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ESPRESSIONISMO TEDESCO pt3 - Coggle Diagram
ESPRESSIONISMO TEDESCO pt3
Fritz Lang e Metropolis
Fritz Lang è un esempio unico di regista-autore, coordinatore di tutte le competenze e apporti
artistici del cinema: inizia nel 1919 con una produzione di film popolari; dal 1921 con Destino e poi
con i due episodi del Il dottor Mabuse e il ciclo dei Nibelunghi si afferma come regista di punta del
cinema tedesco; dopo Metropolis si trasferisce prima in Francia e poi in America; torna in Germania
alla fine degli anni Cinquanta.
Metropolis, 1926, sceneggiato da Thea von Harbou, chiude idealmente la parabola storica
dell’espressionismo ponendosi come sintesi e realizzazione estrema delle tendenze del cinema
tedesco degli anni Venti. È girato in 18 mesi ed è il film tedesco con il budget più alto della storia (2
milioni di dollari): la prima del 10 gennaio 1927 è preceduta da un'imponente campagna
pubblicitaria: viene subito abbreviato, il negativo originale non esiste più. Il film influenza il cinema
fantastico/fantascientifico/horror. Fritz segue l'intreccio di von Harbur, preso da un libro scritto da
lei in precedenza, nella sceneggiatura e nella scenografia
Friedrich W. Murnau
Si forma come attore ed esordisce nella regia con Il ragazzo blu, 1919; un film più personale è Il
castello Vogelod, 1921, sceneggiato da Carl Mayer; con Nosferatu, il vampiro, 1922 ne viene
sancito il riconoscimento. Ricordiamo L'ultima risata per l'anticipazione della Stedycam. Si
trasferisce a Hollywood dove realizza Aurora (1927) e Tabu (1931), prima di morire nel 1931 a 42
anni in un incidente d'auto.
Il suo cinema cerca di cogliere l’irreale nel cuore nel reale, esplorando la dialettica tra essere e
apparire, bene e male; i personaggi sono in balia dell’ambiguità del mondo, senza punti di
riferimento, scissi tra desiderio e convenzioni sociali; la sessualità e il femminile sono fonte di
perdizione. Nella regia convivono espressionismo e ricerca di realismo, mutuato dal Kammerspiel,
con una tendenza alla sperimentazione (angolazioni irreali, movimenti di macchina inusuali).
Nosferatu
Uno dei tre titoli diretti da Murnau nel 1921, ispirato al Dracula di Stoker, affronta una serie di
problemi di diritti con gli eredi dell'autore.
VISIONE DI: Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, Friedrich W. Murnau,
1922, 88’)
Notazioni critiche
Il viaggio del protagonista è un'esperienza iniziatica ai fantasmi dell’Io; il castello è l'immagine
dell’Io scisso del personaggio; Murnau sottolinea il nesso tra male e natura (vampiro=piante
carnivore, ragni, topi); contrapposizione luce/ombra e bene/male (espressionismo); ambiguità del
sacrificio di Ellen (pulsioni sadomasochistiche).
Sul piano della messinscena c'è un rifiuto della ricostruzione in teatro di posa e la ricerca di luoghi
suggestivi a basso costo, dove la natura è vista come teatro di uno scontro fra le sue forze vitali.
La regia rivela una concezione pittorica (costruzione spazio integrato nell'atmosfera); uso
funzionale dei trucchi e della regia (sovrimpressione, inversione positivo/negativo;i nquadrature
dall’alto e dal basso, movimenti di macchina espressivi): il male è presente nella natura. Murnau
lavora con Fritz Arno Wagner, direttore della fotografia anche in Destino, M il mostro di Düsseldorf
e Il testamento del Dott. Mabuse; la colonna sonora è un'originale di Hans Erdmann.