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Il sistema classico Hollywoodiano e lo stile invisibile pt 3
Bazin e il découpage classico
In L’evoluzione del linguaggio cinematografico, Bazin offre un’analisi storica molto articolata su
come si articola il linguaggio cinematografico dopo il passaggio tra muto e sonoro, soffermandosi
anche sul paradigma di montaggio tipico del cinema classico hollywoodiano dalla metà degli anni
Dieci a tutti gli anni Cinquanta
Il montaggio deve essere invisibile, per permettere l'immedesimazione degli spettatori con i
personaggi; vanno rispettati i principi di motivazione (necessità del passaggio tra due inquadrature),
chiarezza (efficacia rappresentativa dell’azione) e drammatizzazione (sottolineatura degli snodi
drammatici e psicologici della storia); deve trasmettere la continuità di spazio, tempo, azione
attraverso la costanza/omogeneità dell’illuminazione e del rapporto personaggi/spazio, sottolineata
dai raccordi.
Alcune regole
Regola dei 180°: non si deve mai superare la linea immaginaria che unisce i personaggi inquadrati
(divisione spazio profilmico in “di qua” e “di la”), altrimenti avviene uno scavalcamento di campo
possibile solo a patto dell’inserimento di un’inquadratura di passaggio (dettaglio), o realizzata
sull’asse dei 180 o motivata; questo uso dello spazio determina campo/controcampo e passaggio da
piani d’insieme a ravvicinati e viceversa.
Regola dei 30°: se si vuole riprendere lo stesso soggetto staccando da un’inquadratura A a
un’inquadratura B, tra le due inquadrature ci debba essere una variazione d’angolo di almeno 30°:
altrimenti avviene un jump cut; questa regola supera la consuetudine del raccordo sull’asse, tipica
del Modo di Rappresentazione Primitivo.