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Il sonno - Coggle Diagram
Il sonno
Effetti della deprivazione del sonno
i ridotti livelli di sonno sono soggetti all'effetto confondente degli alti livelli di
stress
previsioni delle teorie recuperative
disturbi fisiologici e comportamentali, che si aggravano con il protrarsi della deprivazione di sonno
al termine della deprivazione di sonno, molto del sonno perduto viene recuperato
aumento della sonnolenza, impatto negativo su vari test dell'umore, prestazioni scadenti ai test di attenzione sostenuta (riduzione di 3 o 4 ore)
effetti sulle funzioni cognitive meno costanti: molto più visibili nei compiti noiosi e monotoni
più suscettibili sono le
funzioni esecutive
(capacità che dipendono dalla corteccia prefrontale): pensiero innovativo, pensiero laterale, pensiero creativo, capacità di assimilare nuove informazioni al fine di aeguare piani e strategie
conseguenze fisiologiche: riduzione della temperatura corporea, aumento della pressione sanguigna, una riduzione di alcuni aspetti della funzione immunitaria, cambiamenti ormonali, e alterazioni metaboliche
studio correlazionale: soggetti che dormivano meno di 6 ore mostravano una maggiore probabilità di sviluppare il raffreddore
microsonno
: brevi periodi di sonno, di 2 o 3 secondi, durante i quali le palpebre si chiudono e si diventa meno reattivi agli stimoli esterni, pur essendo seduti o in piedi, durante compiti passivi (dopo 2 o 3 giorni)
studi sugli animali
apparato a piattaforma rotante
ratto sperimentale e controllo appaiato
quando l'EEG indica che il ratto dorme, se il ratto non si sveglia viene spinto fuori e cade in una vasca d'acqua poco profonda; il controllo appaiato se non dorme può evitare facilmente di non cadere in acqua, camminando nella direzione opposta a quella di rotazione della piattaforma
i ratto sperimentale muore dopo circa 12 giorni, quello di controllo rimane in buona salute
la morte del ratto sperimentale può essere dovuta allo stress
alterazioni post-mortem dei ratti sperimentali: ingrossamento dei surreni, ulcere gastriche, emorragie interne
Deprivazione di sonno REM
rimbalzo del sonno REM
: nelle prima due o tre notti successive, si ha una quantità di sonno REM maggiore del solito; i partecipanti aumentano la tendenza a entrare in sonno REM
funzione REM, ipotesi: rafforzamento memoria esplicita, in particolare ricordi con un contenuto emotivo; promozione consolidamento della memoria; i ricordi delle nostre esperienze vengono rielaborati durante il sonno, prima del loro consolidamento
trattamento con farmaci antidepressivi può abolire la fase REM, senza effetti sulla memoria
teoria dello stato di default
: in caso di necessità dell'organismo il cervello passa ad uno stato di veglia, altrimenti allo stato REM
la funzione del REM è quella di preparare gli organismi alla veglia negli ambienti naturali in cui può essere richiesta un'immediata efficienza funzionale dopo il risveglio
Nykamp e colleghi: svegliavano i partecipanti ogni volta che entravano in fase REM, lasciandoli svegli per 15 minuti (dormirono in totale 5 ore) il giorno dopo non accusavano stanchezza o fenomeno di rimbalzo
La deprivazione del sonno aumenta l'efficienza del sonno
alta proporzione di sonno a onde lente (NREM3), che sembra svolgere la principale funzione ristoratrice
anche se gli individui recuperano una piccola parte del sonno perso, la maggior parte del sonno che recuperano è a onde lente
l'EEG segna una percentuale di onde lente più elevata rispetto al normale
chi dorme 6 ore a notte presenta una durata complessiva del sonno a onde lente uguale a quella di chi dorme 8 ore
il sonnellino mattutino dopo un sonno notturno completo non riduce la durata del sonno notturno successivo (EEG mostra poche onde lente)
meno tempo nella fase NREM1 e NREM2, durata del sonno a onde lente è identica a quella precedente
il risveglio ripetuto durante il sonno a onde lente ha effetti più marcati rispetto ai risvegli ripetuti durante il sonno REM
tre stadi elettroencefalografici
veglia
tra le onde ad alta frequenza e a basso voltaggio si interpongono le
onde alfa
(8-12 Hz)
stadio 1
onde ad alta frequenza e basso voltaggio più lente
stadio 2
onde di ampiezza lievemente superiore e di frequenza lievemente inferiore
complessi k
: forma d'onda; una singola onda ampia negativa (deflessione verso l'alto) e una singola onda ampia e positiva (deflessione verso il basso)
fusi del sonno
: treno di onde con una frequenza di 9-15 Hz della durata complessiva di 0,5-3 secondi
stadio 3
onde delta
(1-2 Hz), sono più ampie e più lente
andamento ciclico (si ritorna allo stadio 1)
lo
stadio 1 iniziale
non è caratterizzato da alterazioni dell'EOG o dell'EMG, a differenza dello
stadio 1 emergente
(perdita del tono muscolo e movimenti oculari rapidi)
90 minuti
con l'avanzare del tempo trascorre sempre più tempo nello stadio 1 emergente e una quantità sempre minore in altri stadi, come il 3
Sonno REM
movimenti oculari rapidi
onde ponto-genicolo-occipitali (attività allucinatoria visiva)
aumento attività cerebrale come nella veglia (consumo di ossigeno, flusso sanguigno, attività neuronale)
EEG desincronizzato: aumento dell'attività dei neuroni della neocorteccia (attività percettive, cognitive, recupero della memoria)
aumento variabilità del SNA (pressione sanguigna, frequenza caardiaca, respirazione)
contrazioni improvvise, come erezione peniena e clitoridea
attività onirica
80% dei risvegli dal sonno REM in uno studio era associato al ricordo dei sogni, e solo il 7% dei risvegli dal sonno NREM
nel REM hanno una forma più narrativa
si verifica di più nel NREM (molti sogni sono associati al REM)
emisfero dx per aspetti spaziali ed emotivi, emisfero sx per aspetti narrativi
onde ad alta frequenza e bassi voltaggio
atonia muscolare
inibizione dei motoneuroni spinali per effetto della sostanza bianca reticolare
Sonno NREM
NREM 1, NREM2, NREM3
nel NREM3
sonno a onde lente
convinzioni relative ai sogni
incorporazione degli stimoli esterni nei sogni (spruzzo di acqua)
alcune persone affermano di sognare, ma la loro attività onirica è uguale a quella dei sognatori
durata dei sogni: si crede durino un istante ma nel corso di uno studio dei soggetti vennero svegliati a 5/15 minuti dal sonno REM, riferendo la durata corretta del sogno nella maggior parte delle volte
l'erezione peniena non è associata a sogni a contenuto sessuale
Il
sonniloquio
verificarsi durante qualsiasi stadio del sonno, soprattutto nella fase di transizione verso la veglia. Il
sonnambulismo
si verifica in genere durante il sonno a onde lente (rilassamento dei muscoli antigravitari)
interpretazione dei sogni
Ipotesi di Freud
: i nostri sogni sono
manifesti
, forma censurata e accettabile dei
sogni latenti
Ipotesi dell'attivazione-sintesi
: le informazioni giungono alla corteccia durante il sonno REM e sono in gran parte casuali; il sogno rappresenta lo sforzo della corteccia di attribuire senso ai segnali
culture primitive
: presagio di un disastro imminente
indiani cuna della costa di panama
: uso di strumenti simbolici per allontanare i sogni nelle culle
basi psicofisiologiche
Elettroencefalogramma (EEG)
Elettrooculogramma (EOG)
Elettromiogramma (EMG
Teorie del sonno
teorie recuperative
la veglia altera l'
omeostasi
dell'organismo (stabilità fisiologica interna) e il sonno la ripristina
ripristino dei livelli energetici che si riducono durante la veglia
eliminazione delle tossine che si accumulano nel cervello e negli altri tessuti durante la veglia
teorie adattive
gli uomini sono programmati per dormire la notte
gli uomini primitivi durante il giorno cacciano, si riproducono in in luoghi appartati, la notte si riposano per conservare le risorse energetiche ed essere meno esposti ai pericoli associati all'oscurità
fattore motivazionale
analisi comparativa del sonno
animali dormono nonostante questo li renda più vulnerabili (sviluppando anche meccanismi complessi)
i pattern di sono possono cambiare in cattività (mammiferi e uccelli)
nessuna correlazione tra durata del sonno di una specie e il suo livello di attività, la sua taglia o la sua temperatura
secondo le teorie circadiane la quantità di sonno è correlata alla loro vulnerabilità durante il sonno della specie e al tempo necessario per nutrirsi
processo fisiologico attivo (componenti del SNC e del SNA)