamo i 30 che dovranno essere versati all'erario

aziende con meno di 50 dipendenti MA anche per i fondi di pre-2007 delle aziende più grandi, ACCANTONAMENTO FONDO: TFR tradizionale / fondo TFR: (monte salari/13,5)+([1,5%+75% indice ISTAT) x fondo TFR al 1/1)=.... VE- acc.fondo TFR VF- fondo TFR

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Aziende con 50 o più dipendenti che hanno scelto versamenti mensili della quota Tfr al Fondo Tesoreria Inps

QUANDO DIPENDENTE SI DIMETTE: "il1/4 un dipendente si dimette: quota fondo spettante 200; quota dell'anno 40, anticipi corrisposti 60, ritenute erariali 30":
1) liquidazione: VE- TFR 40, VF- dip.ti c/liquidazione TFR 240, VF+ fondoTFR 200.
2) pagamento: VF- dip.ti c/anticipi TFR 60, erario c/ritenute 30, banca c/c 150, VF+ dip.ti c/liquidazione TFR 240

versamento all'INPS:
1) VE- TFR, VF- INPS c/competenze (debiti)
2) VF+ INPS c/competenze, VF- banca c/c

Se l'azienda di grandi dimensioni aveva un fondo in essere al 31/12 del 2006 dovrà comunque accantonare la rivalutazione di quel fondo e le risorse collegate alla rivalutazione di quel fondo rimangono in azienda (quindi con una scrittura assolutamente analoga a quella che abbiamo già visto per il Tfr tradizionale).

nel momento della cessazione del rapporto, impresa effettua liquidazione e versamento TFR al dipendente: liquidazione VF- dipendenti c/liquidazione TFR, VF+ INPS c/competenze. pagamento: VF- erario c/ritenute, VF- banca c/c, VF+ dipendenti c/liquidazione TFR (è la società che effettua il versamento a favore del dipendente, NON l'INPS che ha ricevuto la quota TFR periodicamente mese per mese). Quindi la società poi effettuerà una compensazione con l'Inps.

In contropartita NON registriamo costo a carico dell'azienda (se non per la parte eventualmente ancora da registrare) ma in linea generale il Tfr dovuto è già stato registrato come costo e versato all'Inps. Il + crediti o - debiti verso l'Inps viene poi conguagliato nelle liquidazioni periodiche effettuate a favore dell'INPS (quindi considerandolo insieme ai rapporti che derivano sia dai contributi previdenziali sia dagli assegni familiari).

terza casistica: DESTINAZIONE A FONDO PENSIONE sia per piccole che grandi dimesnioni

liquidazione TFR: VE- quota TFR, VF- fondo pensione c/competenze. versamento TFR: VF- banca c/c, VF+ fondi pensione c/competenze

ricorda: costo TFR ha sempre la stessa collocazione a CE

Caso più completo di tutti potremmo avere contemporaneamente dipendenti che hanno optato per il fondo pensione, dipendenti che destinano il proprio tfr a fondo tesoreria inps e, se l’azienda non è di nuovo a costituzione, possiamo avere anche contemporaneamente un fondo tfr pre esistente rispetto al 2007 che quindi continua ad essere rivalutato finchè rimane in vita perché ci sono dipendenti che non hanno ancora interrotto il rapporto di lavoro e avevano tfr accantonato nel fondo.

RECUPERO DEI CONTRIBUTI ANTICIPATI

"tra ic ontributi che sono versati all'INPS anche 0,5% formalmente registrato a carico dell'impresa , che grava in realtà sui dipendneti. assicurazione sociale per ipotesi di insolvenza dell'impresa" 1) registrazione credito vs dipendenti per 0,5% VE+ contributi sociali, VF+ dipendenti c/contributi anticipati. 2) recupero del credito vs dipendenti in sede di liquidazione del TFR VF- dipendenti c/ontirbuti anticipati , VF+ fondo TFR

assestamenti contabili

Per praticità questo contributo è compreso, al momento delle varie liquidazioni, tra i contributi a carico dell’azienda MA dentro ai contributi a carico dell’azienda c’è anche questo 0,5% delle retribuzioni lorde che deve gravare sui dipendenti. Per semplicità contabile l’azienda lo registra inizialmente assieme a tutti i contributi a suo carico e, soltanto periodicamente, lo recupera nei confronti dei dipendenti. Questo contributo serve come una sorta di assicurazione sociale a favore dei dipendenti nel caso in cui l’impresa non versi il tfr quando questo dovuto al dipendente. In questi casi l’inps si sostituisce all’impresa per far si che il dipendente non rimanga senza il tfr che gli è dovuto.

Quindi questa scrittura “dipendenti c/contributi anticipati @ contributi sociali” serve per rettificare il costo a carico dell’azienda. Questo credito nei confronti dei dipendenti viene poi chiuso periodicamente al momento della liquidazione del tfr. quindi – crediti v/dipendenti, VF-, porta a ridurre l’importo del fondo tfr quindi –debiti nei confronti dei dipendenti sotto forma di tfr.

IMMOBILIZZAZIONI TECNICCHE

Fattori produttivi a utilizzazione pluriennale che quindi cedono la loro utilità alla combinazione produttiva in più esercizifattori anticipati nel senso che il costo per la loro acquisizione viene sostenuto anticipatamente rispetto al loro utilizzo

Quando parliamo di immobilizzazioni tecniche facciamo riferimento a due tipologie di immobilizzazioni, rappresentate a stato patrimoniale:

• immobilizzazioni materiali: fattori a fecondità ripetuta dotati di tangibilità

• immobilizzazioni immateriali: fattori a fecondità ripetuta di tipo intangibile

  • beni immateriali: beni intangibili dotati di tutela giuridica (brevetti, marchi, diritti d'autore ecc)
    
  •  oneri pluriennali: si riferiscono a fattori a fecondità ripetuta (intangibili) che tuttavia NON sono coperti da tutela giuridica QUINDI particolari tipologie di oneri che il legislatore consente di capitalizzare
    
  • Avviamento (rinvio)
    

Ricorda: stiamo parlando di beni di proprietà dell'azienda

A quale valore devono essere iscritti? Il codice ci dice che le immobilizzazioni devono essere iscritte alternativamente al costo di acquisto o al costo di produzione, a seconda della modalità di acquisizione (quindi al costo di acquisto se li acquistiamo da fornitori esterni, al costo di produzione se è la nostra stessa azienda a produrre il fattore a fecondità ripetuta che poi sarà inserito nella sua combinazione produttiva).

  • il costo d'acquisto deve comprendere anche gli oneri accessori, quindi se compriamo un impianto entra nel valore originario dell'impianto anche l'eventuale costo di trasporto, l'assicurazione del trasporto collegata all'acquisto
    
  • costo di produzione di un immobilizzazione tecnica di un cespite questo comprende tutti gli oneri direttamente imputabili al prodotto e può comprendere anche altri costi per la quota ragionevolmente imputabile (quindi tutti costi che hanno uno stretto legame economico con il completamento del fattore a fecondità ripetuta).
    

"acquisto macchinari 2000+IVA " VE- macchinari 2000, VF- debiti v/fornitori 2440, VF+ IVA ns. credito 440. "sostenuti costi di collaudo dei macchinari per 100 + IVA " VE- macchinari 100, VF- debiti v/fornitori, VF+ IVA ns credito 22.

NON è un costo interamente di competenza di questo esercizio, questo macchinario contribuirà alle lavorazioni dell'azienda per più esercizi , è un costo pluriennale che quindi trova collocazione a stato patrimoniale (impianti e macchinari: voce B II 2 dell’attivo SP).

Se nell'acquisto ci sono oneri accessori questi devono essere inclusi nel valore d'iscrizione del cespite -> quindi trasporti, assicurazioni, collaudi ecc. -> due possibilità:

  1. se l'azienda sostiene costi di collaudo dei macchinari per 100 + IVA, visto che questi 100 + IVA detto devono concorrere alla formazione del valore d'iscrizione del macchinario la modalità più semplice per registrarli contabilmente è registrarli con una scrittura analoga rispetto a quella appena vista: + costi per macchinari 100, IVA a credito per il 22 % e poi in contropartita il debito verso i fornitori (->in questo caso fornitori del servizio di collaudo, che potrebbe essere o non essere coincidente con il fornitore di immobilizzazione).
    
  1. L'altra possibilità è che questo costo di collaudo sia inizialmente registrato come un semplice costo per servizi e quindi se questa è la prassi dell'azienda chiaramente prima di chiudere i conti per la redazione del bilancio il costo per i servizi dovrà essere stornato, imputando quel costo ad aumento del valore dei macchinari (quindi in quell’ipotesi avremmo prima registrazione della fattura del servizio e poi in un secondo momento un semplice storno “macchinari a costi per servizi” per 100, con l'obiettivo di aumentare il valore dei macchinari e ridurre il costo per servizi da inviare a conto economico dell'anno).
    

ACQUISIZIONE PER COSTRUZIONE INTERNA (la costruiamo fisicamente o la sviluppiamo (es brevetto) con fattori produttivi aziendali (utilizzando materie prime, ore dei nostri operai specializzati, dei nostri ricercatori ecc). )

i costi sostenuti per la costruzione fisica non devono gravare sui conti economici in cui quell’immobilizzazione tecnica non viene utilizzata. MA devono essere capitalizzati per rinviarli al futuro, in modo tale che non gravino sul conto economico degli esercizi in cui questo bene non era disponibile per l'uso.

ES. "un impianto di 1000 è stato sviluppato internamente in due anni. 1° anno costi di materie per 200 e di lavoro per 400, 2° costi di materie per 100 e di lavoro per 300" al termine del 1° anno: VE- impianti in costruzione 600 (SP), VE+ incrementi imm.ni per lavori interni 600 (CE)

il problema che ci si pone al 31 dicembre è far sì che questi 600 del primo anno NON gravino sul conto economico di questo anno 1, abbiamo l'esigenza di effettuare uno storno di costi, perché questi 600 sono già presenti nella contabilità generale!

al termine del 2° anno (impianto completato) VE- impianti in costruzione 400, VE+ incrementi imm.ni per lavori interni 400. poi VE- impianti 1000, VE+ impianti in costruzione 1000. [Secondo anno: l'impianto viene completato -> costi dell'anno: 100 per materie, 300 per il lavoro]

Al termine di tutte queste scritture siamo riusciti, come ci impone il codice, a registrare l'impianto che abbiamo realizzato internamente al costo di produzione (che comprende costi per materie e costi per il personale) e, allo stesso tempo, grazie agli storni effettuati al termine del primo e poi al termine del secondo anno (se i lavori sono stati conclusi al termine nel secondo anno) siamo riusciti a rispettare la competenza economica ai fini della redazione del bilancio, perché i costi che erano stati registrati in contabilità in corso d'anno sono stati sospesi, evitando quindi di appesantire il risultato economico di questi due esercizi con dei costi non ancora di competenza.

Da quando immobilizzazione tecnica è disponibile per l'uso inizia il PROCESSO DI AMMORTAMENTO

deve avvenire in modo sistematico, riguarda le immobilizzazioni materiali e immateriali con utilizzazione limitata nel tempo (cosiddetti beni a vita utile definita) NO terreni o fabbricati civili che non perdono. diverse sfaccettature e diversi profili del processo di ammortamento:

  • Impatto economico:  processo di ammortamento dal punto di vista economico ci consente di ripartire il costo di quel fattore anticipato di cui si parlava prima lungo la sua vita utile, quindi in pratica ripartisce un costo che dal punto di vista finanziario è stato sostenuto all'inizio della vita utile del cespite lungo gli esercizi, per cui quel costo è di competenza, in cui davvero il cespite contribuisce cedendo utilità. 
    
  • Impatto patrimoniale: se lo vediamo dal punto di vista dello SP, attraverso il processo di ammortamento, l'imputazione del costo di competenza dell'esercizio mano a mano riduce il valore del bene in bilancio e questa riduzione del valore è strettamente riferita alla residua possibilità di utilizzazione. Quindi questa progressiva perdita di valore da un punto di vista patrimoniale riflette il processo di obsolescenza (sia di obsolescenza fisica -> quindi il naturale consumo e invecchiamento dei beni, sia il processo di obsolescenza economica.
    
  • Impatto finanziario: rappresenta un costo NON monetario cioè quando esercizio dopo esercizio noi impuntiamo alla quota di ammortamento annua, che rispetta la competenza economica, quel + costi che inviamo a conto economico non ha in contropartita né un'uscita di denaro né un debito che causerà nuove uscite di denaro. Stiamo ripartendo un costo anticipato. Questo significa che la quota di ammortamento che imputiamo e che riduce il risultato economico contribuisce a trattenere risorse finanziarie in azienda (perché è un costo a cui non corrisponde un'uscita di cassa) e questo trattenimento di risorse finanziarie in azienda è importante e utile poi per ricostituire le disponibilità liquide necessarie per il rinnovo del cespite al termine della sua vita utile. risorse che potranno essere utili poi per gli investimenti di rinnovo e sostituzione.
    

il piano di ammortamento, che comprende essenzialmente tre elementi:

1.il valore da ammortizzare: è il costo che vogliamo ripartire lungo la vita utile dell’immobilizzazione tecnica ed è dato dal costo di acquisizione dell’immobilizzazione (aumentato degli oneri accessori, nel caso in cui ci fossero) ma diminuito del valore residuo del bene. Ossia il valore da ammortizzare è la differenza tra il valore di iscrizione e il valore residuo che quell’immobilizzazione tecnica avrà al termine della vita utile.
per evitare sopravvalutazioni dell'attivo, generalmente questo valore residuo è stimato pari a zero (quindi nella grande maggioranza dei casi questo significa che il valore che viene ammortizzato è per intero il costo dell’immobilizzazione tecnica, però secondo la regola generale ci sono dei beni che anche dopo il termine della vita utile hanno ancora un valore residuo significativo e in quel caso oggetto dell’ammortamento deve essere soltanto la differenza tra il costo d'iscrizione e il valore residuo. Esempio classico in questo senso sono le navi  anche dopo aver terminato la loro vita utile, il valore della materia prima con cui sono state costruite porta a un valore residuo che può essere realizzato attraverso la vendita ancora significativo).


2.la stima della vita utile:tenendo conto sia della obsolescenza tecnica sia dell'obsolescenza economica (quindi su quanti anni vogliamo ripartire il valore da ammortizzare).


3.criterio di ripartizione: -quote costanti: Il criterio più diffuso è quello a quote costanti quindi divido il valore da ammortizzare in parti uguali lungo la vita utile.
-quote decrescenti: possibilità sempre di carattere matematico, mano a mano la quota annua di ammortamento decresce man mano che l’immobilizzazione tecnica diventa più obsoleta.
NON è invece CONSENTITO il criterio opposto cioè quello delle quote di ammortamento crescenti che sarebbero poco rappresentative della realtà (perché evidentemente man mano che un’immobilizzazione tecnica invecchia il suo contributo alla combinazione produttiva tenderà a diminuire).


-è poi anche possibile, se questo è considerato dall'azienda maggiormente rappresentativo della realtà, utilizzare criteri di ripartizione che hanno un'ispirazione economica quindi quote variabili per esempio ispirate ai volumi di produzione.


Gli elementi del piano di ammortamento, una volta fissati, NON sono oggetto di modifiche frequenti, possono avvenire soltanto in casi eccezionali e in quei casi devono essere motivate in nota integrativa.sono un aspetto a cui, da lettore del bilancio, si fa particolare caso (perché modificare il piano di ammortamento in diverse circostanze anche particolarmente critiche per le aziende può essere utilizzato anche in maniera un po’ strumentale o opportunistica per ridurre i costi a conto economico e quindi migliorare senza modificare la realtà la rappresentazione contabile delle performance aziendali).

L'ammortamento avviene al termine di ogni esercizio. È una scrittura che contemporaneamente imputa il costo di competenza dell'esercizio e riduce il valore dell’immobilizzazione tecnica a stato patrimoniale quindi non è una scrittura di esercizio che dobbiamo effettuare perché c'è una manifestazione finanziaria in corso d’anno!Esempio: impianto dal costo storico di 4000, è ammortizzato per il 20 %. Qui ci sono due alternative contabili: generalmente viene preferito il metodo indiretto perché è più informativo. Registriamo il + costi a carico dell'esercizio VE- con impatto a CE. In contropartita metodo indiretto significa che non riduciamo direttamente in conto il valore degli impianti ma utilizziamo un conto diverso cioè quello denominato Fondo ammortamento impianti che impatta a SP iscritto nell’attivo a diretta detrazione del valore degli impianti. 2. Metodo diretto: + costi di competenza dell'esercizio per la quota di ammortamento degli impianti per 800 e il valore degli impianti viene ridotto direttamente in conto + costi di competenza dell'esercizio per la quota di ammortamento degli impianti per 800 e il valore degli impianti viene ridotto direttamente in conto.

il metodo indiretto è sicuramente più diffuso per le immobilizzazioni materiali mentre il metodo diretto (cioè il cosiddetto ammortamento in conto) è più diffuso per le immobilizzazioni immateriali.

LA DISMISSIONE

due fattispecie principali:

1.L'ALIENAZIONE= vendiamo la nostra immobilizzazione tecnica a un altro soggetto

2.LA PERMUTA= scambiamo l’immobilizzazione tecnica che vogliamo dismettere con un altro bene (generalmente Effettuiamo una permuta in cui il fornitore delle immobilizzazioni ci vende un nuovo cespite e noi restituiamo quello già utilizzato per cui ci viene riconosciuto un corrispettivo).

questo significa che noi dovremo sia chiudere il conto acceso quell’immobilizzazione tecnica (brevetti, diritti d'autore, terreni ecc cioè il conto dedicato) sia, se presente, il fondo ammortamento riferito a quel bene. Altro aspetto che ci interessa è che la nostra registrazione sarà diversa a seconda del valore netto contabile (VC) del bene (cosiddetto “valore di libro”, ossia il valore a cui quel bene compare in bilancio che negli esempi che abbiamo visto sinora è dato dal valore di iscrizione/valore storico MENO il fondo ammortamento). il prezzo a cui noi riusciamo a vendere l’immobilizzazione tecnica può essere uguale o più alto o più basso rispetto al valore per cui questi è iscritta in bilancio.

vendita di un macchinario al costo storico di 10.000 ammortizzato per 6000


1) si chiude il fondo amm.to nel conto del bene alienato:
VE- fondo amm.to macch. , VE+ macchinari 6.000
abbiamo ridotto il saldo del conto macchinari (che aveva saldo dare di 10 mila) per 6000. NB questa prima scrittura è da effettuare qualunque sia il prezzo di vendita che riusciamo a pattuire con la controparte.


IPOTESI DI VENDITA:
N.B. -> PV = prezzo vendita
1) VENDIAMO AL VC (=valore residuo del cespite) , quindi senza realizzare ne proventi e ne sostenere nuovi costi. es valeva ancora 4000 e vendiamo a 4000.
VE+ macchianari 4000 (e chiudiamo il conto macchinari), VF+ crediti diversi 4880, IVA ns debito 880


2) VENDIAMO A VALORE > VC , Stavolta il macchinario viene venduto a 5000 anche se il suo valore netto contabile era soltanto di 4000. VE+ macchinari 4000 (e chiudo) VE+ plusvalenza cess. imm. 1000, VF+ crediti diversi 6100, IVA ns debito 1100


3) VENDIAMO A VALORE < VC , il macchinario viene venduto a 3000. VE+ macchinari 4000 (e chiudo) VE- 1000 minusvalenze cess. imm. (B14), VF+ 3660 crediti diversi, IVA ns debito 660


facciamo la verifica dopo la scrittura che il totale degli addebitamenti (4660) sia uguale al totale degli accreditamenti (4.660).

acquisto nuovo macchinario per 12.000 + IVA. Ritiro del vecchio contabilizzato al costo storico dii 10.000 (f.do amm.to 6.000) a un valore concordato di 3.000. pagamento con bonifico bancario.


1) fattura acquisto nuovo machcinario
VE- 12.000 macchinari, VF- debiti v/fornitori 14640, VF+ iva ns. credito 2640


2) chiusura del fondo amm.to del vecchio macchinario in permuta VE- f.do amm.to macchinari 6000, VE+ macchinari 6000


3) fatturazione e chiusura c/macchinario vecchio
VE- minusvalenze 1000, VE+ macchinari 4000, VF+ crediti diveersi 3660, IVA ns debito 660


Dopo queste scritture vediamo che nella nostra contabilità: non c'è più traccia del fondo ammortamento macchinari, non c'è più traccia del vecchio macchinario perché tra la seconda e la terza scrittura abbiamo effettuato accreditamenti per i 10.000 a cui era stato iscritto inizialmente. In contabilità, e quindi poi a stato patrimoniale, figura soltanto il nuovo macchinario di cui siamo proprietari per 12 mila.


4) saldo della fattura di acquisto del nuovo macchinario
VF- crediti diversi 3.660, VF- banca 10.980, VF+ debiti v/fornitori 14.640


dal pagamento vengono scalati i 3660 che ci sono stati riconosciuti per la cessione del vecchio cespiti. Quindi - crediti diversi per 3660 e banca (quindi - liquidità su conto corrente bancario) 10980.


Precisazione: questo “crediti diversi” è utilizzato generalmente per i crediti di regolamento che non sono specificatamente riferiti a clienti (in alcune aziende si può anche trovare “crediti verso fornitori di immobilizzazioni” però questo “crediti diversi” è una delle denominazioni più utilizzate e più generali).

VALUTAZIONE = qual è il valore a cui devono essere rappresentate in bilancio? Oltre al normale processo di ammortamento (che progressivamente fanno crescere il valore contabile delle immobilizzazioni tecniche), ci possono essere altri eventi nella vita aziendale che portano a incrementi o decrementi del valore delle immobilizzazioni.

Punto di partenza: principio contabile OIC 24: il valore contabile di un'immobilizzazione tecnica non può superare il suo valore recuperabile, definito come il maggiore tra:
fair value al netto dei costi di vendita e valore d'uso (determinato come l valore attuale dei flussi netti di cassa generati all'impiego del bene entro la combinazione produttiva.


SE alla chiusura del bilancio , dopo la registrazione della quota di ammortamento, un'immobilizzazione risulta di valore durevolmente inferiore al valore contabile (valore recuperabile < VNC) è necessario procedere a una svalutazione!!!

  • il fair value= è il valore che l'azienda è in grado di recuperare attraverso la vendita dell’immobilizzazione. 
    
  • il valore d'uso = valore che l'azienda è in grado di recuperare tramite l'utilizzo delle immobilizzazioni nella sua combinazione produttiva (è inteso come il valore attuale dei flussi di cassa che saranno generati prevedibilmente dall’ immobilizzazione, cioè il valore attualizzato, portato alla data della chiusura del bilancio, dei flussi netti di cassa.
    

dopo che è stata imputata la quota di ammortamento dell'anno, i redattori del bilancio devono ancora fare una verifica cioè verificare e confrontare il valore netto contabile (=il valore di iscrizione diminuito del valore del fondo ammortamento accumulato) con il valore recuperabile. se minore VNC SVALUTAZIONE!!

la svalutazione rappresenta un'ulteriore riduzione di valore concettualmente, almeno dal punto di vista della permutazione economica, abbastanza vicina all’imputazione della quota di ammortamento -> La differenza principale è data dal fatto che la causa di questa riduzione del valore non è il normale utilizzo che segue il sistematico processo di ammortamento ma è dato da una perdita durevole di valore.

es "un terreno acquistato per 2.000 a scopo edilizio è svalutato di 1200 a seguito di modifica del piano regolatore" VE- svalutazione terreni 1.200 (CE), VE+ fondo svalutazione terreni 1.200 (a rettifica VNC "terreni" SP)

PROCEDIMENTO OIC 9, da effettuarsi alla chiusura di ciascun esercizio (quindi almeno una volta all'anno).


1) esiste un indicatore di perdita? (Es: forti evidenze di obsolescenza, guasti gravi che non possono essere riparati in un Immobilizzazione Materiale, cambio del piano regolatore che ha ridotto le possibilità di sfruttamento del terreno ecc) anche indicatori non specificatamente riferiti a quella immobilizzazione (es: variazioni significative nella domanda per i nostri prodotti, nelle tecnologie utilizzate per la nostra produzione) che lascino presagire delle conseguenze negative per la nostra società.


2) Se esiste un indicatore di perdita, procediamo nel ragionamento: dobbiamo iniziare a stimare il fair value. Se il fair value è superiore al valore netto contabile (ossia possiamo pensare di rivendere quell’immobilizzazione a un valore superiore a quello in cui è iscritta in bilancio) non procediamo a ulteriori verifiche e non si effettua alcuna svalutazione.
SOLO se questa condizione NON è rispettata, in questo caso valutiamo anche il valore d'uso.


3) Il valore d'uso è il valore attuale dei flussi di cassa attesi dall'impiego dell’immobilizzazione tecnica nel processo produttivo interno. Se il valore d'uso è superiore al valore netto contabile, non è necessario svalutare.


4) nel caso in cui il valore d'uso NON sia superiore al valore netto contabile è necessario effettuare una svalutazione. (se ci sono indicatori di perdita, il fair value è inferiore al valore netto contabile e anche il valore d'uso è inferiore al valore netto contabile)


Questa procedura è stata semplificata dall’OIC per aziende di dimensioni inferiori, applicabile a:

  • aziende che redigono il bilancio in forma abbreviata
  • microimprese
  • bilanci non consolidati

Principale semplificazione: il valore d'uso, invece di essere stimato considerando i flussi di cassa (quindi grandezze monetarie  cioè quanta liquidità verrà generata), si basa sui flussi di reddito dell'intera azienda (quella che l’OIC 9 definisce la “capacità di ammortamento”). Flussi di reddito che sono decisamente più semplici da prevedere per l'azienda. Se poi si stabilisce (con l'applicazione di questo metodo che segue il ragionamento di prima, quindi valutiamo se ci sono indicatori di perdita, se ci sono stimiamo il fair value ecc) che è necessaria la svalutazione, la svalutazione impatta prima sull’avviamento (quindi su una particolare immobilizzazione immateriale, e poi in seguito sulle altre immobilizzazioni in base al valore netto contabile).

RIVALUTAZIONE (quindi l'aumento dei valori dell'attivo)

rischia di contrastare col principio della prudenza su cui si basa la formazione del bilancio. Quindi i motivi per effettuare queste rivalutazioni devono essere particolarmente forti e meritevoli di tutela.
Tre casi di rivalutazione:


1) rivalutazioni di ripristino = possono essere effettuate soltanto a seguito di svalutazioni solo se il motivo alla base della precedente svalutazione viene meno. In questo caso cioè si annulla l'effetto della svalutazione, oppure se ne riduce l'impatto. impatta a CE come provento A5

2) Migliorie= aumentano il valore netto contabile dell’immobilizzazione, vengono registrate se l'azienda sostiene dei costi che non solo mirano a mantenere in condizioni di normale funzionalità l’immobilizzazione tecnica MA ne migliorano l'utilità (es eventi di manutenzione straordinaria che rendono l'impianto molto più veloce.


In questo caso l'aumento di valore dell’immobilizzazione tecnica rappresenta sostanzialmente una capitalizzazione di costi, perché quel maggior valore che viene imputato all’immobilizzazione (e che quindi sarà poi oggetto del sistematico processo di ammortamento) rappresenta la capitalizzazione di un costo che l'azienda ha sostenuto. Quindi l'impatto a conto economico, che vedremo tra poco nell'esempio, è alla voce A4 del CE. Per completezza questo impatto a CE in A4 si contrappone a una serie di costi che sono registrati in altre parti del conto economico riferite agli interventi di miglioria quindi una classica capitalizzazione di costi.

3) rivalutazioni monetarie: concesse solo tramite leggi speciali (cioè leggi approvate dal nostro Parlamento, le cosiddette leggi di rivalutazione) che consentono alle società di rivalutare particolari categorie di immobilizzazioni, che di volta in volta la legge speciale specifica, con l'obiettivo di fondo di adeguare almeno parzialmente i valori di bilancio all'andamento dei valori nel mercato (quindi in pratica queste rivalutazioni hanno l'obiettivo di allinearsi all'aumento dei prezzi e dei valori determinato dal processo di inflazione).
Questo non corrisponde ad aumenti di funzionalità del bene, non corrisponde all'annullamento di precedenti svalutazioni, e per questo è regolato in maniera molto rigida e per questo non ha neppure alcun impatto a conto economico.
(impatto su SP no su CE). non sono consentite rivalutazioni discrezionali.

questo è valido per tutte le immobilizzazioni tecniche, con l'esclusione (dettata dal codice civile) dell'avviamento e degli oneri pluriennali (quindi ci sono particolari vincoli per alcune tipologie di immobilizzazioni immateriali che, una volta svalutate, non possono più avere rivalutazione di ripristino che li riportano alla condizione pre-svalutazione).

vincolo è il valore che quell’immobilizzazione avrebbe assunto alla data del bilancio se la svalutazione non ci fosse mai stata. Questo significa NON il costo storico iniziale MA il costo storico progressivamente ridotto delle quote di ammortamento che ci sarebbero state secondo il piano di ammortamento originale.

"cambia la giunta comunale e cambia il piano regolatore. si ripristina il valore del terreno precedentemente svalutato per 1.200, riportandolo cosi al valore originario d9 2000"


quindi chiudiamo fondo svalutazioni e abbiamo un provento in contropartita


VE- fondo svalutazione terreni 1.200, VE+ rivalutazione di rupristino immobilizzazioni 1.200 CE A.5.


vale SOLO per interventi che migliorano l'utilità del bene e soltanto entro il limite dei costi sostenuti (quindi se l'azienda sostiene costi per migliorare l'utilità del bene pari a 1000 e l'utilità del bene aumenta di 2000, comunque l'incremento del valore dell’immobilizzazione non può superare il costo sostenuto).

"nel corso dell'esercizio sono stati sostenuti costi per manutenzioni straordinarie per 1.000, che hanno incrementato l'utilità degli impianti oggetto dell'intervento"


quindi 1000 non devono essere un costo a carico dell'esercizio MA sono un costo con un'utilità pluriennale, che dovrà essere sospeso, entra nel valore degli impianti che hanno avuto l'intervento di manutenzione straordinaria ed entrando nel valore netto contabile degli impianti e saranno poi oggetto del processo di ammortamento. Quindi in questo caso classica capitalizzazione -> storno di costi


quindi meno costi e più costi rinviati al futuro


VE- impianti 1.000, VE+ incrementi di imm.ni per lavori interni 1.000 CE A4

Queste rivalutazioni prevedono inoltre da parte dell'azienda il pagamento di un'imposta sostitutiva (ossia le aziende generalmente versano un'imposta determinata attraverso un'aliquota sul maggior valore riconosciuto alle loro immobilizzazioni tecniche)

"un impianto del costo storico di 10.000 già ammortizzato per il 50% viene rivalutato del 30% per effetto di un rivalutazione monetaria"


quindi non movimentiamo soltanto il conto intestato agli impianti MA aumentiamo il valore sia del conto acceso agli impianti, sia del conto acceso al Fondo ammortamento impianti. Quindi questa rivalutazione del 30 % viene effettuata sia sul costo storico sia sul fondo ammortamento.
-> quindi impianti 3000 (30% di 10.000), + costi pluriennali da registrare a SP ad aumentare il valore di questi impianti. In contropartita aumentiamo anche il fondo ammortamento impianti per 1.500. Il saldo tra le due variazioni (3000 - 1.500 del fondo ammortamento) NON impatta sul CE (per evitare che venga distribuito), ed è registrato in una riserva di rivalutazione in un conto che generalmente è denominato in maniera molto puntuale, riferendosi proprio alla legge di rivalutazione (quindi generalmente il conto è denominato “riserva di rivalutazione ex legge numero x dell'anno tal dei tali”). Questa VE+ impatta a SP nel passivo ed è un + mezzi propri (infatti qui la collocazione è a SP passivo classe A, classe del patrimonio netto, e in particolare voce A III “riserva di rivalutazione”).


VE- impianti 3.000, VE+ RIs. rivalutaz. ex legge .... 1.500, VE+ fondo imm.to impianti 1.500


Dopo questa scrittura cosa succede ai conti? il conto impianti prima della rivalutazione aveva un saldo dare di 10.000, dopo questa rivalutazione (quindi + 3000) ha un saldo dare pari a 13.000.Il fondo ammortamento impianti prima della rivalutazione aveva un saldo avere di 5.000 e dopo la rivalutazione ha un saldo avere di 6.500. Di conseguenza il valore netto contabile (ossia il valore a cui l'impianto viene esposto a SP) passa dai 5.000 di partenza (quindi i 10.000 - 5.000 di fondo). Dopo la rivalutazione il valore netto contabile è dato da 13.000 - 6.500 (ossia 6.500) il che mostra che attraverso il contemporaneo aumento, per valori diversi, del conto “impianti” e del conto “fondo ammortamento impianti” il valore netto contabile aumenta di 1.500 -> che è anche il valore di aumento (/della creazione) di questa riserva di rivalutazione sulla base della legge speciale.

Immobilizzazioni immateriali

le loro caratteristiche comuni evidenziate dall’OIC 24, sono

• l'assenza di tangibiliità

• Questi fattori non tangibili sono stati acquisiti dalla società sostenendo costi identificabili (quindi riconducibili all’immobilizzazioni materiali) e misurabili.

• sono dotate di un'utilità pluriennale, costo viene ripartito su più esercizi attraverso il processo di ammortamento. Questo è giustificato, alla luce del postulato della competenza economica, proprio dal fatto che il bene cede la sua utilità in più cicli produttivi

tre categorie:

beni immateriali: beni non liquidi identificabili in modo individuale (per es come i diritti:i diritti d'autore o diritti di sfruttamento di altre opere dell'ingegno ecc), non hanno consistenza fisica e sono generalmente tutelati dal punto di vista giuridico (Licenze, marchi ecc).

oneri pluriennali: vengono capitalizzati perché l'azienda associa a questi costi un'utilità pluriennale. Tuttavia NON sono oggetto di tutela giuridica e sono anche distinti all'avviamento.

avviamento: sorge come maggior valore, rispetto al valore contabile, di aziende o rami d'azienda acquistati dalla nostra società.

garanzie al momento della loro capitalizzazione e in vincoli alla durata dell’ammortamento, queste cautele sono motivate dall'incertezza che grava inevitabilmente sulla recuperabilità dei costi sostenuti (o come oneri pluriennali o come avviamento), queste cautele riguardano in modo particolare oneri pluriennali e avviamento perché queste due sono le categorie NON tutelate giuridicamente e più incerte anche da un punto di vista della valutazione in termini monetari.

il costo che viene capitalizzato non grava per intero sull'esercizio in chiusura (quindi non impatta per intero sul risultato economico dell'esercizio) MA l'azienda ha il beneficio di ripartirlo su più esercizi  questo significa che il costo che è stato sostenuto in via anticipata per l'acquisizione del fattore a fecondità ripetuta non impatta negativamente e per intero su un solo esercizio MA il suo peso viene ripartito su più esercizi -> questo significa che nell'esercizio di sostenimento di quel costo il conto economico presenta, in caso di capitalizzazione, un risultato economico superiore rispetto alla alternativa di NON capitalizzazione del costo e quindi di invio per intero del costo a conto economico. (capitalizzare un costo ≠ spesare un costo. = inviarlo per intero a CE nell'esercizio. Nella scelta tra capitalizzare e spesare un costo, a parità di tutte le altre condizioni, chi redige il bilancio può avere la forte tentazione (o l'interesse) a capitalizzare un importo il più elevato possibile di costi (perché capitalizzando quei costi invece di inviarli per intero a CE l'utile dell'esercizio in chiusura risulterà superiore), proprio per questo il legislatore pone dei vincoli alla capitalizzazione dei costi. con riferimento alle modalità di capitalizzazione (in termini di autorizzazione alla capitalizzazione e anche di durate massime della vita utile). NB più è lunga la vita utile, minore è il costo che grava sul singolo esercizio

  • costi di impianto e ampliamento (Es. costi pre operativi (quindi prima ancora che l'azienda inizi ad operare), i costi per la costituzione della società, il notaio, professionisti e consulenti, ricerche di mercato svolte all'inizio dell'attività aziendale per valutare la fattibilità del progetto, i costi sostenuti per tutta la documentazione da predisporre per gli aumenti del capitale e la quotazione in Borsa ecc. Quindi costi d'impianto e ampliamento sono oneri pluriennali non tangibili), 
    
  • Costi relativi alla fase di sviluppo: questo sviluppo rappresenta la fase terminale e più vicina alla commercializzazione del processo di ricerca. Quindi parliamo di costi sostenuti per applicare i risultati della ricerca per l'avvio della produzione di nuovi prodotti., 
    
  • altri oneri pluriennali: :  costi rappresentati in bilancio nella categoria residuale delle “altre immobilizzazioni immateriali”. Tra questi, esempio classico è quello delle migliorie sui beni di terzi. Abbiamo già visto le migliorie su beni di proprietà aziendale (con l'esempio della società che effettua un intervento di manutenzione straordinaria su un suo impianto) e abbiamo detto che quel maggior valore dell'impianto, che consegue all'intervento di manutenzione straordinaria, aumenta il valore dell'impianto queste migliorie sui beni di terzi si riferiscono a operazioni simili che tuttavia non avvengono su beni di proprietà dell'azienda MA riguardano le migliorie effettuate su beni che la società utilizza in forza di un contratto di leasing. Il bene non è suo, NON compare nello SP della società MA se la società sostiene dei costi che ne migliorano l'utilità, quel maggior valore del bene di Terzi ha diritto di trovare rappresentazione in bilancio (perché il costo l’ha sostenuto la nostra azienda) e riteniamo che abbia un'utilità pluriennale. Altro es: costi per sviluppare un software, che non è oggetto di licenza e non ha una tutela giuridica ed è di proprietà dell'azienda, no canone- qui parliamo dei costi per sviluppare un software con un'utilità pluriennale di proprietà dell'azienda (però non tutelato giuridicamente, se fosse tutelato giuridicamente registreremo direttamente la licenza). 
    

"31/12: nel corso dell'esercizio l'azienda ha sostenUto costi per lo sviluppo di un nuovo prodotto per 5,.000 (materie prime, lavoro di ricercatori)" VE- costi di sviluppo 5.000, VE+ incrementi di imm.ni per lavori interni 5.000


Dal testo dell'esempio sappiamo che i costi per le materie prime e il costo del lavoro hanno già trovato rappresentazione nella contabilità generale


al 31/12 classica scrittura di storno non vogliamo che questi costi pari a 5.000 impattino sull'utile di questo esercizio MA vogliamo sospendere e rinviare al futuro per poi ammortizzare lungo la vita utile dei costi di sviluppo

in questo caso di capitalizzazione l'azienda può seguire due diverse alternative contabili:


1.Nell'esempio l'azienda ha registrato regolarmente i costi per le materie e il costo del lavoro SENZA rilevare immediatamente che quei costi si riferivano allo sviluppo di un nuovo prodotto


2.In altri casi può capitare che l'azienda, immediatamente al momento del sostenimento dei costi (per esempio costi per migliorie di beni di terzi), quando riceve la fattura della società di servizi che effettua la manutenzione straordinaria, invece di registrare in quel momento un costo per servizi, registra immediatamente il sorgere di un’immobilizzazione immateriale utilizzando il conto “migliorie su beni di terzi”. Registrando poi l'Iva a credito e il debito verso il fornitore di servizi.

Particolari vincoli fissati dal codice civile


1.necessità di avere il consenso del collegio sindacale per l'iscrizione degli oneri pluriennali: Qui la discrezionalità lasciata agli amministratori è molto elevata stiamo parlando di evitare di inviare per intero un costo a CE sulla base del presupposto che cederà utilità negli esercizi futuri. Quindi a garanzia della correttezza del bilancio è richiesto che il collegio sindacale (organo di controllo della società) dia il consenso alla capitalizzazione dei costi dando un consenso sull'opinione degli amministratori di utilità pluriennale e di recuperabilità di quel valore.


  1. limiti alla vita utile per il processo di ammortamento: i costi di impianto e ampliamento possono essere ammortizzati in un limite massimo di 5 anni:

Nel caso dell'ammortamento dei costi di sviluppo, il codice chiede che questi costi vengano ammortizzati lungo la vita utile prevista dall'azienda. Soltanto nei casi in cui l'azienda non è in grado di stimare la vita utile dei costi di sviluppo, il codice fissa un limite massimo di 5 anni (quindi una vita utile anche leggermente superiore ai 5 anni è ammessa -se questa è ben motivata e ben documentata-


3.utili non distribuibili fino al termine dell’ammortamento
se non nella misura di riserve di utili disponibili presenti nel bilancio aziendale (riserve di utili = utili accantonati negli esercizi con un risultato economico positivo e quindi hanno migliorato la solidità aziendale attraverso l'incremento del patrimonio). Questo beneficio di poter ripartire su più esercizi dei costi già sostenuti è ammissibile ma non è contemporaneamente ammissibile che il maggiore utile che deriva da questa capitalizzazione sia poi distribuito ai soci, a meno che non ci siano delle riserve disponibili -> l'idea è che non deve aumentare la rischiosità per i terzi creditori (e quindi non è possibile distribuire utili che sono soggetti a un rischio e ad un'incertezza superiore).:

=parte del corrispettivo fissato per l'acquisizione di un'azienda (o di un ramo d'azienda) che avviene in caso di acquisti a titolo oneroso (quindi la nostra società sta comprando un'azienda o ramo d'azienda sostenendo un costo), e l'avviamento in particolare è quella parte del corrispettivo pagato che non è attribuibile a singoli elementi patrimoniali MA al valore intrinseco dell'azienda.


CALCOLO: Prezzo (derivato dalla compravendita) - capitale netto contabile (= attività - passività) = avviamento


può essere capitalizzata (quindi rappresentata a SP come immobilizzazione immateriale, soltanto se è attribuibile a un valore intrinseco dell'azienda) -> questo maggior valore dell'azienda acquistata rispetto al suo capitale netto contabile può derivare da diversi fattori:


  • il capitale netto contabile dell'azienda acquistata è determinato con tutti i postulati e i criteri per la redazione del bilancio e della tenuta della contabilità (quindi c'è una componente prudenziale che lo riduce rispetto al valore di mercato)


  • questo maggior valore/questo avviamento può derivare dalla storia passata dell'azienda che viene acquistata (quindi da un particolare riconoscibilità del suo marchio sul mercato, clientela fidelizzata, know-how sviluppato ecc).

"viene acquisita un'azienda il cui capitale è dato da: attrezzature 300, crediti commerciali 100, debiti verso banche 320. il corrispettivo pattuito è pari a 100"


contabilità di chi acquista da alienante!!


VE- attrezzature 300, VE- avviamento 20, VF- debiti vs banche 320, VF- debiti vs altri 100 (corrispettivo pattuito), VF+ clienti

Questo avviamento pari a 20 lo possiamo iscrivere in contabilità soltanto se riteniamo che questo maggior valore pagato rappresenti una utilità futura per la nostra azienda (e quindi potrà essere recuperato attraverso flussi economici futuri positivi per la nostra azienda). Particolari vincoli fissati dal codice civile: -può essere iscritto in contabilità soltanto con il consenso del collegio sindacale. -limiti alla vita utile Il codice civile dice che l'avviamento dev'essere ammortizzato entro la sua vita utile e se questa vita utile non è stimabile il massimo per l'ammortamento sono 10 anni.L’OIC 24 precisa ulteriormente che comunque la vita utile stimata dagli amministratori non può superare i 20 anni, proprio con l'idea di limitare la durata della vita utile cioè non consentire agli amministratori di ridurre in maniera eccessiva la quota di ammortamento annua dell'avviamento. -L'avviamento può essere capitalizzato soltanto in caso di acquisti a titolo oneroso, cioè i componenti positivi per la futura redditività aziendale (il know-how, clienti fedeli ecc) possono essere capitalizzati soltanto se c'è stata una compravendita e quindi l'avviamento rappresenta quella parte del corrispettivo superiore al valore del capitale netto. Cioè è possibile capitalizzare l'avviamento derivato mentre non è possibile capitalizzare l’avviamento originario -limite quantitativo dell'avviamento è quello del costo sostenuto: tornando all'esempio precedente abbiamo registrato un avviamento pari a 20 perché la parte del corrispettivo superiore rispetto al valore netto contabile era 20. Non sarebbe stato possibile nel caso di quella compravendita registrare un avviamento superiore per es pari a 30 o 40 euro.

Ricorda: le immobilizzazioni in corso e gli acconti NON sono oggetto del processo di ammortamento il processo di ammortamento si riferisce a tutti i beni con vita utile definita (quindi sono esclusi anche i terreni e anche i fabbricati civili -a meno che non abbiano una riduzione di valore-), prende avvio dal momento in cui sono disponibili per l'uso e NON può essere interrotto (quindi deve essere effettuato in via sistematica) anche nel corso dei periodi in cui temporaneamente le immobilizzazioni tecniche NON sono utilizzate.
Ultima precisazione con riferimento all'attivo: le immobilizzazioni tanto immateriali quanto materiali devono essere esposte al NETTO dei fondi ammortamento e anche al netto di eventuali fondi svalutazione (questi fondi quindi NON sono esposti nel passivo MA vengono rappresentati a immediata riduzione delle immobilizzazioni tecniche cui si riferiscono).

IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO

il DPR dice che l'Iva si applica:

  • alle cessioni di beni e prestazioni di servizi (requisito oggettivo)
  • effettuate nel territorio dello Stato (requisito territoriale)
  • effettuate nell'esercizio di imprese, arti e professioni (requisito soggettivo)
  • alle importazioni da chiunque effettuate.

L'Iva grava sul consumo finale, quindi, è neutrale per l'azienda che si trova in un passaggio intermedio nella catena dell'Iva MA a carico dell’azienda intermedia la legge prevede degli adempimenti, sia collegati alla documentazione riferita all'Iva, sia al versamento dell'Iva all'Erario.

Quattro categorie di operazioni classificate in base al loro trattamento nella disciplina Iva:

  1. operazioni imponibili: sono le operazioni per cui tutti e tre i requisiti (oggettivo, territoriale, soggettivo) sono soddisfatti. Sono la maggior parte delle operazioni.
    Esempio classico: l'acquisto di materie imponibile Iva
  1. Operazioni NON imponibili: manca il requisito della territorialità. Esempio: le cessioni all'esportazione, su queste NON viene versata l'Iva MA, tuttavia, c’è l'obbligo di fatturazione e gli acquisti che si riferiscono a queste operazioni consentono comunque la detraibilità dell'imposta. (quindi gli acquisti consentono di iscrivere l'Iva a credito). La differenza rispetto al caso precedente è che la cessione all'esportazione NON comporta l'aggiunta al corrispettivo dell'imposta sul valore aggiunto.
  1. Operazioni esenti: per espressa previsione normativa ossia è lo stesso legislatore a precisare che queste operazioni NON comportano il pagamento dell'Iva (questo vale sia per le assicurazioni, sia per i servizi di credito e di finanziamento). Permane l'obbligo di fatturazione MA tuttavia NON c'è detraibilità dell'Iva sugli acquisti.
  1. Operazioni escluse dal regime Iva: assenza del requisito oggettivo o soggettivo.
    Esempio: acquisti effettuati da privati -> l'azienda effettua un acquisto da privati, su quell’acquisto non è dovuta l'imposta sul valore aggiunto né c'è obbligo di fatturazione e non c'era detraibilità dell'Iva sugli acquisti.

N.B. l'Iva è determinata sulla base imponibile = il corrispettivo pattuito applicando le aliquote d'imposta ordinaria, attualmente pari al 22 %. Esistono, per particolari categorie di beni, delle aliquote ridotte (soprattutto per beni di prima necessità), pari al 4 %, 5% e 10%.

Obblighi rispetto alla disciplina Iva?


la fatturazione dell'operazione


i contribuenti devono registrare le operazioni sia per le fatture emesse, sia per le fatture ricevute.


registrare i corrispettivi


effettuare delle liquidazioni periodiche con cadenza mensile oppure trimestrale


l'imposta poi deve essere versata o riportata ai periodi successivi nei casi in cui la posizione dell'azienda sia una posizione creditore


Annualmente viene presentata anche una dichiarazione in cui confluiscono tutte le liquidazioni periodiche e in cui è possibile di nuovo avere una posizione finale a debito oppure a credito rispetto all’erario

I documenti obbligatori sono:


  • la fattura (art. 21): principale documento emesso dal venditore che attesta l’avvenuta esecuzione di un contratto di compravendita e il diritto del venditore a riscuoterne il prezzo


  • il registro delle fatture emesse: principale documento emesso dal venditore che attesta l’avvenuta esecuzione di un contratto di compravendita e il diritto del venditore a riscuoterne il prezzo


  • il registro delle fatture emesse: obbligatorio per la generalità dei soggetti passivi IVA, contiene in ordine cronologico i dati delle fatture emesse – deve essere aggiornato entro 15 gg dall’emissione della fattura

  • il registro dell'Iva sugli acquisti: obbligatorio ai fini della detrazione dell’imposta contiene, in ordine cronologico i dati delle fatture d’acquisto
  • il registro dei corrispettivi (art. 24): obbligatorio per i commercianti al minuto e a essi assimilati (mense, alberghi, ecc.) deve contenere l’ammontare dei corrispettivi emessi al momento dell’effettuazione dell’operazione.

La fattura serve per: -documentare la vendita o l'erogazione del servizio, -quantifica l'importo Iva dovuto all'erario dal venditore che lo riceve dal suo cliente, notifica al compratore il debito, riepiloga l'oggetto del contratto con le clausole.


I dati essenziali contenuti in fattura sono proprio gli estremi dell'operazione, quindi:
la data, - il numero progressivo di fattura, i soggetti coinvolti, l'acquirente e il cedente, Descrizione puntuale dei beni ceduti o dei servizi svolti, la base imponibile, l'imposta dovuta, l'importo complessivamente dovuto


Fenomeno della fatturazione elettronica: introdotta dal legislatore negli ultimi anni con un campo di applicazione progressivo che digitalizza il flusso della fatturazione con l'obiettivo primario di contrastare l'evasione, perché l'Iva è una delle imposte maggiormente soggette ad evasione fiscale.

fattura immediata (=le fatture emesse al momento di effettuazione dell'operazione) e fattura differita (=emessa entro il giorno 15 del mese successivo rispetto alla data di effettuazione dell'operazione e riguarda i beni consegnati o spediti accompagnati da un documento di trasporto DDT)

Auto fatturazione: fattura che invece di essere emessa dal soggetto venditore, è emessa direttamente dal soggetto che acquista il bene. emette una fattura intestata a sè stesso, sostituendosi all'attività che avrebbe dovuto svolgere il soggetto venditore.
Concretamente ai fini contabili è una normale fattura, con la particolarità che il destinatario e il mittente coincidono.


questa fattispecie, è circoscritta ad alcuni casi particolari:

  • casi di autoconsumo (acquistati dall'impresa che poi sono utilizzati per il consumo personale)
  • operazioni intra-comunitarie
  • l'auto fatturazione è obbligatoria nei casi in cui il soggetto compratore non ha ancora ricevuto la fattura dall'azienda venditrice a distanza di quattro mesi dall’effettuazione dell'operazione

LIQUIDAZIONI E VERSAMENTI PERIODICI IVA

le liquidazioni possono svolgersi su base mensile (entro 16 messe successivo) o trimestrale (entro 16 del secondo mese successivo al trimestre) e si confrontano i saldi conti iva a debito e iva a credito la differenza tra questi due valori sarà oggetto di versamento. In condizioni fisiologiche la posizione Iva a debito a fine mese risulta superiore all'Iva a credito. 16 marzo dell'anno seguente per l'ultimo trimestre dell'anno. In questo caso i pagamenti sono anche maggiorati degli interessi che invece NON vengono calcolati per le liquidazioni mensili.

Nel caso normalmente fisiologicamente meno frequente di una posizione Iva creditoria, il credito è rinviato al periodo successivo. Con riferimento all'ultimo periodo dell'anno (quindi al mese di dicembre per i contribuenti mensili, e l'ultimo trimestre per i contribuenti trimestrali) è previsto il versamento di un acconto Iva entro il 27 dicembre di ogni anno, che in pratica rappresenta un acconto perché il mese di dicembre (entro il 27) non si è ancora chiuso.


l'azienda può decidere di usare questo credito verso l'erario in compensazione (quindi di scalarlo e conguagliarlo per il pagamento di altre imposte, per esempio le imposte sul reddito) oppure può decidere di richiedere il rimborso all'erario per ricevere il pagamento del credito.

"liquidazione posizione IVA di periodo e versmento dell'imposta IVA a debito (saldo avere): 880, IVA a credito (saldo dare): 264"


1)liquidazione IVA relativa alle vendite: ù
VF+ IVA a debito 880, VF- erario c/IVA 880.


2)liquidazione IVA relativa agli acquist:
VF+ erario c/IVA 264, IVA a credito 264


3)versamento IVA del periodo
VF+ erario c/IVA 616, VF- banca c/c 616


Sono tutte permutazioni finanziari perché dal punto di vista economico l'Iva non impatta sulla nostra azienda

IVA FATTISPECI PARTICOLARI

inversione contabile cioè il REVERSE CHARGE:


l'onere dell'imposizione fiscale è trasferito dal venditore al compratore.
Rimane valido il meccanismo generale ossia l'Iva, salvo i rari casi di Iva indetraibile, non rappresenta un costo per l'azienda. Qui con onere dell'imposizione fiscale si fa riferimento all'obbligo di effettuare il versamento all'erario -> In pratica nei casi di inversione contabile NON è il venditore che deve effettuare il versamento all'erario MA il compratore.
il venditore emette la fattura MA in quella fattura NON è indicata l'Iva  il compratore che riceve la fattura la integra (quindi aggiunge delle informazioni in questa fattura), sia il credito Iva sia il debito Iva, e per questo registra la frattura sia nel registro IVA acquisti sia nel registro Iva delle vendite (quindi stesso soggetto registra sia l'Iva a credito che l'Iva a debito) -> l’obiettivo di questo caso è quello di NON interrompere la catena dell’iva.

Iva per cassa, il CASH ACCOUNTING:
Si tratta di un'opzione che è riservata a imprenditori o lavoratori autonomi con un volume d'affari annuo che sta sotto determinate soglie (quindi piccoli imprenditori e lavoratori autonomi) ed è nato per favorire il versamento dell'Iva per soggetti per i quali anche il versamento dell'Iva potrebbe creare dei problemi a livello di liquidità.
questo a seconda degli equilibri e della situazione della liquidità aziendale può creare problemi all'azienda (in termini proprio di mancanza di liquidità per far fronte al pagamento). Questa opzione viene incontro a quel problema, perché consente a piccoli imprenditori e lavoratori autonomi di posticipare il versamento dell'Iva al momento dell'incasso dal cliente. In pratica l'Iva dovuta all'Erario è pagata soltanto dopo aver incassato dal proprio cliente. Analogamente, se pensiamo all'Iva sugli acquisti (qui chiaramente il beneficio deve essere usato in maniera simmetrica), il credito Iva sugli acquisti non matura al momento in cui riceviamo la fattura del fornitore (che noi potremmo anche riuscire a pagare ad una certa distanza di tempo a seconda delle condizioni pattuite con il fornitore), per simmetria in questo caso anche il credito Iva sorge quando la nostra impresa ha pagato il fornitore.

SPLIT-PAYMENT: progressivamente introdotto nel nostro ordinamento a partire dalle amministrazioni pubbliche e poi progressivamente esteso alle società di capitali controllate da enti locali, società quotate dell'indice FTSE MIB di Borsa Italiana. introdotto con l'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale e favorire il regolare afflusso dell'Iva alle casse dell'erario. Qui in pratica sono interessate le operazioni in cui amministrazioni pubbliche, società di capitali controllate da enti locali e le società quotate sono coinvolte come soggetto acquirente (quindi cessionario oppure committente dell'operazione). In questi casi il fornitore (ossia il cedente) emette una fattura regolarmente, indica l'imposta in questa fattura e nella stessa fattura è fatto esplicito il riferimento alla fattispecie dello split payment. In questi casi il soggetto compratore (quindi per es la pubblica amministrazione) paga la fattura al suo fornitore SENZA versare l'Iva al fornitore dei beni, il compratore versa l'Iva split payment direttamente all'erario  quindi il fornitore emette la fattura, sulla fattura l’iva è indicata MA è indicato precisamente che è soggetta al regime dello split payment, quindi il soggetto compratore invece di versare l'intero importo comprensivo di IVA al fornitore, versa al fornitore soltanto il corrispettivo pattuito e versa l'Iva direttamente all'Erario. il soggetto che fa il versamento dell'Iva direttamente all'erario è, nel nostro es, la pubblica amministrazione che con l'erario ha un rapporto più diretto e da un certo punto di vista porta all'Erario maggiori garanzie che il pagamento venga effettuato puntualmente e senza problemi. Se la pubblica amministrazione paga la fattura al suo fornitore, mentre l'Iva dovuta la versa direttamente alle casse dell'erario, quando il cedente (ossia il fornitore dei beni) incassa l'importo indicato in fattura, chiude il credito nei confronti del proprio cliente e storna anche il debito Iva che NON lo ha visto coinvolto da un punto di vista della liquidità MA nel momento in cui la pubblica amministrazione nel nostro esempio ha effettuato il pagamento all'erario, il cedente storna il debito Iva (che non è più dovuto)

OPERAZIONI E POSTE IN VALUTA

operazioni in cui incassi o pagamenti vengono effettuati in una valuta estera diversa dagli euro . TUTTAVIA dobbiamo tenere la nostra contabilità in euro in ossequio al quinto principio della partita doppia

Codice civile articolo 2425 bis specifica che ricavi e proventi, costi e oneri relativi a questo genere di operazioni devono essere convertiti in euro utilizzando il cosiddetto cambio corrente alla data in cui si effettua l'operazione.
quindi alla data di effettuazione dell'operazione i ricavi di vendita e costi d'acquisto devono essere convertiti in euro utilizzando il tasso di cambio in vigore a quella data. Questa del codice civile è una previsione che è in linea con quanto richiesto dal principio contabile nazionale OIC 26 e con il corrispondente principio internazionale IAS 21.

LE DIFFERENZE SU CAMBI:
1) "alla data di effettuazione dell'operazione: venduta merce 2.000 $; cambio 1,08. " VE+ merci c/ vendite 1.851,85, VF+ clienti estero 1.851,85"


2)"al momento del pagamento: dopo due mesi è pagata la merce al cambio di 1,10"
VE- differenza su cambi 33,67 CE 17bis, VF- clienti estero 1.851,85, VF+ banca c/c 1.818,18


se il pagamento non si svolge in un momento contestuale è molto probabile che il tasso di cambio sia cambiato rispetto al tasso di cambio in vigore alla data di effettuazione dell'operazione (nel nostro esempio il tasso di cambio passa da 1,08 a 1,10)



epilogo nella voce C 17 bis che è denominata in bilancio utili e perdite su camb

TRATTAMENTO IVA OPERAZIONI VENDITA E ACQUISTI

IMPORTAZIONI = acquisti da paesi extra europei

ACQUUISTI INTRA COMUNITARI = acquisti da fornitori residenti in uno stato membro dell'unione europea

LE ESPORTAZIONI = venidte a paesi extra europei

CESSIONI INTRA COMUNITARIE = vendite a clienti residenti in uno degli stati membri dell'unione europea

sono assoggettati all'Iva (quindi la nostra azienda acquirente è tenuta al pagamento dell'Iva, senza che questa Iva pagata rappresenti un costo per la nostra azienda).

l'Iva è applicata e pagata in dogana. La base imponibile comprende: valore normale dei beni diritti doganali *eventuali spese accessorie

: il passaggio in dogana spesso avviene in una data per cui il tasso di cambio, che permette la conversione in euro, è diverso rispetto al tasso di cambio della data di effettuazione dell'operazione.

l'Iva è versata in Italia, NO passaggio in dogana. reverse charge = riceviamo dal fornitore europeo una fattura che non contiene l'indicazione dell'Iva, sta alla nostra azienda integrare la fattura registrando sia l'Iva a credito sia l'Iva a debito. invece di versare l'Iva al fornitore che poi a sua volta la versa all'Erario siamo direttamente noi a sostituirci al fornitore versando l'Iva all'erario

IVA applicata nel paese di destinazione

operazioni non imponibili IVA

"importazione di merci USA per 2.180 $. cambio data operazione 1,08. In dogana l9quidata IVA al cambio 1,09. dazi e oneri 200€ anticipati da spedizioniere. compenso spedizioniere 300€ + IVA"


1) bolletta doganale inoltrata da spedizioniere
VE- oneri accessori acquisto 200, VF- debiti v/spedizioniere 684, VF+ IVA a cred 484


(484 si calcola facendo 22% della base imponibile costo diviso tasso doganale + oneri accessori) "dazi e oneri anticipati" = pago prima iva totale con oneri e poi costi con fattura TUTTO a spedizioniere che fa da tramite


2) fattura spedizioniere
VE- oneri accessori acquisto 300, VF- debiti v/spedizioniere 366, VF+ IVA a crediti. 66


3) fattura fornitore
VE- acuqisti merci 2.018,52, VF- fornitori USA 2.018,52


fquando pago fattura merci a fornitore devo dividere per tasso di cambio data operazione

si imporranno merci dalla Svezia per 20.196 corone svedesi. il tasso di cambio alla data dell'operazione è 10,80" VE- acquisto merci 1.870, VF- fornitori esteri 1.870, VF- IVA a debito, VF+ IVA a credito 411,4


costo in euro e calcolo IVA sulla base già convertita

POSTE IN VALUTA

ci troviamo alla chiusura dell'esercizio e la scelta che dobbiamo compiere in vista della redazione del bilancio è se mantenere le Poste che prevedono il regolamento in una valuta estera al valore in cui sono già iscritte in contabilità oppure, se in vista della redazione del bilancio, è necessario adeguarne il valore. al 31 dicembre, molto probabilmente il tasso di cambio tra la valuta straniera e l'euro si è ulteriormente modificato. specificatamente l’OIC 26 che distingue nettamente due categorie che hanno un trattamento diverso:

1. attività o passività monetarie: sono quelle attività o passività che comportano il diritto a incassare o l'obbligo a pagare a date future degli importi espressi/regolati in valuta straniera quindi parliamo di crediti, debiti, disponibilità liquide, ratei, titoli di debito, fondi rischi e oneri, conti d'ordine. il principio OIC 26 richiede di adeguarne il valore, in vista della redazione del bilancio, al cambio corrente

  1. attività o passività NON monetarie: sono quelle che invece non comportano futuri pagamenti o incassi in valuta straniera. es immobilizzazioni tecniche, partecipazioni, titoli, anticipi, risconti e rimanenze. Le attività e le passività non monetarie invece al 31 dicembre devono rimanere esposte al cosiddetto cambio storico.

utili e perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l'eventuale utile netto dev'essere accantonato in un'apposita riserva non distribuirle fino al realizzo. sono rappresentati in conto economico ma non possono uscire fuori dalle casse aziendali sotto forma di dividendi.

il problema è scegliere se e come adeguare il valore in vista della redazione del bilancio, Quindi non parliamo di nuove operazioni, la gestione è ferma, siamo nelle scritture di assestamento -> dobbiamo decidere a quale valore esporre queste poste in valuta.

"al 31/12 è presente in contabilità un credito di 10,500$ iscritto al tasso di cambio 1,05. al 31/12 il tasso di cambio è pari a 1,06" VE- differenza su cambi 94,34 CE 17bis, VF- crediti estero 94,34


questa cifra è la differenza su cambi NON il credito al cambio corrente, si calcola prima con prezzo storico, poi corrente e si fa differenza

Attenzione: al 31/12 non dobbiamo né iscrivere un credito ex novo (perché il credito di 10mila euro è già iscritto in contabilità), ne dobbiamo chiudere completamente il credito già presente in contabilità -> dobbiamo soltanto adeguarne il valore per rispettare la normativa civilistica dell’OIC 26 quindi semplicemente correggiamo il valore del credito riducendolo per 94 euro e 34 centesimi. Stesso meccanismo per il debito:

"il 31/12 è presente in contabilità un debito di 15.300 dollari canadesi iscritto al tasso di cambio è pari a 1,53. al 31/12 il tasso di cambio è pari a 1,55"
VE+ differenze su cambi 129,03 (CE C17BIS) , VF+ debiti estero 129,03"

Se immaginiamo che un'azienda nell'intero esercizio abbia avuto soltanto queste due differenze su cambi, dopo queste due scritture il saldo del conto “differenze su cambi” sarebbe un saldo avere pari a 34 euro e 69 (=129,3 – 94,34). In questi casi il codice civile pone l'obbligo di non distribuire utili che non siano stati realizzati, cioè in presenza di un utile su cambi (quindi di una voce C 17 bis positiva a CE) è necessario valutare se stanziare una riserva specifica. riserva deve essere presa tenendo in considerazione sia l'importo dell'utile su cambi, sia l'importo del risultato economico complessivo dell'esercizio. Se invece a CE la voce C17 bis ha segno negativo (quindi abbiamo una perdita su cambi) non c'è nessuno utile netto da accantonare a riserva e non si effettua alcun accantonamento. se l'esercizio chiude in utile invece Se l'utile totale è inferiore rispetto al nostro utile netto su cambi, in quel caso l'utile dovrà essere accantonato per intero proprio per raggiungere l'obiettivo di NON distribuire l'utile su cambi. Se invece l'esercizio chiude un utile che supera per importo la nostra voce positiva C 17 bis (inferiore a utile d’esercizio) sarà necessario accantonare a riserva specifica soltanto l'importo positivo della voce C17 bis.

Immaginiamo di proseguire il nostro esempio: l'azienda con quell'Utile su cambi chiude l'esercizio con un utile pari a 20 è necessario l'accantonamento a riserva conversione cambi e, in particolare, questo accantonamento dovrà riguardare l'intero utile dell'esercizio.

NB questa scrittura NON viene effettuata al 31/12 in maniera automatica MA nel nuovo esercizio nel momento in cui l'azienda provvede a destinare l'utile dell'esercizio = nella primavera dell'anno seguente.


ùIn questo caso la registrazione è una semplice permutazione economica -> stiamo addebitando il conto “risultato dell'esercizio” 2020/2021 e stiamo registrando un “meno mezzi propri” sotto forma dell’ Utile dell'esercizio appena concluso, quindi riducendo la voce che a SP compare nel passivo nella classe A, voce A9° che accoglie il risultato dell'esercizio. A questo - mezzi propri, VE-, corrisponde in avere un + mezzi propri, VE+, sotto forma di “riserva conversione cambi”, riserva che trova poi rappresentazione a SP nella voce A6° dedicata alle altre riserve.


l'obiettivo di questa scrittura/accantonamento è soltanto evitare la distribuzione di quelle risorse sotto forma di dividendi proprio per la salvaguardia del patrimonio.

le differenze su cambi nascono da 2 tipologie di operazioni:
-al momento del pagamento -> in questo caso sono differenze su cambi realizzate perché l'importo ricevuto/pagato è diverso dal valore originariamente iscritto in contabilità


-al termine dell'esercizio proprio per questi adeguamenti di valutazione per portare le Poste monetarie a una conversione al cambio corrente alla data della chiusura dell'esercizio.


l'azienda stabilirà come modificare il saldo di questa riserva tenendo conto della nuova differenza su cambi esposta alla voce C. 17 bis del CE e anche del risultato economico complessivo dell'esercizio concluso, con l'obiettivo di fondo di evitare la distribuzione dell'utile su cambi.

MEZZI PROPRI (è il capitale di rischio dell'azienda o capitale proprio)

patrimonio netto viene costituito in azienda a partire dal suo nucleo originario ossia il capitale sociale conferito dai soci

conferimenti in natura: gravati da una maggiore incertezza valutativa Anche per questo motivo i conferimenti in natura devono essere effettuati immediatamente all'atto della sottoscrizione e sono ulteriormente soggetti a una perizia che deve essere rivista entro sei mesi per verificare la congruità della valutazione effettuata al momento del conferimento

conferimenti in denaro: Soltanto un quarto dei conferimenti in denaro deve essere versato immediatamente su un conto corrente vincolato intestato all'azienda. Le altre quote possono essere versate in un momento successivo e, in caso di ritardi e di necessità, gli amministratori possono anche effettuare il cosiddetto richiamo delle quote che dal punto di vista contabile rappresenta semplicemente una permutazione finanziaria.

SOTTOSCRIZIONE: "costituita alfa spa con capitale sociale di 120.000. conferimenti sono 50.000 in denaro e 70.000 in immobile" VE+ capitale sociale 120.000 (SP A.I), VF+ soci c/sottoscrizioni 120.000 (SP A “crediti verso soci per versamenti ancora dovuti”). Con i primi conferimenti (quelli immediati) vediamo subito ridursi il saldo di questo credito.

"conferimenti in denaro: versamento dle 25% obbligatorio ("liberazione")" VF+ banca 12.500, VF- soci c/sottoscr5izioni


conferimenti in nature: conferimento immediato dell'immobile VE- immobili 70.000, VF- soci c/sottoscrizioni


(come costo per un fattore a fecondità ripetuta, come avviene quando acquistiamo da un fornitore)


versamento successivo delle quote mancanti VF+ 37.500, VF- 37.500



In caso di ritardo o di necessità gli amministratori possono richiamare i decimi dovuti (ossia sollecitare i soci a velocizzare il versamento degli ultimi conferimenti in denaro) e in quel caso, invece di avere l'incasso in banca come VF+, avremo sempre una permutazione finanziaria chiudendo il conto “soci conto sottoscrizioni” in avere e registrando in dare un conto sempre di natura finanziaria “soci conto decimi richiamati”

Un tipo particolare di conferimento in natura è il conferimento di azienda o ramo d'azienda.non è un bene singolo (come nel caso dell'immobile o del terreno) ma è un complesso di beni.


può nuovamente sorgere un avviamento che è determinato come la differenza tra il valore attribuito al conferimento e il valore contabile del capitale dell'azienda o ramo d'azienda conferito. Qui il meccanismo è assolutamente analogo rispetto a quello che abbiamo già visto per gli acquisti di aziende o ramo d'azienda.


il valore attribuito al conferimento dovrebbe rispecchiare il capitale economico della a<ienda conferita (che può essere diverso dal capitale netto contabile), la differenza è data dall'avviamento.


"un socio effettua un conferimento in venatura valutato 100, conferendo un'azienda. il capitale dell'azienda conferita è costituito da: attrezzature 300, crediti verso clienti 100, debiti vs fornitori 320.


VE- attrezzature 300, avviamento 20, VF- fornitori 320, soci c/ sottoscrizioni 100, VF+ clienti 100


attraverso questo conferimento, il soggetto conferente ha ricevuto una parte della proprietà dell'azienda il cui il conferimento è stato effettuato.

VARIAZIONI DEL CAPITALE PROPRIO

possono avere natura endogena quindi derivare dalla normale gestione d'azienda, innanzitutto la determinazione del risultato economico dell'esercizio che può rappresentare un utile oppure una perdita. l'utile può essere accantonato a riserva o distribuito. come utilizzare le riserve? possono avere diverse possibilità di impiego: Coprire le perdite, integrare i dividendi o aumentare gratuitamente il capitale sociale.

Oppure natura esogene: variazioni che derivano da flussi di disponibilità liquide con l'esterno. Gli esempi che vediamo riguardano gli aumenti del capitale sociale (stavolta a pagamento), la conversione di debiti in capitale di rischio, i versamenti in conto capitale, riduzioni di capitale sociale che possono avvenire o per esuberanza del capitale o per l'uscita di un socio e il caso dell'acquisto delle azioni proprie (ossia i casi in cui l'azienda acquista le sue stesse azioni e vedremo come queste azioni proprie una volta acquisite possono essere utilizzate -> o per annullamento o nell'ambito di permuta o di alienazione).

perdite possano essere coperte: -coperture contabili , -coperture reali, -sospensione delle perdite

1) "l'azienda chiude l'esercizio con un utile netto. rilevazione del risultato economico positivo pari a 100"
VE- conto economico 100, VE+ utile esercizio 100


2) "l'azienda chiude l'esercizio con una perdita. rilevazione del risultato economico negativo
VE- perdita dell'esercizio 200, VE+ conto economico 200


tutti questi conti vengono chiusi movimentano in contropartita un conto sintetico denominato “conto economico”, al termine di tutte le chiusure di questi conti senza ripresa di saldo viene chiuso anche il conto sintetico denominato “conto economico” e qui possiamo trovarci di fronte due casi:


utile + mezzi propri
perdita - mezzi propri

CASO UTILE a fine esercizio

ACCANTONAMENTO A RISERVE

DISTRIBUZIONE DELL'UTILE

Obbligatorie:
-legali (art 2430 5% dell' utile fino a raggiungimento di 1/5 capitale) o statuarie (Altro esempio di riserva di utile obbligatoria è la riserva “conversione cambi” quando ricorrono tutte le condizioni che obbligano alla sua creazione. )
-facoltative

soci o ad altri soggetti (amministratori o dipendenti). risponde alla logica della remunerazione del soggetto economico che ha investito e rischiato il proprio capitale

es: " un azienda destina l'utile di 100 nel seguente modo: minimo a riserva legale, 20% a riserva statuaria, il resto agli azionisti (persone giuridiche)" VE- utile esercizio 100, VE+ riserva legale 5, VE+ riserva statuaria 20, VF- soci c/dividendi 75

Qui l'azienda dell'esempio ha un utile di 100 che viene destinato per la quota minima a riserva legale ossia il 5 % dell'utile, per il 20 % è a riserva statutaria e la parte restante agli azionisti. Qui l'utile viene destinato, il che significa che l'utile dell'esercizio si riduce VE-, - mezzi propri.


Il resto viene distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi. Qui registriamo soltanto la liquidazione e NON il pagamento del dividendo quindi registriamo un debito della società nei confronti dei soci. Il conto è “soci conto dividendi” -> conto che, se non viene chiuso e non viene effettuato il pagamento prima della chiusura dei conti per la redazione del bilancio, trova rappresentazione a SP nella voce D14

CASO PERDITA A FINE ESERCIZIO

a disposizione diverse possibilità:

!) copertura contabile: usando prima le riserve disponibili, per ultima la riserva legale. VE- riserva straordinaria 200, VE+ perdita dell'esercizio 200


IMPO l'ordine in cui usare le riserve: prime le riserve disponibili (= le riserve che non hanno vincoli di utilizzo, Esempio classico è la riserva straordinaria). 2. dopo aver esaurito le riserve disponibili, se necessario, si può passare alle altre riserve: riserve conversione cambi, le riserve di rivalutazione ecc. 3. Per ultima viene utilizzata la riserva legale che rappresenta proprio l'ultimo baluardo a garantire la solidità del patrimonio prima di intaccare il capitale sociale. la quota di riserva legale fino ad arrivare al quinto del capitale sociale NON può essere utilizzata per alcun impiego diverso dalla copertura delle perdite.


NB Se l'azienda prosegue negli accantonamenti la quota di riserva legale che supera 1/5 del capitale sociale è liberamente disponibile per qualsiasi utilizzo da parte dell'azienda  è stata creata su base volontaria (e non obbligatoria)


2) copertura reale: reintegro dei soci
VE+ perdita dell'esercizio 200, VF- soci c/reintregri 200
i soci effettuano nuovi versamenti


3)la sospensione (rinvilio a nuovo):
VE- perdita a nuovo 200, VE+ perdita dell'esercizio 200


in questo caso i soci decidono di NON coprire immediatamente la perdita In questo caso si chiude ugualmente la perdita dell’esercizio come abbiamo visto negli altri casi MA in contropartita questa perdita rinviata a nuovo viene registrata in un nuovo conto dedicato “perdite a nuovo” VE-, - mezzi propri. L'epilogo a SP di questo conto è in una voce a sé stante nel passivo classe A “patrimonio netto” alla voce A8° che è specificatamente dedicata NON alla perdita dell'esercizio MA a perdite o utile che si riferiscono a esercizi passati ma per cui non è ancora stata effettuata una scelta di copertura nel caso della perdita.


ALTRI USI RISERVE

utilizzate per integrare la distribuzione dei dividendi. per sopperire a utili un po’ più magri negli esercizi meno favorevoli


"si destina un utile di 2'00 come segue: accantonamento minimo a riserva legale, distribuzione alle 100 azioni un dividendo di 1,95 ciascuna usando la riserva straordinaria. i soci sono persone giuridiche.
VE- utile dell'esercizio 200, VE- riserva straordinaria 5, VE+ riserva legale 10, VF- soci c/dividendi 195

Aumento gratuito di capitale: si emettono 100 azioni gratuite da assegnare ai soci utilizzando la riserva straordinaria per 1.000"
VE- ris. straordibnaria 1.000, VE+ capitale sociale 1.000


(Abbiamo ridotto la riserva straordinaria per aumentare il capitale sociale)
Si mettono 100 azioni gratuite da assegnare ai soci utilizzando la riserva straordinaria per 1000 Questo ci dice immediatamente che queste nuove 100 azioni di nuova emissione hanno un valore nominale di 10.


Questo aumenta la solidità dell'azienda perché mentre la riserva straordinaria è disponibile per qualunque tipo di utilizzo (es per integrare la distribuzione dei dividendi), il capitale sociale invece deve rimanere in azienda.

aumento d capitale sociale a pagamento: "i soci versano 100 in c/futuri aumenti di capitale"
VE+ versamenti c/aumento, VF+ banca c/c 100


qui il capitale proprio varia per effetto di incassi oppure pagamenti (quindi flussi di disponibilità liquide in entrata e in uscita).


Primo esempio: aumentiamo il capitale sociale MA NON gratuitamente per gli azionisti girando riserve del netto MA chiediamo un pagamento (quindi nuovi conferimenti).


se l'azienda ha avuto una storia positiva e quindi ha accantonato utili nel corso degli anni, viene richiesto ai nuovi azionisti il pagamento di un sovrapprezzo cioè in questi casi le azioni di nuova emissione NON vengono pagate da chi partecipa all'aumento di capitale soltanto per il valore nominale MA oltre a questo valore nominale è chiesto un importo aggiuntivo denominato sovrapprezzo che va a costituire la riserva “sovrapprezzo azioni” riserva che è soggetta a un pagamento immediato integrale e che rappresenta un pagamento da parte di chi partecipa all'aumento del capitale che pro-quota diventa così proprietario anche delle riserve di utili già presenti in azienda e che derivano dalla sua gestione passata.


quindi questa riserva è una riserva di capitale (che si distingue dalla riserva di utili semplicemente per l'origine delle risorse: la riserva di capitale NON deriva da un accantonamento di utile, come anche le riserve di rivalutazione che vengono create quando si rivalutano le immobilizzazioni tecniche per effetto di leggi speciali).

Oltre a questi importi è spesso richiesto nell'ambito degli aumenti di capitale sociale a pagamento il riconoscimento del conguaglio (o rateo) dividendi = un corrispettivo pagato da chi partecipa all'aumento di capitale, perché entrando nella compagine azionaria i partecipanti all'aumento di capitale avranno diritto a ricevere dei dividendi su un utile che è stato generato per un intero esercizio amministrativo, anche se l'aumento di capitale si è realizzato a metà oppure anche a esercizio amministrativo inoltrato.


in casi di aumenti di capitale sociale a pagamento la società sostiene dei costi per l'emissione delle azioni e, questi costi, possono essere chiesti in rimborso a coloro che partecipano all'aumento di capitale.


Altre possibili variazioni esogene possono essere rappresentati dalla conversione di debiti in capitale di rischio (per cui in sostanza il soggetto che doveva ricevere un pagamento da parte dell'azienda accetta di convertire le risorse prestate in un conferimento e quindi in pratica passa dalla qualifica di creditore dell'azienda alla qualifica di proprietario pro-quota dell'azienda).


Altra fattispecie che mostra una registrazione contabile particolarmente semplice è quella dei versamenti effettuati dai soci SENZA tutte le formalità per l'aumento del capitale sociale a pagamento che tuttavia rappresentano versamenti “a fondo perduto”, es versamenti in conto capitale, versamenti in conto futuri aumenti di capitale (perché magari la società ha un bisogno immediato di risorse liquide e disponibili e tutti i passaggi necessari per l'aumento di capitale verranno effettuati magari in un secondo momento)
Nell’ esempio i soci versano 100 in conto “futuri aumenti di capitale” quindi l'azienda incassa 100 sul conto corrente bancario, in contropartita VE+, + mezzi propri che non rappresentano ancora capitale ma sono rappresentati come “altre riserve”-> se in seguito l'azienda deciderà di utilizzare quelle risorse per aumentare il capitale sociale a quel punto quella conversione di riserve in capitale sociale porterà a un aumento di capitale sociale gratuito.

"si emettono 300 nuove azioni con valore nominale 1, valore di missione 1,2 e 0,02 di rateo dividendi. spese di emissione totali pari a 2, a carico dei nuovi capitali. tutti. i conferimenti sono in denaro. i soci versano immediatamente quanto previsto per legge" VE+ capitale sociale 300, VE+ riserva sovrapprezzo 60, VE+ conguaglio dividendi 6, rimborso spese emissione 2. VF+ soci c/sottoscrizionni 368. //// separato /// VF- soci c/sottoscrizizoni 135, VF+ banca 135" (25% conferimenti in denaro + sovrapprezzo

il valore di emissione è pari a 1,2. Quindi per ogni azione c'è uno 0,2 di sovrapprezzo azioni dato dalla differenza tra valore di emissione e valore nominale.


135 = 25% di 300 + 60 (0,2 x 30 0= sovrapprezzo)


Il pagamento: permutazione finanziaria che riguarda, a livello di importi, il 25 % dei conferimenti in denaro a cui si somma per intero il sovrapprezzo azioni. NON sono invece versati immediatamente la parte non obbligatoria dei conferimenti in denaro “conguagli dividendi e rimborso delle spese di emissione”.

RIDUZIONI DEL CAPITALE SOCIALE

per esuberanza del capitale VE- capitale sociale 100, VF- soci c/rimborsi 100 SP D14


per uscita del socio VE- capitale sociale 100, VE- riserva straordinaria 20, VF- soci c/rimborsi 120


caso delle riduzioni contabili che riducono il capitale sociale dopo aver consumato tutte le riserve allo scopo di coprire la perdita,parlando di riduzioni reali (che comportano un esborso monetario da parte della società nei confronti dei soci) dobbiamo distinguere due casi differenti:


1 esuberanza del capitale = i soci ritengono che il capitale sociale sia di importo eccessivo rispetto alle esigenze aziendali.
In questo caso il rimborso che viene effettuato ai soci è effettuato soltanto con riferimento al valore nominale quindi soltanto alla quota di capitale sociale di spettanza dei soci. Quindi riduciamo il capitale sociale, - mezzi propri VE-. In contropartita debito della società nei confronti dei soci “soci conto rimborsi” nella solita voce residuale dei D14.




2 uscita di un socio  un socio che lascia la compagine societaria e vuole il rimborso delle sue quote. In questo caso il socio ha diritto, non soltanto alla quota di sua spettanza del capitale sociale, ma anche (se esistono) alla quota di sua spettanza delle riserve di utili disponibili. quindi in questo caso avremmo non solo la riduzione dei mezzi propri sotto forma di capitale sociale MA vedremo anche una riduzione della riserva straordinaria con in contropartita un conto “soci conto rimborsi”. Questo per quanto riguarda la liquidazione, ovviamente in un momento successivo c'è la permutazione finanziaria del pagamento per cui si chiude il debito soci conti rimborsi e si ha un'uscita di disponibilità liquida.

ACQUISTO DELLE AZIONI PROPRIE

Ci sono diverse cautele poste dal legislatore perché questo acquisto di azioni rischia di rappresentare un rimborso ad alcuni soci mascherato da acquisto di azioni. fattispecie, che è stata modificata col decreto legislativo 139 del 2015 e a partire da questo provvedimento l'acquisto delle azioni proprie viene trattato NON come un investimento dell'azienda MA come un rimborso di patrimonio netto.


al momento dell'acquisto delle azioni proprie, queste azioni NON vengono rappresentate insieme alle altre azioni tra le partecipazioni dell'attivo di stato patrimoniale MA vengono rappresentate riducendo il patrimonio netto (attenzione; non si riduce il capitale sociale che è stato oggetto di una riduzione MA viene ridotto il patrimonio netto).


Parlando di limiti legali gli importi che possono essere utilizzati dall'azienda per acquistare azioni proprie NON possono superare le riserve disponibili dell'ultimo bilancio, gli amministratori non possono procedere in maniera discrezionale MA devono essere autorizzati a questi acquisti dall'assemblea che indica il periodo per la delega non superiore a 18 mesi, i volumi di acquisto e gli importi minimi e massimi per questo genere di investimento.


Nel caso delle società quotate (che si rivolgono al pubblico risparmio), a prescindere dalle riserve disponibili, l'investimento in azioni proprie NON può superare 1/5 del capitale sociale.


“riserva negativa per azioni proprie in portafoglio” (=nuova voce di Stato Patrimoniale introdotta con il decreto legislativo 139,riserva nel passivo di SP alla voce A 10° quindi entro il patrimonio netto e ha segno un negativo quindi riduce il patrimonio netto per 120).


"si acquistano azioni proprie per un importo pari a 120" VE- riserva ngativs per azioni proprie in portafoglio 120, VF- debiti diversi 120


stiamo comprando azioni nella nostra società da alcuni degli azionisti verso i quali sorge un debito

1 annullamento del capitale: "si annullano azioni proprie acquistate a 120 (valore nominale 100)"
VE- capitale sociale 100, VE- riserva straordinaria 20, VE+ riserva negativa per azioni proprie in portafoglio



2 la permuta
"si permutano le azioni proprie acquistate a 120 con un brevetto valutato 110 ricevendo conguaglio di 10


120 è un valore di mercato di quelle azioni
la riduzione di capitale sociale (- mezzi propri sotto forma di capitale sociale) è pari soltanto al valore nominale rappresentato da quelle azioni ossia 100. I restanti 20 (che evidentemente rappresentano un consumo di mezzi propri) vengono tratti da una riserva disponibile (nel nostro esempio “riserva straordinaria”)


la riserva disponibile deve essere presente in contabilità per il limite del legislatore di cui si parlava prima ossia le azioni proprie possono essere acquistate soltanto nei limiti di riserve disponibili !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


2 la permuta / alienazione
"si permutano le azioni proprie acquistate a 120 con un brevetto valutato 110 ricevendo conguaglio di 10


VE- brevetti 110, VE+ riserva negativa per azioni proprie in portafoglio 120, VF+ crediti diversi 10


Registriamo il brevetto come fattore a fecondità ripetuta


3 alienazione "si vendono le azioni proprie acquistate a 120 a un prezzo di 130"
VE+ riserva negativa per azionin proprie in portafoglio, VE+ riserva straordinaria 10, VF+ crediti diversi 130


l'azienda ha acquistato azioni proprie semplicemente perché riteneva che fossero un buon investimento e quindi non c'è alcuna riduzione del patrimonio netto con questa scelta, le abbiamo acquistate perché prezzo ci sembrava conveniente e le rivendiamo a un prezzo più alto.


A questo punto vendere le azioni proprie acquistate a 120 significa chiudere la riserva negativa per l'importo a cui l’avevamo creata


 i 10 aggiuntivi che siamo riusciti a spuntare sul mercato alimentano una riserva disponibile. Quindi + mezzi propri sotto forma di riserva straordinaria
). In questo caso il patrimonio netto NON è stato ridotto, è stata rappresentata nel nostro SP una riserva negativa che lo riduceva per 120 finché queste azioni proprie sono rimaste in portafoglio -> quando queste azioni proprie sono state vendute è stata chiusa la riserva negativa e il maggior valore a cui siamo riusciti a venderle sul mercato è affluito in una riserva rappresentata a SP tra le altre riserve passivo alla voce A 6°.

motivo per es particolarmente frequente è quello che la società ritiene che le proprie azioni siano in quel momento sottovalutate e che acquistarle sia un ottimo investimento  quindi le acquista per:

  • rivenderle in un momento successivo
  • per utilizzarle in una permuta in un momento seguente

FINANZIAMENTI DA TERZI

1 ACQUISIZIONE DEL FINANZIAMENTO
VF- debiti di finanizamento, VF+ banca c/c


2 PAGAMENTO DI INTERESSI
VE- interessi passivi, VF- banca c/c


3 RIMBORSO DEL FINANZIAMENTO
VF- debiti di finanziamento, VF+ banca c/c



FORME PIU DIFFUSE:

a BREVE:

a MEDIO / LUNGO:

apertura di credito in c/c, sconto di cambiali passive finanziarie, smobilizzo di crediti commerciali (anticipi su fatture, factoring)

mutui passivi, prestutu obbligazionari

parliamo di finanziamenti di natura finanziaria quindi NON parliamo di debiti di regolamento o debiti commerciali MA di finanziamenti che si sviluppano sul breve termine, dove la controparte prevalente è la banca (salvo in alcuni casi l'esempio del factoring). smobilizzo di crediti commerciali in cui l'azienda chiede a una società terza (banca o la società di factoring = compito di anticipare un importo che l'azienda si attende di ricevere dai clienti per effetto di rapporti commerciali)

apertura di credito in c/c (forma di affidamento basata su un contratto mediante il quale l'impresa ha a disposizione dalla banca una determinata somma di denaro che può utilizzare secondo necessità. Cioè l'azienda si è accordata con la banca che le concede di andare in rosso sul suo conto corrente secondo le proprie necessità. Per questo motivo il conto “banca conto corrente” può avere un'alternanza di saldi: dare quando ci sono le disponibilità liquide depositate sul conto corrente bancario, avere nei casi in cui l'azienda sfrutta lo scoperto di conto (quindi questa forma di affidamento) e quindi risulta un debito nei confronti della banca. L’onerosità del finanziamento è rappresentata da interessi che sono generalmente regolati su base trimestrale al termine del trimestre (Quindi costi posticipati e interessi che gravano direttamente sul conto corrente bancario)), sconto di cambiali passive finanziarie (debito finanziario che è garantito dalla cambiale), smobilizzo di crediti commerciali (anticipi su fatture, factoring)

Quindi parliamo di cessione del credito.

apertura di credito su c/c:
-massimo affidamento, scadenza spesso rinnovata
-massima flessibilità d'uso: alternanza di saldi
-costi (posticipati): interessi trimestrali sul c/c


"prelevati 30 in contanti su scoperto di conto"
VF+ cassa 30, VF- banca c/c 30


"pagate fatture da fornitori per 30 su scoperto di conto"
VF+ fornitori 30, VF- banca c/c 30


(- disponibilità sul conto corrente bancario o + debiti verso la banca per 30.)


"liquidati interessi passivi per 20 e commissioni per 5"
VE- interessi passivi 20, VE- oneri bancari 5, VF- banca c/c 25


FOCUS -> Sconto di cambiali passive finanziarie, stiamo parlando di un nuovo debito che l'azienda accende nei confronti della banca e che è garantito da una cambiale. Fattispecie da NON confondere con un'altra possibile forma di finanziamento a breve termine costituita dai casi in cui l'impresa ha un credito garantito da una cambiale (in quel caso commerciale) e questo viene smobilizzato per ricevere in anticipo il pagamento della banca.

emissione del pagherò e ammissione allo sconto in banca, costi (in via anticipata): bollo (11 per mille), commissioni, interessi


"ottenuto sconto di pagherò da istituto bancario. finanziamento: 10.000 €, durata 120 gg, interessi 5% annuo, commissioni 50€"


VE- sconti passivi su cambiali finaziarie 167, VE- oneri e commissioni bancarie 50, VE- spese bolli effetti 110.
VF- cambiali passive finanziarie 10.000, VF+ banca c/c 9.773


bollo = (11x 10.000) / 1000 (=11xmille) = 110
sconti pax = 10.000 x 0,05 -> 500 -> / 12 - > x 4 = 166,6666


[NB qui è indicato chiaramente interessi al 5 % annuo, se negli esercizi non avete alcuna precisazione il tasso d'interesse per semplicità verrà sempre esposto in forma annua].


da questi 10.000 euro vengono sottratti immediatamente, in via anticipata, tutti gli oneri collegati al finanziamento.

FOCUS -> smobilizzo dei crediti commerciali, sono crediti che l'azienda vanta verso soggetti terzi che vengono trasferiti a istituti bancari ma non soltanto. Questi crediti possono essere rappresentati da diversi documenti:


cambiali dotate di requisiti di bancabili (operazioni di sconto efffetti)
cambiali non dotate di requisiti di bancabili (finanziamenti in portafoglio sbf)
ricevute bancarie (finanziamenti in portafoglio sbf)
Fattura (anticipazioni su fatture o factoring)

ANTICIPI SU FATTURE: la banca non anticipa l'intera somma (applica uno scarto) , i costi (posticipati): interessi trimestrali su c/c bancario


scarto NON rappresenta il costo del finanziamento MA la banca per prudenza anticipa un importo variamente inferiore rispetto all'importo indicato in fattura


VF- banca c/anticipi su fatt. 360, VF+ banca c/c 360


caso A) alla scadenza del credito il debitore paga
VF- banca c(anticipi su fatt. 360, VF- bamca c/c 40, VF- crediti verso clienti 400


caso B) alla scadenza il debitore non paga
VF- banca c/c 360, VF+ banca c/ant. su fatt. 360

FACTORING: prevede la cessione del credito ad un terzo (facto) che ne cura la gestione e la riscossione. tipologia: clausola pro solvendo (rischio resta in capo all'originario titolare del credito), pro soluto (la vendita trasferisce anche il rischio del credito)
costi (anticipi): commissioni (imponibili iva) e interessi



esempio di factoring con clausola pro solvendo:
i costi sono regolati in via anticipata. L'importo ricevuto risente della onerosità del finanziamento e questi oneri li registriamo subito. Altro aspetto: essendoci la clausola pro solvendo noi NON chiudiamo il credito verso clienti ma registriamo semplicemente il debito verso il factor.


"viene ceduto al factor un credito di 5.000 con clausola pro-solvendo. anticipo immediato di 4.000, commissioni 250 + IVA, interessi 200"


VE- commissioni di incasso 250, interessi passivi 200, VF- debiti verso Factor, VF+ iva a credito 55, banca 3.495


alla scadenza il factor incassa il credito e accredita la differenza
VF- clienti 5.000, VF+ debito verso facto 4.000, VF+ banca 1.000


commissioni per il servizio di factoring che sono imponibili Iva

Anche queste operazioni di finanziamento a breve termine possono porre la necessità di effettuare delle scritture di assestamento. ASSESTAMENTO INTERESSI:, SE interessi posticipati = 1 se comuni a due o più esercizi: VE- interessi passivi , VF- ratei passivi 10... 2 se di competenza integrale dell'eserciio (es interessi su c/c) VE- interessi passivi 10, VF- partite passive da liquidare 10. SE via anticipata e communì a due o più esercizi 8es anticipazioni, sconto cambiali) VE- risconti attivi 4, VE+ interessi passivi 4

2)Altro caso che necessita sempre di un'integrazione MA non dello stanziamento di un reato passivo è quello in cui gli interessi sono di competenza integrale dell'esercizio (quindi non parliamo di costi a cavallo tra due o più esercizi) MA non sono ancora stati liquidati -> L'esempio classico è quello degli interessi sul conto corrente -> quelli relativi all'ultimo trimestre dell'esercizio per competenza si chiudono non a cavallo di più periodi ma al 31 di dicembre. Molto spesso però sono poi liquidati (dal punto di vista concreto) nei primi giorni dell'anno successivo es MA non parliamo di interessi comuni a due o più esercizi  non c'è nessuna suddivisione o ripartizione da fare, la competenza si chiude al 31/12 -> per questo motivo in contropartita nella scrittura di integrazione non potremo usare il conto ratei passivi MA useremo il conto “partite passive da liquidare”.

metodo del costo ammortizzato, di recente introduzione nel nostro ordinamento, si basa su una valutazione che viene effettuata seguendo il metodo dell'interesse effettivo , consente di valutare il debito tenendo conto del TIR = tasso interno di rendimento. tasso costante lungo la durata del debito che eguaglia il valore dei flussi finanziari futuri derivanti dal debito e il suo valore di rilevazione iniziale. se il tasso d'interesse di mercato si discosta significativamente da questo tasso d'interesse effettivo è necessario attualizzare i debiti. (Queste due previsioni noi non le affrontiamo).


Metodo del costo ammortizzato e attualizzazione del debito se il TIR è diverso dal tasso d'interesse di mercato possono essere evitate nella grande maggioranza delle imprese italiane, inoltre lo stesso Oic 19 precisa che:
"LA VALUTAZIONE DEI DEBITII OIC 19: il criterio del costo ammortizzato può non essere applicato ai debiti se gli effetti sono irrilevanti, si può presumere che siano irrilevanti SE i debiti sono a breve termine (scadenza < 12 mesi ), o se i costi di trasnazione , le commissioni e ogni altra differenza tra valore iniziale e valore a scadenza sono di scarso rilievo rispetto al valore nominale.


l'attualizazione dei debiti può non essere applicata ai debiti se gli effetti sono irrilevanti rispetto al valore non attualizzato. oltre al caso in cui il tasso di interesse effettivo non è significativamente diverso dal tasso di interesse di mercato , si può presumere che gli effetti siano irrilevanti se i debiti sono a brevetermine (scad < 12 mesi)


Impo quindi sapere che le società redigono il bilancio in forma ordinaria (in particolare per i debiti a medio lungo termine, salvo i casi in cui questo sia irrilevante) devono applicare sia il criterio del costo ammortizzato sia l’attualizzazione dei debiti (esercizi su questo argomento non possono essere oggetto né di esercitazione né lo saranno all'esame).


Il modo in cui invece vediamo valutati i debiti è il modo che è previsto per i bilanci abbreviati, per i bilanci delle microimprese e anche per tutti i casi in cui le società che redigono il bilancio in forma ordinaria ritengono che l'applicazione del criterio del costo ammortizzato o dell’attualizzazione del debito produca effetti irrilevanti

FINANZIAMENTI A UNGO TERMINE NEIBILANCI ABBREVIATI O DI MICRO-IMPRESE: MUTUI


restituzione del capitale : a rate (quota capitale) o a scadenza
costi : oneri contrazione mutui (anticipati), interessi periodici (posticipati)


1/4/x ottenuto mutuo triennale di 600. oneri contrazione 36, interessi semestrali al tasso 6%. rimborso in rate. semestrali a partire da 1/10/x a quote capitali costanti
VE- oneri contrazione mutui 36, VF- mutui passivi 600, VF+ banca 564


1/10/x rimborso prima quota capitale e pagamento di quota interessi
calcolo interessi: 600 x 0,06 x 6/12 = 18
VE- interessi passivi 18, VF- banca c/c 118, VF+ mutui passivi 100


gli oneri contrazione mutui sono costi anticipati una tantum (quindi al momento dell'erogazione del mutuo questi costi vengono immediatamente imputati e l'importo relativo a questi costi NON viene poi erogato come disponibilità liquide sul conto corrente dell'azienda).ù
interessi periodici posticipati che per il fatto di essere posticipati portano delle esigenze di assestamento radicalmente diverse.


gli interessi sono calcolati al 6 % e le quote capitali sono costanti. Quindi due rate all'anno, tre anni significa che ogni quota capitale è pari a 100.


(6% è il tasso per 6 mesi diviso 12 perché era espresso in forma annua)


31/12
a) Ora dobbiamo calcolare QUANTI sono gli interessi che dobbiamo integrare -> si riferiscono ad un debito di 500 (i primi 100 dei 600 li avevamo già restituiti), al 6% di tasso di int per 3 msii su 12. -> quindi 7,5 sono gli interessi da integrare.


b) gli oneri contrazione mutui sono stati liquidati in via anticipata al 1° aprile anno x, quindi se chiudiamo i conti senza effettuare assestamento commettiamo l’errore di inviare al CE anche la quota di oneri contrazione mutui NON di competenza di questo esercizio. Quindi l’obiettivo della scrittura è effettuare uno storno e attraverso questo storno rinviare al futuro i costi di competenza dei prossimi es. lo storno vede un – costi per oneri contrazione mutui VE+, in contropartita + costi sospesi e rinviati al futuro nel conto “risconti attivi”. 36 (9) sono gli oneri contrazione mutui diviso 36 che è l’intera durata del mutuo. I mesi che NON sono di competenza sono i restanti 27. Di conseguenza 27 è la quota di oneri contrazione mutui NON di competenza dell’es da rinviare al futuro.

SCRITTURA NUOVO ESERCIZIO
oltre a ridurre il debito verso le banche per 100 (come già fatto al 1° di ottobre), dobbiamo effettuare il pagamento della quota interessi che sono 7,5 per gli ultimi 3 mesi dell’anno x, altri 7,5 per i primi 3 mesi dell’anno x+1  in questa circostanza dobbiamo chiudere il rateo passivo che avevamo iscritto al 31/12! Cioè il rateo pax era stato chiuso e inviato a SP e riaperto al 1° dell’anno e lo chiudiamo al momento della SECONDA rata del mutuo. Vengono registrati come nuovo costo sottoforma di interessi passivi, VE-, solo la quota di interessi pax di competenza dell’esercizio x+1. Di conseguenza: 100 rimborso di capitale, 15 versati come interessi (di cui 7,5 di competenza dell’anno x e 7,5 di competenza dell’anno x+1), complessivamente l’esborso (=uscita dal cc bancario) è di 115. Inoltre, con un meccanismo analogo a quello già visto per il maxi canone del leasing, vediamo cosa succede ai risconti attivi a fine anno chiusi e inviati a SP .


, conti con ripresa di saldo quindi riaperti al 1° gennaio e il risconto attivo viene poi anche chiuso al 1° di gennaio nuovamente addebitando oneri contrazione mutui per 27. Nuovamente al 31/12 dell’anno x+1 effettueremo un ulteriore risconto che continua a sospendere l’esercizio x+2 la quota che NON risulta di competenza dell’anno x+1.

PARTECIPAZIONI

caso in cui la società di cui stiamo tenendo la contabilità generale effetti un investimento nel capitale di rischio di altre imprese (diventandone quindi pro-quota proprietario)-> quote rappresentative del capitale che possono essere rappresentate da azioni oppure da quote.


NB la proprietà di partecipazioni attribuisce alla società partecipante diversi diritti ..> diritti attribuiti: percezione dividendi, voto in assemblea, diritto di opzione ecc.


L'investimento nel capitale di altre imprese può avere diverse finalità:
rendimento (che può avvenire sia tramite i dividendi sia attraverso il capital gain cioè l'aumento di valore della partecipazione nel corso del tempo, con l'obiettivo di rivenderla a un valore più alto)


oppure un altro scopo (non necessariamente disgiunto da quelli che appena nominati) attiene al ritorno indiretto che la società partecipante può avere esercitando un'influenza nella gestione della società partecipata.

due eventi tipici che danno luogo a scritture contabili consistono sia nella compravendita di partecipazione (quindi acquisto e successiva vendita), sia nella percezione dei dividendi.

le partecipazioni vengono iscritte nella nostra contabilità al costo di acquisto che deve comprendere anche eventuali oneri accessori (es commissioni -> costi sostenuti per acquistare la partecipazione). Impo: il conto “partecipazioni” in cui registriamo l'investimento nel capitale delle altre imprese, è tenuto “a costi e costi” cioè il conto viene addebitato per un importo pari al costo al momento dell'acquisto e viene successivamente accreditato per un importo pari al costo al momento della vendita  eventuali Plus o minus valenze da cessione che emergono al momento della vendita NON sono registrate nel conto partecipazioni MA hanno un'evidenza separata.

"acquistate 2.000 azioni ZETA (valore nominale 1) a 3,5 ciascuna"


VE- partecipazioni 7.000, VF- banca c/c


(non costo di esercizio ma collegato a un investimento, quindi impatto a SP)


"vendute 1.000 azioni ZETA al prezzo 3,2"
VE- minusvalenze cessione azioni 300, VE+ 3.500, VF+ 3.200


Questa minusvalenza da cessione azioni viene epilogata a CE (perché è costo di competenza dell'esercizio) alla voce C 17 che è dedicata agli interessi e agli altri oneri di natura finanziaria.


plusvalenza da cessione di partecipazioni -> in quel caso avremmo un componente positivo di reddito con impatto a CE alla voce C. 15. “ proventi da partecipazioni”


NOTA: se le azioni zeta fossero state acquistate in più soluzioni costi diversi sarebbe stato necessario determinare il valore di scarico utilizzando LIFO, FIFO o costo medio ponderato



PARTECIPAZIONI DI DIVIDENDI

sono deliberati da assemblea di ZETA dividendi di 0,2 per azione


"VE+ dividendi 200, VF+ crediti diversi


si incassano da zeta dividendi per 200


VF+ banca c/c 200, VF- crediti diversi 200

possono essere: immobilizzate o circolanti .


due aspetti:

  • la natura dell'investimento delle partecipazioni che rappresentano investimenti durevoli per l'azienda (quindi che l'azienda non prevede di dismettere nell'arco dei successivi dodici mesi) vengono rappresentati tra le immobilizzazioni finanziarie.
  • le partecipazioni acquisite con un orizzonte di breve periodo per motivazioni speculative (quindi sperando che la partecipazione in una società quotata aumenti di valore nell'arco dei prossimi tre mesi per rivenderla nel breve termine, guadagnando una plusvalenza sull'operazione per es) ->in quel caso la partecipazione è da classificarsi come un circolante (quindi come attività finanziaria non immobilizzata).

GRUPPO SOCIETARIO

=insieme di società che giuridicamente sono autonome ma sono legate tra di loro da rapporti di partecipazione e sono sottoposte al controllo di un unico soggetto economico.

quali possono essere i rapporti tra le società che compongono un gruppo.

-nozione di controllo:

-nozione di collegamento:

Possiamo considerare controllate le società in cui l'influenza dominante della società partecipante deriva da: maggioranza dei voti nell'assemblea ordinaria // un numero di voti che pur non rappresentando la maggioranza assoluta consente di esercitare un'influenza dominante /// oppure esercita un'influenza dominante che possa derivare da altri vincoli contrattuali.

Nel caso delle società collegate questa influenza è inferiore ma comunque rilevante. Stiamo parlando in particolare di influenza notevole che è presunta nel codice se la partecipazione non è inferiore al 20 % (in una società non quotata) oppure al 10% (in una società quotata-> dove quindi l'azionariato è generalmente più diffuso).

presunzione = la società partecipante può dichiarare che, anche in presenza di una partecipazione del 25% in una società non quotata, nonostante quella quota di partecipazione non è in grado di esercitare un'influenza notevole sulla società partecipata. Tuttavia, in mancanza di altre informazioni e in mancanza di una esplicita dichiarazione in senso contrario da parte della società partecipante, si presume che partecipazioni di quote tanto rilevanti corrispondano anche a un'influenza notevole

VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI

1: le partecipazioni circolanti: sono quelle che la nostra azienda prevede di vendere in un arco temporale limitato, quelle acquisite per scopi speculativi NON per effettuare un investimento diretto. Infatti il criterio di valutazione fortemente ancorato al postulato della prudenza è minore fra costo e valore di realizzo desumibile dall'andamento di mercato. Quindi il classico cost or market (dove il costo di ricordo (realizzo) è il valore di iscrizione in contabilità e quando parliamo di valore di mercato, se parliamo del valore di mercato di società quotate, facciamo riferimento alla media dei prezzi dell'ultimo mese o ultima settimana in caso di flessione del prezzo. Nel caso delle società non quotate il valore di mercato e la sua oscillazione rispetto al costo dev'essere valutato in base agli andamenti delle società).

2: partecipazioni immobilizzate: dobbiamo distinguere in base al rapporto tra la società partecipante (cioè la nostra di cui stiamo tenendo la contabilità) e la società partecipata.

• Nel caso di partecipazioni immobilizzati in imprese controllate o collegate. il criterio di valutazione è il cosiddetto metodo del patrimonio netto che ha l’obiettivo di far variare il valore della partecipazione in linea con gli andamenti economici della società partecipata. Il motivo per cui il valore della partecipazione dev'essere allineato al valore del patrimonio netto della partecipata nasce proprio nel rapporto di influenza che c'è tra la società partecipante e la società partecipata. La nostra società ha voce in capitolo nelle scelte strategiche e ha un potere di indirizzo nei confronti della società partecipata, e quindi è corretto dal punto di vista economico che il valore della partecipazione (di cui è fortemente responsabile la nostra società che ha questa influenza almeno notevole) è corretto che l'oscillazione del valore del patrimonio netto sia riflesso anche nel bilancio della società partecipante.

• Nel caso in cui abbiamo partecipazioni in altre imprese che non sono né controllate né collegate la valutazione avviene NON al cost or Market MA al costo salvo perdite durevoli di valore. L'intenzione della nostra società è di mantenere a lungo quella partecipazione, per questo motivo ogni anno NON si determina sempre il minore fra il costo e il valore di mercato (come facciamo per le circolanti), qui la valutazione è di regola al costo solo in caso di perdite durevoli di valore (per cui non è possibile prevedere un'inversione di tendenza) queste partecipazioni devono essere svalutate. Quindi NON ci interessano temporanee oscillazioni del valore di mercato MA ci interessa soltanto per prudenza svalutare nel caso di perdite durevoli di valore.

Per queste partecipazioni immobilizzate in imprese controllate o collegate, la società partecipante può anche optare per l'adozione dello stesso criterio di valutazione da adottarsi per le altre partecipazioni immobilizzate -> quindi la partecipante può optare per il metodo del costo salvo perdite durevoli di valore.

VALUTAZIONE COSt OR MARKET


"una partecipazione acquisita a un costo di 100 al 31/12/x presenta un valore di mercato di 112 -> nessuna registrazione "


"una partecipazione acquistata a uncosto di 100 al 31/12/x presenta un valore di mercato di 93
VE- svalutazione partecipazioni 7, VE+ fondo svalutazione. partecipazioni 7
(alternativa utilizzabile con metodo indiretto accreditando conto " partecipazioni "


al 31/12/x+1 la partecipazione svalutata nell'esercizio x ha un valore di mercato di 97
VE- f.do sval. partecipazioni 4, VE+ rivalutazione partecipazioni 4 (CE D18a)


Quando vengono meno i motivi della svalutazione abbiamo una rivalutazione di ripristino.

VALUTAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI IMMOBILIZZATE VALUTATE AL COSTO


"una partecipazione acquistata a un costo di 100 al 31/12/x non presenta perdite durevoli -> nessuna registrazione


"una partecipazione acquistata a un costo di 100 al 31/12/x presenta una perdita durevole pari a 7
VE- svalutazione partecipazioni 7, VE+ fondo svalutazione. partecipazioni 7


(alternativa contabile usto metodo diretto e accredito conto


"Partecipazioni"
"al 31/12/x+1 è venuto meno il motivo che ha giustificato la svalutazione al 31/12/x"
VE- f.do svalutazione partecipazione 7, VE+ rivalutazione partecipazioni 7

VALUTAZIONE METODO DEL PATRIMONIO NETTO
NB presupposto: effettuivo coinvolgimento nella gestione (NON solo possesso per scopi di investimento finanziario )
scopo: allineare iol valore della partecipazione al corrispondente valore del patrimonio netto della società partecipata
1)acquisto
2)confronto con PN della società partecipata alla data dell'acquisto
3) trattamento risultato economico della partecipata
4) percezione dei dividendi


1) "la società alfa acquisisce una partecipazione del 60% in Beta al costo di 800"


VE- partecipazione 800, VE- banca c/C 800


2) confronto iniziale tra costo e quota corrispondente del patrimonio netto (PN) rettificato
PN rettificato = 900 (PN) + 300 = 1.200
quota PN attribuita a Alfa = 60% di 1.200 = 720
differenza (costo - quota PN) = 800 -720 = 80


(differenza positiva che significa che abbiamo pagato quella partecipazione di più della quota di patrimonio netto che rappresenta).


MOTIVI differenza positiva?
a) uperché la società partecipata ha un buon avviamento e quindi quel 80 serve a remunerare le future capacità di reddito (nessuna registrazione (differenza rimane incorporata nel costo delle azioni)
b) l’alternativa è che il vero valore era 720 (o anche un valore intermedio) e la società partecipante ha pagato troppo l'acquisto di quella partecipazione (=il cosiddetto cattivo affare)
si deve svalutare il costo per adeguarlo al PN
VE- svalutazione partecipazioni 80, VE+ f.do svalutazione partecipazioni 80


es motivi rettifica aumentativa /diminutiva Per esempio una rettifica necessaria al patrimonio netto della partecipata riguarda la necessità di rendere omogenei i criteri di valutazione tra il bilancio della partecipante e il bilancio della partecipata cioè la partecipata potrebbe valutare le rimanenze utilizzando il FIFO per la determinazione del costo invece l'altra società potrebbe utilizzare per lo stesso motivo il costo medio ponderato.


può capitare in casi abbastanza rari che la differenza fra il costo pagato e la frazione del patrimonio netto sia negativa:


es differenza tra costo e frazione del PN può anche essere negativa costo - frazione PN = - 50


motivi?
a) sconto ottenuto sull'acquisto
VE- partecipazioni 50, VE+ riserve plusvalori di partecipazioni acquisite 50 (SPA VI)


b) perdite latenti (badwill):
ossia la partecipazione l'abbiamo pagata poco perché prevediamo che il suo andamento sarà a peggiorare. In quel caso bisognerebbe accantonare a fondo rischi.


3) Passaggio intermedio: Così come quando abbiamo operato un confronto col patrimonio netto non abbiamo considerato il patrimonio netto di bilancio MA lo abbiamo rettificato, anche in questa fase per considerare il risultato economico della partecipata anche questo risultato economico deve essere rettificato (rettificato per l’omogeneizzazione dei criteri di valutazione, sia l'impatto delle rettifiche iniziali che abbiamo fatto al patrimonio netto della partecipata che devono essere considerate ulteriormente nel trattamento del risultato economico, operazioni ecc).
NB sono rettifiche che NON vengono effettuate contabilmente Non impattano chiaramente né sui libri contabili né sul bilancio della partecipata.


Qui ci importa il risultato economico rettificato, quindi per effetto delle rettifiche un utile potrebbe aumentare di importo oppure, se le rettifiche sono diminutive, potrebbe essere trasformato in una perdita  Quindi consideriamo il risultato rettificato:


-se il risultato rettificato è una perdita dobbiamo svalutare la partecipazione
-se il risultato rettificato è utile dobbiamo aumentare il valore della partecipazione e la contropartita è un provento di natura finanziaria ma un provento economico che viene redditualizzato (quindi con invio a conto economico). al momento poi di questa rivalutazione, deve essere costituita una riserva indistribuibile che ridurremo soltanto al momento della distribuzione dei dividendi da parte della partecipata.



es risultato esercizio partecipata 200. totale rettifiche -80, risultato rettificato = 120, quota utile corrispondente (al 60%) 72


nell'esempio: risultato dell'esercizio della partecipata 200, ci sono delle rettifiche, il risultato rettificato è in questo caso ancora positivo ed è pari a 120. Qui a noi non interessa tutto il risultato rettificato ma la quota spettante alla nostra partecipante (quindi il 60 % di 120 ossia 72) 72 è il valore per cui dobbiamo aumentare il valore della partecipazione.


VE- partecipazioni 72, VE+ rivalutazione partecipazioni 72 (CE D18a)



VE- utile alfa 72 , VE+ riserva di rivalutazione ex art. 2426 n 4. 72


Attenzione a non scriverla nella voce “riserve di rivalutazione” come denominazione adottata dal codice perché quelle riserve di rivalutazione si riferiscono solo alle rivalutazioni monetarie delle immobilizzazioni per effetto di leggi speciali


Qui il meccanismo è quello che abbiamo già visto per la riserva conversione cambi nel senso che questo accantonamento è fatto soltanto se la nostra azienda chiude in utile e l'utile è capiente.


4) percezione dividendi della partecipata
Ultimo passaggio che fa variare il valore della nostra partecipazione è la distribuzione di dividendi
(l'utile che ha approvato l'assemblea dei soci di beta). quindi l'utile complessivo era 200, beta ne distribuisce metà (100) di cui noi siamo proprietari del 60 % e quindi incassiamo dividendi per 60.


NB l'utile di beta che viene distribuito NON è l'utile rettificato MA è l'utile di bilancio di Beta


" beta distribuisce come dividendi il 50 % del suo utile (=100)
VE+ partecipazioni 60, VF+ crediti per dividendi 60
VE- risweva ex art 2426 n. 4 60 (SP A VI), VE+ ris. straord. 60 (SP A VI)


Attenzione: queste scritture per la ricezione del dividendo da parte della partecipata devono essere effettuate soltanto nei casi di partecipate valutate col metodo del patrimonio netto, diversamente i dividenti ricevuti dalle altre società partecipate NON valutate col metodo del patrimonio netto vengono registrate contabilmente con invio a CE.


(riserva straordinaria diversamente dalla riserva di rivalutazione è disponibile per tutti gli usi es aumenti di capotale, integrazione nella distribuzione dei dividendi ecc).

IMPOSTE SUL REDDITO

le imposte sul reddito rappresentano un costo che deve essere imputato all'esercizio secondo il principio di competenza economica, quindi anche qui rileva la competenza e non il momento del pagamento -> quindi potranno essere imputate al CE anche imposte che verranno pagate negli esercizi successivi MA nascono come competenza economica nell'esercizio in chiusura. Questo è l'ultimo costo evidenziato a CE prima di giungere all'ultima voce cioè l'utile o perdita dell'esercizio.

versamento ddell'acconto :
VF- banca c/c, VF+ erario c/acconti


31/12: determinazione e imputazione del costo per imposte:
VE- imposte sul reddito, VF- erario c/acconti, VF- debiti tributari


Pagamento del saldo
VF- banca c/c, VF+ debiti tributari

momenti rilevanti contabilmente rispetto al versamento delle imposte:
1)versamento dell'acconto  in corso di esercizio, quindi durante lo svolgimento della gestione, l'azienda è tenuta al versamento di acconti sulle imposte dovute per l'anno in corso.


Se le imposte dovute superano gli acconti già versati rimane una differenza che rappresenta un debito tributario ancora da saldare  VF-, +debiti verso l'erario


imposte sul reddito che gravano su questo tipo di società (società di capitali) -> quindi l'Ires e l'Irap:

IRES: imposte sul reddito della società 24% del reddito imponibiole = risultato prima delle imposte (quello rappresentato a conto economico) a cui vengono applicate delle variazioni previste dal Dpr 917. Quindi il reddito imponibile fiscale ai fini Ires e il risultato economico lordo rappresentato a CE non coincidono.


IRAP: imposta regionale sulle attività produttive. 3,9% della base imponibile IRAP (= si parte dal valore della produzione a cui vengono sottratti -> il consumo di materie (quindi considerando congiuntamente sia B6 sia B11), • i costi rappresentati in B7 e B8 (quindi servizi e godimento beni di terzi), costi del personale, • ammortamenti (NB non è sottratta per intero la voce B 10 ma sono sottratti soltanto gli ammortamenti). Quindi B 10a e B10b , • oneri diversi di gestione rappresentati in B14,

Ires e Irap hanno delle modalità di versamento simili che prevedono due acconti nel corso dell'anno, poi il pagamento del saldo nell'anno successivo. PRIMO ACCONTO entro 30/06/x 40% IRES E IRAP, SECONDO ACCONTO entro 30/11/x 60% IRES E IRAP anno n-1 (In entrambe queste circostanze dal punto di vista contabile l'azienda rileva soltanto la permutazione finanziaria e NON registra il costo. Il momento della registrazione del costo è al 31/12. non c'è nessuna uscita nei confronti dell'erario MA l'azienda è in grado di determinare l'importo dell'imposta dovuta. Dal punto di vista dei flussi finanziari l'evento successivo nel nostro rapporto con l'Erario c'è il 30 giugno dell'anno successivo, e ogni 30 di giugno abbiamo il conguaglio delle imposte relative all'anno precedente), SALDO ANNO n 30/06/n+1 ( conguaglio imposte = imposte di competenza - acconti pagati) + 1^ ACCONTO ANNO n+1 calcolato su carico fiscale dell'anno precedente

VERSAMENTO ACCONTI
es nell'anno x-1 il reddito imponibile è stato 1.000 per. IRES e 2.000 per IRAP (IRES n-1= 1000x24%=240, IRAP n-1 = 2.000x3,9% = 78


30/06/x 1^ acconto 240x0,4 + 78x 0,4 = 96 + 31,2 = 127,2
VF- banca c/c 127,2, VF+ erario c/acconti


30/11/x 2^ acconto 240x0,6 + 78 x 0,6 = 144 + 46,8 = 190,8
VF- banca c/c 190,8, VF+ erario c/acconti 190,8


31/12/X
vediamo che per l'esercizio n l'imponibile Ires è pari a 1200 e l'imponibile Irap è pari a 3.000. significa che l'Ires dovuta è complessivamente 288, l'Irap dovuta applicando l'aliquota è 117.
Complessivamente l'azienda deve registrare quindi la somma dei due come costo per imposte pari a 405.


Registrando il costo a carico dell'esercizio chiudiamo il conto “erario contro acconto”, In questo caso gli acconti versati complessivamente al 30 di giugno e 30 di novembre erano pari a 318 quindi - crediti verso l'Erario vf- per 318. Nell'esempio avevamo anche subito delle ritenute dall'erario (quindi era già presente nella nostra contabilità) un credito verso l'erario registrato in un altro conto denominato “erario conto ritenute subite” --> altro credito che l'azienda ha nei confronti dell'erario e che chiude al momento della liquidazione.


Per la parte restante registriamo debiti tributari pari a 47, quindi + debiti verso l'Erario che dovranno essere saldati nell'esercizio seguente. Qui stiamo registrando un debito tributario perché le imposte dovute sono superiori rispetto agli acconti già versati e alle ritenute subite


30/06/x+1
con riferimento alle imposte di quest'anno, saldiamo il debito di 47 - debiti VF- e - denaro in banca VF- (qui non lo vediamo semplicemente brevità ma nella stessa data l'azienda dovrebbe anche versare il primo acconto per l’anno n+1).

NB può capitare in alcuni casi che invece l'imposta determinata al 31 12 sia inferiore per importo rispetto ad acconti già versati e ritenute subite. In quel caso dovremmo comunque chiudere il conto erario conto acconti e il conto erario conto ritenute subite e registreremo, invece che un debito tributario, un credito tributario registrato in dare, + crediti verso l'Erario

esistono delle differenze tra il risultato di bilancio e l'imponibile fiscale
:
-differenze definitive
che non verranno recuperate negli esercizi futuri, e queste si riferiscono ai casi in cui per esempio un componente positivo di reddito NON è imponibile oppure è un componente negativo di reddito (quindi un costo) non è deducibile né nell'anno in cui si è manifestato ed è di competenza economica né lo sarà negli esercizi futuri. Queste differenze definitive non hanno riflessi sulla contabilità aziendale MA determinano semplicemente degli importi diversi tra il bilancio e la dichiarazione dei redditi, ma non generano particolari criticità dal punto di vista contabile.


-differenze temporanee
nascono dal fatto che alcuni componenti di reddito partecipano alla determinazione del reddito imponibile (quello su cui si calcolano le imposte) in una misura e in esercizi diversi da quelli della rilevazione contabile, il che significa che per es certi elementi positivi di reddito sono imponibili NON nell'esercizio in cui registriamo a conto economico MA negli esercizi seguenti, oppure lo sono soltanto in parte con una ripartizione nel tempo dell'impatto dal punto di vista fiscale. Quindi c’è uno scostamento temporale nel pagamento delle imposte che, per il postulato della competenza economica, non deve impattare sulla determinazione del costo di competenze dell’esercizio. Queste differenze temporanee in particolare possono essere classificate in due categorie, utilizzate dal principio contabile di riferimento OIC 25:


-imposte differite: componenti saranno imponibili negli es successivi rispetto a quello in cui compaiono nel CE


-imposte anticipate: i componenti di reddito saranno deducibili negli es successivi rispetto a quelli in cui vengono imputati a CE.


IMPOSTE DIFFERITE: rispetto al periodo di competenza : la tassazione di alcuni ricavi è posticipata
e la deducibilità di alcuni costi è anticipata


Entrambe queste fattispecie portano come risultato a un reddito imponibile inferiore rispetto al reddito di competenza economica, il che significa che il carico fiscale effettivo (cioè l'imposta dovuta in quello esercizio) è inferiore rispetto al carico fiscale secondo la competenza economica, perché l'origine della tassazione dei ricavi che verranno tassati posticipatamente o l'origine della tassazione di quei costi che saranno deducibili solo posticipatamente, in realtà nell'esercizio in chiusura. Per questo motivo, se vogliamo rispettare il principio di competenza economica, dobbiamo effettuare un'integrazione di costi  registrare dei costi che impattano sul conto economico di questo esercizio anche se il pagamento di quelle imposte avverrà in esercizi successivi.


reddito imponibile < reddito di competenza economica
carico fiscale effetto < carico fiscale secondo competenza


per rispettare la competenza sidevondo integrare costi per imposte differite a fronte del relativo fondo, da utilizzare negli esercizi seguenti


VE- imposte differite CE20, VF- fondo imposte differite SP B2


IMPOSTE ANTICIPATE: rispetto al periodo di ompetenza: la tassazione di alcuni ricavi è anticipata e la deducibilità di alcuni costi è posticipata


Entrambe queste fattispecie portano come risultato a un reddito imponibile che supera il reddito di competenza economica e quindi portano un carico fiscale effettivo (cioè delle imposte dovute nell'esercizio) che è superiore rispetto al carico fiscale che deriva semplicemente dalla competenza economica. Visto che a CE noi vogliamo presentare le imposte secondo competenza e non in base al momento del pagamento, in questo caso è necessario effettuare una scrittura di storno per imposte anticipate che quindi sospende il costo per imposte NON di competenza inviandolo a SP col meccanismo di storno che conosciamo. Scrittura di storno -> parliamo di una scrittura di assestamento  - costi a carico dell'esercizio.


VE- imposte anticipate SP C II 5 TER, VE+ imposte sul reddito CE.20


Precisazione: le imposte anticipate sono rappresentate nell’attivo di SP e in particolare nella classe C dell'attivo circolante tra i crediti e, nonostante questa scelta del legislatore di posizionare le imposte anticipate tra i crediti entro lo schema di SP, in realtà la natura di questo conto è una natura economica e stiamo parlando di un costo sospeso e NON di un credito -> per questo motivo la registrazione, come tutte le scritture di storno, è effettuata in un quadrante economico VE-.