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paesaggio e cultura popolare del nostro territorio 2 - Coggle Diagram
paesaggio e cultura popolare del nostro territorio 2
Che cos’è il paesaggio?
Parte di territorio che si abbraccia con lo sguardo da un punto determinato.
Il termine è usato in particolare con riferimento a panorami caratteristici per le loro
bellezze naturali, o a località di interesse storico e artistico, più in generale, a tutto il
complesso dei beni naturali che sono parte fondamentale dell’ambiente ecologico da
difendere e conservare.
Per i geografi il paesaggio rappresenta, data una cornice di elementi naturali, la
materializzazione nello spazio geografico dei processi storici, articolati secondo i
meccanismi insediativi, le presenze culturali e artistiche, gli eventi di varia natura,
l’evoluzione dei modi di produzione. Tra gli aspetti naturali quelli che più concorrono
all’individuazione di paesaggi sono le forme del suolo e la vegetazione; tra i fattori
umani, i caratteri dell’insediamento e, soprattutto, dell’economia rurale.
Nel territorio dell’Alta Brianza
Collinare nel quale ricadono i
comuni della Valletta Brianza e in
particolare la porzione che è
delimitata dal Parco del Curone, i
caratteri tradizionali del paesaggio
si sono conservati nel tempo e
sono leggibili ancora oggi.
Caratteristiche morfologiche del nostro
territorio
Prof.ssa Anna Filipetto
La Bachicoltura
La foglia del Gelso, serviva per l’alimentazione dei bachi da seta.
Il procedimento iniziava a febbraio, con l’acquisto dei semi (le uova dell’insetto)
che giungevano ad incubazione a fine aprile.
L’allevamento iniziava tradizionalmente il 23 di aprile festa di S. Giorgio.
Dopo circa 10 giorni le piccolissime uova si schiudevano e i minuscoli bachi
iniziavano ad alimentarsi di foglie di gelso triturate.
Le foglie venivano poste su graticci di canne insieme ai bachi, le tavole a graticcio
tàul de cavalée venivano impilati alla distanza di circa 50 centimetri per formare un
castello che dal pavimento raggiungeva il soffitto, era detto ul scalón se appoggiato
al muro o scruséra quando era formato appaiando due castelli sui lati più lunghi.
Per evitare che i bachi prendessero freddo e si
ammalassero il castello veniva posta negli
ambienti più caldi e asciutti della casa.
La temperatura ideale era di 23°.
Nel caso delle cascine tipiche delle zone
collinari (più piccole di quelle di pianura)
addirittura nelle stesse camere dove viveva e
dormiva la famiglia.
Immaginatevi i disagi e la scomodità di
questa sistemazione!
Il baco cresce in una successione di momenti di attività e
momenti di riposo. In 30-40 giorni «dormiva» 4 volte e
mutava 4 volte la pelle.
Giunto alla fase finale di crescita il baco «saliva al bosch».
Espressione dialettale che si usava per dire che il baco saliva
sui rami che erano stati posti sulle tavole della bigattiera
(bigatera in dialetto).
A questo punto era maturo per filare il bozzolo di seta.
L’allevamento dei bachi da seta era molto complesso e difficile, inoltre i bachi
erano soggetti a molte malattie che potevano pregiudicare il successo
dell’allevamento e di conseguenza rendere incerto il guadagno dei contadini.
Tra le fine dell’Ottocento e gli anni ‘30 del Novecento la gelso-bachicoltura
briantea entrò in crisi, molte filande furono smantellate a causa della progressiva
diffusione delle fibre sintetiche.
I contadini erano attratti dal lavoro nelle fabbriche e abbandonarono volentieri
un’attività faticosa e un poco fastidiosa che nel nostro territorio non fu mai
accettata del tutto.