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WELLES E QUARTO POTERE pt2 - Coggle Diagram
WELLES E QUARTO POTERE pt2
La regia
Utilizzo di profondità di campo e piano sequenza; sperimenta nel panorama hollywoodiano le
potenzialità antinaturalistiche ed espressionistiche di questi procedimenti anche Gregg Toland; per
le musiche lavora con Bernard Herrmann, ex collaboratore in radio e futuro musicista-feticcio di
Hitchcock; importantissimi trucco e scenografia.
L'affermazione dello stile invisibile (découpage classico) negli anni Venti aveva portato
all'abbandono della profondità di campo a favore del primo piano e dello sfondo (piani
ravvicinati=fuoco su personaggio ripreso, pdc solo nei piani totali/lunghi); si stabilisce uno stile
sfumato su varie gradazioni di grigio
Dalla metà degli anni Trenta, Bert Glennon (direttore della
fotografia di Ombre rosse) e poi Gregg Toland sperimentano con il chiaroscuro e la profondità di
campo. L'esperienza di Toland fu fondamentale a Welles: volevano ottenere l'effetto panfocus,
profondità di campo del cinema primitivo e pre-classico (occhio umano=mdp). Welles e Toland si
studiarono per certo accuratamente Ombre rosse
Il montaggio
Bazin riconosce a Welles e Toland il merito di aver coniugato l’utilizzo della profondità di campo
(restituzione libertà di sguardo) con il piano sequenza (libertà di sguardo allargata al tempo). Welles
conosceva l’importanza della continuità temporale nella performance: sceglie uno stile di
montaggio che alternava sequenze girate con una propensione al piano sequenza (no stacchi) e
sequenze “di montaggio” (concentrazione estrema di stacchi ed ellissi).
Esempi:
• Addio di Charles alla baita in Colorado, per il critico James Naremore, l’attacco della scena
in dissolvenza incrociata ha funzione premonitoria; la scena parte con un long take, con
l’immagine che lavora su vari livelli di profondità.
• Faccia fra Kane e Leland: grandangolo, long take e profondità di campo con prospettiva
ribassata (contreplongée); è necessario scavare un fossato per posizionare la mdp;
La stampante ottica
Welles utilizza in quasi metà delle sequenze del film la stampante ottica, grazie alla quale poteva
impressionare più volte lo stesso fotogramma riproducendo singole porzioni di spazio ricomposte in
un mosaico ad alta risoluzione (es. suicidio di Susan Alexander con bicchiere, gocce e porta sullo
sfondo a fuoco).
Per la realizzazione di villa Xanadu Welles si serve dei matte painting, che realizzavano porzioni di
scenografia “incastonate” nel fotogramma in modo da interagire con location reali e scenografie
riprese dal vivo in studio.
Lo stile di Welles influenza lo stile americano degli anni Quaranta, soprattutto gli sperimentatori
che rifiutano lo stile invisibile degli Studios. Per Naremore l'elemento principale di novità in Welles
è il modo espressionistico in profondità di campo e grandangolo sottolineano le valenze simboliche
del rapporto tra spazio e personaggi ( senso di pressione/schiacciamento, destino di solitudine e
sconfitta). Ricordiamo l'utilizzo delle sequenze montaggio (colazioni), aprendo e chiudendo la
sequenza ad anello, con un doppio movimento della macchina a stringere e ad allargare, e
collegando le inquadrature tramite quattro panoramiche a schiaffo.