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FORD E OMBRE ROSSE pt 2 - Coggle Diagram
FORD E OMBRE ROSSE pt 2
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Retorica filmica asciutta e funzionale, elegante grazie a Bert Glennon, per esmpio nella scena
romantica Ringo-Dallas: fotografia contrastata, profondità di fuoco e attenzione alla composizione
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del regista verso i due personaggi: racconta l'azione con carrelli a precedere, interrotti da un
contro/controcampo (attenzione ai valori compositivi), di nuovo carrello a precedere e poi una
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Apparizione di Ringo (John Wayne), “vero” protagonista del film, appena fuggito dalla prigione:
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posa e proiezione immagini mute sullo sfondo, contenimento costi) e un carrello avanti a stringere
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personaggi con disposizione/montaggio, girata con obiettivo grandangolare che deforma lo spazio
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personaggi (scena tesa, voto cruciale); l'utilizzo del grandangolo sarà ripreso in chiave
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Sequenza attacco alla diligenza, concepita con la controfigura di Wayne, Yakima Canutt: cinepresa
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di durata media delle inquadrature; dinamicità, ritmo, varietà di pv (alternanza interni ed esterni in
studio, esterni dal vivo e Campi Lunghi dall’alto, carrelli laterali, panoramiche dal basso sotto la
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Ford e Glennon usano la Monument Valley come tela di fondo suggestiva (selvaggia, da
conquistare, pericolosa, senza legge); lo spazio assume una valenza interiore, metafisica e una
valenza memoriale/mitica, assimilata alla presenza ieratica dei nativi americani, che di esso sono
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Per contenere i costi si ricorre al montaggio in trasparente e l'alternanza esterni/interni; i montatori
Otho Lovering e Dorothy Spencer ricevono una nomination per miglior montaggio, Thomas
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Secondo Bazin, Ombre rosse “è l’esempio ideale di questa maturità di uno stile giunto al
classicismo [...] un equilibrio perfetto tra i miti sociali, l’evocazione storica, la verità psicologica e
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