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DA MELIES ALLA SCUOLA DI BRIGHTON pt3 Noel Burch e il “modo di…
DA MELIES ALLA SCUOLA DI BRIGHTON
pt3 Noel Burch e il “modo di rappresentazione primitivo”
Nel cinema delle origini si afferma il cinema delle attrazioni mostrative (André Gaudreault e Tom
Gunning), dove l’interesse del pubblico è suscitato dalla novità del dispositivo, che dal 1908 lascerà
il posto al cinema dell'integrazione narrativa.
Burch offre un'analisi del linguaggio del cinema più strutturata, per come si viene formando in
questi primi decenni. Afferma che inguaggio del cinema non è un linguaggio “naturale”, ma che è
un prodotto della Storia; in quanto tale, ha subito un lungo processo di elaborazione interna, dal
1895 al 1927, con la messa a punto del sonoro e il raggiungimento di una configurazione stabile che
chiama modo di rappresentazione istituzionale. Prima del MRI si afferma il modo di
rappresentazione primitivo, destinato ad evolversi e a cambiare.
Il modo di rappresentazione primitivo ha 6 caratteristiche:
Posizione orizzontale e frontale mdp;
Aderenza al piano d’insieme (distanza convenzionale fra la cinepresa e i soggetti filmati e
lunghezza focale degli obiettivi);
Assenza della persona classica;
Tendenza centrifuga (costruiti con immagini policentriche=compresenza casuale di
numerosi centri di interesse);
Piano autarchico/autarchia del quadro (autonomia semantica della singola inquadratura);
Non-chiusura del testo e del racconto (del testo, es. Il silenzio è d'oro, Rene Clair: enorme
potere discrezionale del proprietario/gestore della sala/tendone rispetto al testo del film,
visto come pienamente modificabile; del racconto: mancanza di titoli e didascalie;
narrazione estremamente ellittica; marginalizzazione dell’istanza narrativa, le informazioni
base dell’intreccio sono esterne al film).
La “scuola di Brighton”
Nome con cui si indicano i cineasti che hanno effettuato primi esperimenti compiuti di montaggio,
singolarmente e senza lavorare insieme.