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Ingmar Bergman - Coggle Diagram
Ingmar Bergman
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tradimento della moglie; il faccia a faccia finale Isaak anziano e giovane Sara in cui lei lo mette di
fronte alla verità su se stesso; illuminazione straniata, con un’esaltazione del contrasto fra bianchi e
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Il film risulta solidamente ancorato al punto di vista del protagonista, presente in tutte le sequenze e
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giornata, un road trip interiore (trasparente nelle riprese in auto=percezione di spazio filtrato dall’io
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fondo a toni espressionisti senza cesure sintattiche per scandire il racconto; la regia privilegia i
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nel 1953 realizza Monica e il desiderio, film
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Il settimo sigillo, 1957, vince il Premio Speciale della Giuria a Cannes; realizza Il posto delle
fragole (1957) , Persona (1966) e Fanny e Alexander (1982); il suo ultimo progetto televisivo è
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La sua ascesa è collegata alla fase di rinascita delle cinematografie nordiche nel dopoguerra, fa
parte dei registi che attuano un nuovo dialogo tra le arti (Luchino Visconti, Jean Cocteau, Laurence
Olivier, Jean Renoir, ma anche lo stesso Bergman e prima di lui Alf Sjöberg, con cui esordisce come
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Bergman si avvicina al teatro in ambito studentesco, nel 1942 viene messo sotto contratto dalla
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Dal punto di vista stilistico è un regista totale: controllo messinscena, ripresa in continuità e la
profondità di campo, ricerca simbolica sul colore (“teatro da camera” di Strindberg), messa a valore
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Prigione (1949), Persona, Il rito (1969), e il televisivo Dopo la prova (1984) la sua ricerca assume
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Il suo tratto fortemente autoriale è dovuto alla realizzazione delle sceneggiature, al lavoro con pochi
e fidati collaboratori (Gunnar Fischer e Sven Nykvist, direttori fotografia, Oscar Rosander,
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un matrimonio, 1973, e Fanny e Alexander).
Si dedica a temi universali come paura della guerra, il rapporto col divino, la famiglia come teatro
di rapporti di forze, la profondità imperscrutabile della psicologia umana (con un interesse marcato
per quella femminile), la forza delle pulsioni che trionfano sulla maschera di rispettabilità sociale, la
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1957, 18° lungometraggio di Bergman, girato poco dopo Il settimo sigillo; nel cast abbiamo Victor
Sjöström nel suo ultimo ruolo, Bibi Andersson, Gunnar Bjornstrand e Ingrid Thulin al primo ruolo
con Bergman, con il quale lavorerà per altri sette film. Vince l’Orso d’oro e il premio FIPRESCI a
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