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MERCATO DEL LAVORO: dinamica di regolazione dell'incontro tra domanda…

- - - - tra le due visioni ci sono presupposti comuni:
        
        il livello del salario non determina una condizione di equilibrio tra domanda e offerta perchè c'è una stabilità della disoccupazione, quindi il salario è una convenzione sociale essendo superiore a quello di equilibrio
        
        non è uno scambio tra pari perchè i venditori non sono liberi e l'impresa non è costretta a comprare forza-lavoro. Il venditore quindi ha un rapporto di dipendenza maggiore
        
        il lavoro non è cedibile come le altre merci perchè non si separa mai dal corpo che lo eroga e il proprietario non lo sarà mai in senso assoluto. Per questo motivo esiste il contratto di lavoro che è una relazione contrattuale non commerciale su cui si innesta una relazione di potere
        
        i soggetti non agiscono in base a criteri di razionalità assoluta e per spiegare il fenomeno si usa il modello della scelta cruciale
        
        dopo una ideale prima scelta, il soggetto è irrimediabilmente condizionato nelle scelte future perchè svanisce la possibilità di conoscere tutte le alternative possibili
- - - - disoccupato
      - inattivo
      - occupato
    - - tasso di occupazione che è il rapporto tra gli occupati e la popolazione in età lavorativa
      - tasso di disoccupazione che indica quanti non trovano lavoro su 100 che lo cercano ed è il rapporto tra i disoccupati e la popolazione attiva
      - tasso di attività che è il rapporto tra i soggetti appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione in età lavorativa
- - - - selezione/partizione quindi definisce i confini del mercato di riferimento attraverso variabili territoriali, professionali e di età
      - segmentazione quindi determinazione delle componenti del mercato del lavoro suddividendolo in:
        
        settore secondario (periferico) dove i posti di lavoro sono a basso contenuto professionale, basso riconoscimento sociale, basso reddito e scarse tutele (lavori instabili e poche prospettive di carriera)
        
        settore primario (centrale)
        
        primario inferiore con posti di lavoro con professionalità media, occupazioni stabili e salari migliori
        
        primario superiore con posti di lavoro con professionalità alte, alta remunerazione, alto riconoscimento sociale con buone prospettive di carriera
      - funzionalizzazione quindi scelta delle modalità di attivazione dei diversi segmenti orientata alla scelta degli obiettivi. Le imprese attivano i segmenti a seconda degli obiettivi scelti
        
        riduzione dei costi del personale
        
        segmento secondario
        
        massimizzazione delle prevedibilità (pianificazione e programmazione dei percorsi professionali futuri e delle carriere)
        
        segmento primario inferiore e/o superiore
        
        flessibilità (aumento di capacità di risposta alle variazioni del mercato)
        
        segmento secondario se l'impresa risponde in termini di flessibilità numerica
        
        segmento primario inferiore e/o superiore se l'impresa risponde in termini di flessibilità funzionale
- - - - per l'IMPRESA è utile per non perdere l'investimento in capitale umano, non sostenere nuovi costi di selezione, reclutamento e formazione e difendere dalla concorrenza asset relazionali e tecnologie sviluppate internamente
      - per i LAVORATORI si ha una bassa trasferibilità delle competenze acquisite in impresa, difficoltà di entrata in altri mercati interni e la permanenza è conveniente alla carriera
    - - ampiezza ovvero gruppi di posizioni lavorative all'interno delle quali avvengono le mobilitò dei lavoratori. Più l'ampiezza è mono-specializzata e più si hanno possibilità di carriera; più è de-specializzato o multi-specializzato e meno si hanno possibilità di carriera
      - criteri di mobilità con regole di anzianità, genere, appartenenza professionale, nazionalità, capacità ed esperienza e devono essere norme scritte che però possono irrigidire il mercato del lavoro interno
      - grado di apertura (in entrata e in uscita) che dipende dai porti in entrata e in uscita ovvero posizioni lavorative in corrispondenza delle quali si verificano nuove assunzioni o interruzioni del rapporto di lavoro