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Glauber Rocha - Coggle Diagram
Glauber Rocha
Di questi testi fa parte anche Eztetyka del sogno (1971), un riassestamento rispetto ai termini posti
dal manifesto del 1965, ponendo in primo piano l'analisi delle caratteristiche dell’arte rivoluzionaria
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ragione rivoluzionaria ma con un anti-ragione (desrazão), “l’irrazionalismo liberatore è l’arma più
forte del rivoluzionario”: bisogna toccare il “punto vitale della povertà, che è il suo misticismo”,
recuperando “le radici indie e negre del popolo latino-americano”, abbandonando “le nostri classi
medie e le nostre borghesie […], caricature decadenti delle società colonizzatrici” dirigendoci verso
un'estetica del sogno, di contestazione radicale, che sappia liberarsi dai modelli di riferimento
rappresentati da Hollywood, dal cinema d’autore europeo e dal realismo socialista
Nel 1967, a Cannes viene presentato in concorso Terra em transe dove analizza i travagli di una
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inizia un film sperimentale, Câncer, terminato nel 1972, e gira un sequel indiretto del Dio nero,
Antonio das Mortes, ultimo film girato in patria prima dell'esilio.
Nel 1970 gira in Congo Il leone a sette teste, apologo didascalico sul funzionamento della società
colonialista e sulle responsabilità dell’Occidente; gira Claro nel 1975 in Italia; torna in Brasile sotto
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il colonizzatore si accorge dell’esistenza del colonizzato”, “finché non impugna le armi, il
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commercialismo, lo sfruttamento, la pornografia, il tecnicismo, lì ci sarà un germe del Cinema
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Nel manifesto contesta l’atteggiamento della critica europea nei confronti della produzione artistica
brasiliana e del Terzo Mondo, atteggiamento di “nostalgia del primitivismo” che rispecchia una
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nostra originalità è la nostra fame, e la nostra più grande miseria è che questa fame, essendo sentita,
non è compresa”); analizza i film di Pereira dos Santos, Saraceni e Dahl difendendo il bisogno di
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culturale della fame è la violenza”, “estetica della violenza”,
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un’antologia dei suoi contributi teorici e critici più interessanti, Glauber Rocha. Scritti sul cinema e
Saggi e invettive sul nuovo cinema, riprendendo i contenuti di Revisão critica do cinema brasileiro
(storia del cinema brasiliano), Revolução do Cinema Nôvo (presente e futuro del cinema brasiliano)
e O século do cinema (interventi sul cinema di Ejzenštejn, Visconti, Buñuel, Antonioni, Rossellini,
Godard, Fellini): “qui ci troviamo di fronte ad una complessa Teoria Critica del Cinema il cui peso
sulla Pratica Poetica del Cinema è, per l’autore di ambedue, indissolubilmente determinante”, Lino
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Scrive la relazione-manifesto Eztetyka della fame per il Congresso del Terzo Mondo, a Genova, nel
1965, che diventa uno dei capisaldi teorici del Cinema Nôvo e del nuovo cinema latinoamericano,
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dirige il primo cortometraggio, O patio; nel 1960 fa da assistente a Luiz Paulino Dos Santos per il
film Barravento e ne rileva la regia quando Dos Santos abbandona il progetto, riscrivendolo
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aggressiva è in linea con l’assunto ideologico, nasce da una riflessione su concetti/figure decisive
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