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((ESSERE SANI IN POSTI INSANI:, Essere sani in posti insani è il titolo di…
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Nella vita quotidiana può capitare di fare l’esperienza di attraversare da sani dei luoghi insani. È importante aver sviluppato dentro di sé una serie di antidoti per riconoscerli e avere il coraggio di darsi alla fuga il prima possibile.
Un modo efficace per individuarli è osservare la densità di conversazioni inquinanti che avvengono in quei luoghi, come se alla lunga i luoghi che abitiamo potessero riempirsi di cose buone o cattive a seconda di quello che vi succede. Occorrerebbe disporre di strumenti capaci di riconvertire questi luoghi di violenza in luoghi sani.
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1944: lo straniero indica un individuo adulto del nostro tempo e della notra civiltà che tenta di venire accettato o tollerato al gruppo a cui si avvicina.
Straniero: chiunque faccia richiesta di appartenenza ad un circolo esclusivo, es. lo sposo, il figlio del contadino che entra al college, il cittadino che si installa in un ambiente rurale …
Quando lo straniero si avvicino ad una comunità ed al suo sistema di identificazione sorge una crisi: lui mette in crisi il modello già stabilito del gruppo!
Lo straniero può essere capace di entrare nel gruppo e in comunicazione con esso, ma resterà per sempre escluso dal passato.
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Nelle società occidentali, essere osservabili significa essere conscio di avere un aspetto che permette inferenze giustificabili sulla propria dirittura morale.
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L’organizzazione delle inferenze (e quindi il modo di trattare gli estranei) in base all’aspetto rende l’interazione pubblica casuale un’attività di routine, ovvero standardizza le interazioni rendendo così possibile l’individuazione del deviato.
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che cosa si deve fare con quelle persone il cui aspetto non permette deduzioni sicure, e quindi non giustifica determinati trattamenti? Che cosa si deve fare con le persone che usano il loro aspetto per approfittare delle deduzioni degli altri per nuocere loro? E con quelle persone che non riescono a interpretare l’aspetto altrui, trattando gli estranei inadeguatamente? Infine, che cosa si deve fare con quelle persone che interpretano in maniera contorta l’aspetto altrui?
Sacks studia come sono individuate quelle persone rispetto alle quali è lecito porsi tale domanda. Poiché l’aspetto delle persone è di centrale importanza, esistono metodi specializzati per produrre deduzioni legittimate sull’aspetto altrui. Sacks si dedica alla descrizione del metodo usato dai poliziotti. Sceglie i poliziotti perché sono specializzati nell’individuare i candidati sulla base dell’aspetto e sono legittimati a farlo. Essi, inoltre, non si trovano nella condizione sintomatica di vedere devianti ovunque. In quanto specialisti, i loro metodi sono più semplici da scoprire.
Sacks descrive questi metodi e analizza i problemi riscontrati dai poliziotti. Il reciproco orientamento verso l’aspetto costituisce il mezzo per produrre e accettare le norme di comportamento adeguate; è importante che questo messo sia protetto da usi illeciti. Il ruolo dei poliziotti consiste in tale protezione. Essi sono orientati a individuare le apparenze scorrette. Massimizzando la probabilità di selezionare coloro che risulteranno essere dei criminali, minimizzano quella di selezionare coloro che non risulteranno essere tali. Tuttavia le persone osservate possono aspettarsi che dal loro aspetto si deduca un comportamento criminale;
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I processi di comunicazione implicano un’attività di codifica e decodifica: chi costruisce il messaggio lo fa attraverso dei codici, e chi riceve non è un soggetto passivo, ma decodifica il messaggio con il proprio background e le proprie caratteristiche
Hall concepisce la comunicazione come una struttura prodotta dall’articolazione di momenti tra loro collegati, ma distinti: produzione, circolazione, distribuzione/consumo e riproduzione.
Questo approccio ha il vantaggio di evidenziare come un circuito continuo (produzione-distribuzione-produzione) possa procede attraverso un “passaggio di forme”. Esso evidenza la specificità delle forme attraverso le quali il prodotto appare in ciascun momento. Si tratta quindi di una “produzione discorsiva”. L’oggetto sono i significati e i messaggi, che vengono organizzati attraverso la codifica.
Il discorso, una volta realizzato, deve essere tradotto in pratiche sociali. Se nessun significato viene assimilato, non ci può essere nessun “consumo”; se il significato non viene articolato, quindi, non ha nessun effetto.
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Von Thun: alcune persone hanno una sorta di inclinazione ad interpretare tutto quello che viene detto loro come un commento, una valutazione sulle loro qualità/abilità.
Questo studioso raffigura questa dinamica di ricezione con un orecchio deformato attraverso il qual si sente in modo alterato.
Altro tipo di sindrome dell’orecchio deforme: quando qualcuno ci parla, spesso desidera indurci a fare qualcosa, una conversazione molto spesso può contenere una richiesta.
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Molto spesso tendiamo ad esprimerci attraverso dei cliché comunicativi e routine linguistiche che abbiamo appreso e riprodotto inconsapevolmente: tutte le volte che parliamo attraverso delle frasi fatte, senza riflettere consapevolmente su quello che diciamo, tutte le volte che parliamo come gli altri si aspettano da noi.
Delphine de Vigan le chiama fedeltà invisibili: parole che abbiamo ascoltato nell’infanzia che rivestono pensieri e credenze che non abbiamo mai del tutto compreso e alle quali abbiamo aderito in un’età in cui non era ancora lecito dire di no o esprimere la propria opinione.
Si tratta di parole che abbiamo sentito pronunciare da colore in cui abbiamo riposto la nostra fiducia per anni.
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questo concetto ci permette di decodificare quello che uno spazio ci racconta nel momento in cui lo attraversiamo.
L’”utente modello” ci permette di individuare le istruzioni per l’uso che sono iscritte negli spazi.
Fumaroli descrive una corrispondenza dell’organizzazione dello spazio e forme sociali, facendo riferimento agli spazi dell’aristocrazia francese che adottavano una disposizione in riferimento all’interazione della società francese. Egli coglie la corrispondenza tra forme del parlare e dell’agire e design degli spazi.
Quella tra spazio e utente è una relazione dinamica: se lo spazio contribuisce a prefigurare ciò che avverrà al suo interno, l’utente tende a trasformare creativamente le definizioni che lo spazio gli propone.
Il luogo è lo spazio animato da significato e rilevanza sociale ed è lo spazio che reca iscritto in sé il proprio potenziale d’uso.
In questo senso l’utente modello diventa una sorta di mappa strategica per capire dove sono arrivato, cosa potrò e cosa non potrò fare in quel luogo.