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COMUNICAZIONE: tra persuasione e propaganda - Coggle Diagram
COMUNICAZIONE
: tra
persuasione
e
propaganda
Gabriele D'Annunzio
comunicatore
il prodigio della parola che solleva le masse: "L'italia oggi è ascoltata"
accede al mondo del giornalismo, intreccia rapporti con gli intellettuali più influenti
affina con l'attività giornalistica le sue qualità di osservatore dei costumi
il contatto indispensabile con la moltitudine
PRECURSORE DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA
inventore di neologismi e slogan pubblicitari
sacralità della parola
mediatore
capace di assimilare le tendenze europee per introdurle nell'ancora provinciale Italia, imponendo così i nuovi orientamenti del gusto
poeta vate
poeta sacro
della borghesia italiana: ottiene largo successo presso i lettori contemporanei, ma poco estimato dai critici e dai letterati italiani
la classe borghese trova in d'Annunzio il proprio rappresentante, il poeta che sa cogliere ed esprimere le ambizioni e gli ideali estetici
autopromozione
volontà di ricreare un'immagine mitizzata di sé: non esita a mettersi in scena piegandosi al culto della pubblicità
costante ricerca di fama in patria
dandy
stravagante e seduttore, sempre circondato da donne
nazionalista e fascista
la figura eroica del poeta-soldato
interpreta la politica in termini superomistici ed eroici
beffa di Buccari
volo su Vienna
impresa di Fiume, dopo il conflitto mondiale
conia l'espressione "vittoria mutilata" generando indignazione e accendendo un forte nazionalismo in circa 3000 uomini
fama, forza oratoria e propagandistica
favorevole all'entrata in guerra dell'Italia, sceglie di arruolarsi e ne resta ferito alla vista
complicati i suoi rapporti con il fascismo di cui spesso non condivideva le azioni: egli si muoveva più per un'ideologia individualista, provocando non pochi fastidi allo stesso Mussolini che "regala" al vate un ruolo più decorativo che attivo
attività letteraria indissociabile dalla vita dell'autore
personalità eccentrica, ricordato più per le sue azioni che per le sue opere
si impone come protagonista della vita culturale e politica italiana
esteta
superuomo d'annunziano
Futurismo (1909-1920 circa)
influisce sulle arti, sui costumi e sui modelli di comportamento
Manifesti futuristi di propaganda
1909,
Manifesto del futurismo
, di Filippo Tommaso Marinetti. Pubblicato sul quotidiano francese
Le Figaro
.
senso della pubblicità e della provocazione
colgono l'importanza della comunicazione di massa e se ne servono con abilità a scopo di propaganda
uso delle arti figurative
teatro
pittura futurista
aereopittura
rivoluzione espressiva radicale
"parole in libertà"
distruzione della sintassi
poesia visiva
L'interventismo
guerra come occasione per rigenerare la società
i futuristi si organizzano in un partito politico di destra sovversiva
la maggior parte dei futuristi aderisce al
fascismo
La propaganda imperiale e l'esaltazione del principato
L'arte della retorica e dell'oratoria, l’arte del parlare in pubblico
Quintiliano
Institutio oratoria
Tacito
Dialogus de oratoribus
L'Eneide di Virgilio
esaltazione della grandezza di Roma e dei valori fondativi
Pharsalia di Lucano
il rovesciamento del poema celebrativo e dei miti agustei
La psicologia delle folle
Gustave Le Bon
esamina del comportamento delle masse come un grande e indistinto insieme di soggetti dotato di una personalità collettiva irrazionale che annulla quella individuale dei suoi componenti.
perdita della capacità critica, predominio degli istinti e degli impulsi
le folle seguono leader politici in grado di stimolare la loro immaginazione attraverso discorsi carichi di promesse. Prevalgono figure dittatoriali che promettevano facili soluzioni ad ogni tipo di problema attraverso un intervento capillare dello Stato in ogni settore.
dipendenza della massa da un capo
cattiva maestra televisione
, Karl Popper e la critica allo scorretto utilizzo della tv
Populismo, manipolazione, disinformazione: il governo Berlusconi
alla conquista degli italiani attraverso la televisione: dal 1978 al 2011
grafica pubblicitaria: Lautrec
massificazione dell'arte: Art Noveau
"tutta l'arte è propaganda": Jorit e la street art