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TRA NEW HOLLYWOOD E POSTMODERNITÀ, COPPOLA E
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TRA NEW HOLLYWOOD E POSTMODERNITÀ, COPPOLA E
APOCALYPSE NOW
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Hollywood affronta una crisi negli anni Cinquanta, dovuta alla concorrenza della televisione,
all'allontanamento delle famiglie dalle città e dalle sale, l'indebolimento degli Studios (Sentenza
Paramount, 1948) e la “caccia alle streghe” anticomunista della guerra fredda, grazie alla
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Si apre un dialogo tra cinema e televisione (Alfred Hitchcock, John Frankeinheimer, Sydney
Lumet, Martin Ritt, Arthur Penn); si consolida circuito extra-urbano dei drive-in; si allentano cesura
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A metà degli anni Sessanta si apre una nuova crisi: i film ad alto budget (kolossal e musical) entrano
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cinema per i giovani, concentrando il massimo sforzo in termini di budget e commercializzazione
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Cambia l'assetto produttivo, da producer units a package units (major=distribuzione;
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Si afferma una nuova generazione di registi, i movie brats o “ragazzacci della New Hollywood”,
che avevano in comune la conoscenza dei grandi modelli del cinema classico e moderno,
hollywoodiano ed europeo, e volevano trovare un punto di sintesi fra ricerca d’autore e dialogo con
le major per arrivare al grande pubblico; alcuni di loro aprono società indipendenti che collaborano
con le major; il successo di Il padrino, Guerre stellari, E.T. L’extraterrestre e Lo squalo portano
all'affermazione di Martin Scorsese, Brian De Palma, John Milius, Michael Cimino, David Lynch,
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Gli anni Sessanta-Settanta inaugurano l’entrata in una condizione culturale che il filosofo JeanFrançois Lyotard definisce nel 1979 con il termine postmoderno, con la fine delle grandi narrazioni
dell'illuminismo: il capitalismo si evolve in globalizzazione, la condizione culturale postmoderna si
esprime in una rilettura della storia tra disincanto e nostalgia, e produce un’estetica della citazione e
del riuso, in cui la dimensione metalinguistica è ridotta spesso a gioco di rimandi e alla
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Il dibattito sul mutamento antropologico della società tardo-capitalista è espresso da Laurent Jullier
nel suo saggio Il cinema postmoderno, 1997, dove definisce postmoderno un atteggiamento artistico
che non tende né a offrire opere schiacciate su un primo livello di lettura (stile classico), né a
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indifferentemente figure classiche e moderne; è “multiculturale, immersivo, eclettico, fun” e volto
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