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NOUVELLE VAGUE, GODARD E FINO ALL’ULTIMO
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NOUVELLE VAGUE, GODARD E FINO ALL’ULTIMO
RESPIRO
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Nel dopoguerra in Francia si sviluppa una cultura cinematografica diffusa grazie a riviste, cineteche
e festival: nel 1951 nasce la Cahiers du cinéma, per iniziativa del critico Jacques Doniol-Valcroze in
cui André Bazin assume un ruolo guida, con Eric Rohmer, Claude Chabrol, Jean-Luc Godard,
Jacques Rivette e François Truffaut (rapporto padre/figlio con Bazin, gli dedica il film d'esordio
dopo la morte); la loro scrittura è dotata di un forte senso critico e volta ad affermare o sminuire
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Nel 1954 Truffaut scrive un saggio polemico, Una certa tendenza del cinema francese, prendendo
posizione sul tradizione del cinema francese di qualità, o realismo psicologico, impostasi nel
dopoguerra (Claude Autant-Lara, Jean Delannoy, René Clément): i film erano spesso adattamenti di
romanzi dei quali si cercava di mantenere lo spirito attraverso equivalenze, che portavano a una
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Il cinema fatto di “film di sceneggiatori” riduce il regista a metteur-en-scène (impaginatore visuale
di una sceneggiatura “di ferro”) e incoraggia al ritorno a un’idea di regia riconoscibile (Renoir,
Cocteau, Ophüls, Tati e Bresson).
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registi “personali” (Alfred Hitchcock, Howard Hawks, Orson Welles); Andrew Sarris fa lo stesso in
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Bazin si distacca presto dai Cahiers, che aveveano prodotto una deriva idealistica che rischiava di
schiacciare la riflessione critica sulla figura del regista, disconoscendo l’attenzione ai modi di
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Sulla politica degli autori, pubblicato sui Cahiers affermando l'identità del cinema come arte
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Nel 1954 Truffaut scrive un saggio polemico, Una certa tendenza del cinema francese, prendendo
posizione sul tradizione del cinema francese di qualità, o realismo psicologico, impostasi nel
dopoguerra (Claude Autant-Lara, Jean Delannoy, René Clément): i film erano spesso adattamenti di
romanzi dei quali si cercava di mantenere lo spirito attraverso equivalenze, che portavano a una
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Il cinema fatto di “film di sceneggiatori” riduce il regista a metteur-en-scène (impaginatore visuale
di una sceneggiatura “di ferro”) e incoraggia al ritorno a un’idea di regia riconoscibile (Renoir,
Cocteau, Ophüls, Tati e Bresson).
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registi “personali” (Alfred Hitchcock, Howard Hawks, Orson Welles); Andrew Sarris fa lo stesso in
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