Nella prefazione alla seconda edizione del Sentiero dei nidi di ragno, Calvino descrive il neorealismo in questo modo:
“Non fu una scuola, ma un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura”.
Calvino introduce degli elementi di novità, scegliendo di raccontare la Resistenza con gli occhi di un bambino di nome Pin.
Pin non capisce il senso degli eventi che vive e li guarda con l’ingenuità di un bambino.