Il fenomeno del “doping” è un problema che riguarda non solo l’etica sportiva, ma anche la salute pubblica. “Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Dai risultati delle analisi condotte dal laboratorio antidoping della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana), è emerso che di 1.211 atleti controllati, 30 sono risultati positivi ai test antidoping (il 2,5% degli atleti sottoposti a controllo). In particolare, è stata rilevata una sostanziale differenza di genere tra gli atleti risultati positivi: si osserva infatti che la percentuale di positività è pari al 3,2% per gli uomini e all’1,0% per le donne. La differenza di genere emerge (anche se non statisticamente significativa) anche per quanto riguarda l’età media degli atleti risultati positivi (M=34,6 anni): 35 anni per gli uomini e 31,8 per le donne.