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LUIGI PIRANDELLO - Coggle Diagram
LUIGI PIRANDELLO
Dissesto economico, follia e prigione familiare diventano allora temi centrali delle sue opere. Le difficoltà economiche lo portano a intensificare l’attività di scrittore e nascono i suoi romanzi più famosi:
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Il 1903 è l’anno della svolta, a causa di due eventi:
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inizia a manifestarsi la malattia mentale della moglie che la costringerà a vivere in una casa di cura fino alla morte.
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Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 ad Agrigento, in una località chiamata Caos. Su questo lo scrittore amò sempre scherzare, definendosi un “figlio del caos”.
frequentò il liceo classico di Palermo e poi si iscrisse alla facoltà di Lettere sempre a Palermo, poi si trasferì a Roma ed infine a Bonn dove si laureò nel 1891 con una tesi sul dialetto di Agrigento.
Nel 1893 scrisse il suo primo romanzo, “l’esclusa”,nel 1894 si trasferì a Roma e si sposò con Maria Antonietta Portulano. Collabora con alcune riviste e pubblica le prime novelle e i primi romanzi.
Dal 1897 iniziò a scrivere i drammi e gli atti unici per il teatro mentre iniziava ad insegnare la lingua italiana.
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Nel 1904 compose il suo romanzo più famoso “Il fu Mattia Pascal”, ogni individuo interpreta una parte detta “maschera” e per questo indossando una maschera non è una persona vera e non instaura dei rapporti veri con le altre persone.
Nel 1921 scrisse “Sei personaggi in cerca d’autore” che ebbe un grandissimo successo. Così decise di lasciare l’insegnamento e iniziò a viaggiare per seguire le compagnie teatrali che rappresentavano nei diversi teatri le sue opere.
Soltanto la follia può far venire meno la maschera e far uscire l’uomo per quello che è. I personaggi che descrive Pirandello sono senza certezze in un mondo in crisi d’identità, non riescono a riconoscersi più e vedono solo quanto sia assurda la vita. Nelle sue ultime novelle scrive di un mondo magico e mitico oltre la vita vera.
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Pirandello sceglie come stile per scrivere le sue opere una lingua media facile da capire per tutti. Inseriva anche qualche parola in dialetto o parole straniere e usava il discorso indiretto ossia in terza persona come Verga.