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APOLOGIA DI SOCRATE - Coggle Diagram
APOLOGIA DI SOCRATE
CAP 23
lui dice che il
suo comportamento logico e razionale
potrebbe infastidire qualcuno
dato che lui sa
che
sarà condannato a morte
ma nonostante
continua a proclamare la verità
S
. dice che lui
non ha condotto nessuno per
cercare la commiserazione degli ateniesi
ma gli dice che lui
si comporta così per la sua e loro reputazione
S
.
vuole dimostrare
che
non si deve avere paura della morte
perchè
non si è immortali
quindi
la morte giungerà per tutti
S
. dice che
accettare con animo sereno la propria sorte
corrisponde
al
senso di giustizia di Platone
CAP 24
S. costringe i giudici alla loro responsabilità
quindi loro
non sono li ad assolvere chi gli pare
ma
per
giudicare il giusto
fa
riferimento all'empietà
è
non obbedire al dio che gli ha chiesto di vivere filosofando
e dice che
l'empietà
di cui lo accusa Meleto
non è quella secondo la quale lui corrompe i giovani
ma
è non rispettare l'ordine del Dio
ma se
lui non lo facesse si accuserebbe da solo di non credere agli dei
è presente di nuovo un
rovesciamento del significato
finisce il primo discorso di difesa di S.
CAP 25
seconda parte del discorso
si procede con la
discussione della pena
S. è stato condannato
per una
differenza di voti minima
ma lui dice che
è come se lui fosse stato assolto
CAP 26
S
.
chiede
qual'è la pena che merita
cosa ha commesso di grave per essere punito
nonostante
abbia
trascurato la sua famiglia
l'ha fatto perchè
la
cura del pubblico avrebbe avuto delle ricadute positive anche sul privato di ciascuno
parla
del
principio che ha ispirato S.
è
che tutto quello che fa
è finalizzato a dare un vantaggio a se stesso e ai suoi cittadini
e
se il vantaggio non ci fosse stato
non l'avrebbe fatto
e infatti
entrare in politica
non avrebbe avuto vantaggio ne per se ne per i cittadini
e questo
è il motivo
per il quale il
segno divino
gli
ha negato di entrare in politica
ha fatto tutto questo
cercando di persuadere i cittadini uno per uno
uno per uno
perchè
si presenta la
filosofia sofista che non insegna uno ad uno, ma insegnava a tutti
mentre
S. parla uno ad uno
perchè
individualizza l'insegnamento il proprio dialogo
gli dice che
non bisogna curarsi delle proprie cose prima che di se stessi
possiamo
ricollegarlo al 29d
che dice che
non bisogna occuparsi degli onori o delle ricchezze, ma della propria anima
quindi
prima ci siamo noi
con la nostra anima e poi semmai le cose
poi dice che
chi si occupa della proprio a anima
è virtuoso e sapiente
questo nesso tra
virtuoso
e
sapiente
perchè in
S. logos e bios
(i modi in cui si svolge la nostra vita)
coincidono
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dice che lui
non si occupa degli affari della città prima della città stessa
ma
si occupa della città stessa
lavorando su ogni ateniese uno ad uno