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EUGENIO MONTALE - Coggle Diagram
EUGENIO MONTALE
BIOGRAFIA
1927
Giunge a Firenze, dove ottiene il ruolo di redattore, presso l'editore Bemporad.
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1924
Conosce Paola "Edda" Nicoli, anch'ella presente all'interno delle sue opere.
1948
Conosce Irma Brandeis, con cui avvia una storia d'amore, cantantola con il nome di Clizia nelle sue opere.
1919-1923
Conosce Anna degli Uberti, che sarà protagonista delle sue opere, note come "ciclodi Arletta".
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1917
Partecipa, con il grado di sottotenente di fanteria, alla Prima Guerra Mondiale
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OPERE
LE OCCASIONI
In queste poesie il mondo di Montale appare desolato, oscuro, dolente, privo di speranza; infatti, tutto ciò che circonda il poeta è guardato con pietà e con misurata compassione. Simbolica la data di pubblicazione, 14 ottobre 1939, poco dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.
La memoria è sollecitata da alcune "occasioni" di richiamo, dove si delineano figure femminili.
LA BUFERA E ALTRO
Sono componimenti riguardanti temi di guerra e di dolore pubblicati nel 1956. Composte nel clima di profondo sconvolgimento legato alla seconda guerra mondiale, le liriche di questa raccolta vedono come grande protagonista nuovamente la figura femminile.
OSSI DI SEPPIA
Le poesie di questa raccolta traggono lo spunto iniziale da una situazione, da un episodio della vita del poeta, da un paesaggio, come quello della Liguria, per esprimere temi più generali: la rottura tra individuo e mondo, la difficoltà di conciliare la vita con il bisogno di verità, la consapevolezza della precarietà della condizione umana.
XENIA E SATURA
Xenia (1966) è una raccolta di poesie dedicate alla propria moglie defunta, Drusilla Tanzi, amorevolmente soprannominata "Mosca" per le spesse lenti degli occhiali da vista. Le poesie di Xenia furono pubblicate insieme alla raccolta Satura, con il titolo complessivo Satura, nel gennaio 1971.
PENSIERO
Per il poeta la poesia non ha un ruolo di elevazione spirituale, anzi egli dice al lettore di "non chiedere la parola", non "domandare" la formula che possa aprire nuovi mondi, il poeta può solo dire "ciò che non siamo".
Egli prende le distanze dalla figura del "poeta-vate"; la sua idea è quella che la poesia non può giungere alla comprensione della verità, da cui deriva lo "scacco".
Egli sviluppa la "poetica dell'oggetto", ovvero avvicinare oggetti e figure che fra loro hanno delle analogie e che, letti uno accanto all'altro suscistano direttamente un'emozione senza bisogno di aggiungere altro.
Il poeta ha una chiara propensione per le figure femminili, tanto da essere considerate delle vere e proprie muse.
Egli è definito il "poeta della disperazione" perchè proietta il suo "male di vivere" sul mondo circostante, dando origine ad una soffernza cosmica e universale.