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Il cinema francese degli anni Trenta Il realismo poetico - Coggle Diagram
Il cinema francese degli anni Trenta Il realismo poetico
Coordinate complessive della tendenza
Domina il cinema degli anni Trenta, è un filone più che un movimento; nasce dal processo di
internazionalizzazione accentuatosi con la salita di Hitler nel 1933 cui consegue la diaspora di
cineasti verso la Francia e gli Stati Uniti: l'arrivo di altre esperienze creative spinge critici e registi a
invocare il ritorno della centralità dell’immagine (letteratura nera di strada, cinema tedesco).
Con La strada senza nome di Pierre Chenal, 1933, si inizia a parlare di realismo poetico:
l’ispirazione dominante diventa, da teatrale, romanzesca.
Il realismo poetico ha legami con le avanguardie storiche francesi (dadaismo/surrealismo) e con
l'impressionismo (L'Herbier, Epstein, Delluc) per i nodi tematici di disagio, peso del destino, amori
I temi principali oscillano fra realismo e astrazione “poetica”: poesia del marciapiede con
estetizzazione; concezione simbiotica/deterministica del rapporto tra personaggio/ambiente
(naturalismo Zola); realismo crudo stemperato dalla presenza rassicurante dei divi; ambientazioni
urbane, vicoli, stazioni, moli, bistrot e caffè concerto fumosi; atmosfere notturne e piovose; spazio rifugio della colonia
I film del realismo poetico tendono a non voler analizzare le cause dei problemi sociali e politici
immediati promuovendo un’ideologia basata sul determinismo naturalistico e sul rimpianto (cinema
per i borghesi; no registi operai/contadini).
I principali esponenti sono Marcel Carné e Julien Duvivie, circoscritti solo agli anni Trenta
Jean Renoir verso la modernità
Figlio del pittore impressionista Auguste Renoir, 1924 co-dirige e produce Catherine; realizza film
molto diseguali, ha una propensione alla sperimentazione visiva in linea con il fiorire delle
avanguardie francesi ed europee; nel 1931 gira La cagna con Michel Simon, che apre il suo periodo
realista; nel 1934 gira Toni, soggetti e problemi più sociali, si avvicina al sindacato e al Partito
Comunista Francese;
nel 1936 gira un film commissionato dal PCF per sostenere l'elezione del
Fronte Popolare, La Vie est à nous; nel 1937 realizza La Marsigliese e La grande illusione con Jean
Gabin, grande successo; nel 1939 esce La regola del gioco, fallimento commerciale; nel 1941
emigra in America dove gira L'uomo del sud; nel 1951 gira The river in India; torna in Francia nel
1952; il suo ultimo film è Le Petit Théâtre de Jean Renoir, 1969; nel 1975 riceve l'Oscar alla
carriera; muore nel 1979.
infelici; questi elementi di continuità si devono al lavoro di scenografi come Lazare Meerson e
Alexandre Trauner e direttori della fotografia come Boris Kaufman, Claude Renoir ed Henri
Alekan.
Segna il ritorno a una narrazione costruita, a un cinema scritto (riprende Jacques Prévert, Charles
Spaak, Jacques Sigurd, Henri Jeanson); si ritorna alla centralità degli interpreti e si crea uno Star
System con Jean Gabin e Michèle Morgan