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STATI TERRITORIALI ITALIANI (pt. II) - Coggle Diagram
STATI TERRITORIALI ITALIANI (pt. II)
FIRENZE
Impulso difensivo alla formazione dello stato, volto a tutelare l’indipendenza della città e la libertà dei suoi commerci
Acquisti in denaro di città: Arezzo, Livorno, Prato
Controllo di centri di rilievo come Pistoia, Prato e Colle Valdelsa
Debolezza del territorio assoggettato
Facile imposizione di una struttura centralizzata di governo
Artefice della costruzione del dominio fu un gruppo dirigente di matrice mercantile
Possibilità di governare il dominio come un contado a causa del frazionamento di esso
Patteggiamenti con le singole località delle condizioni di assoggettamento
STATI MONOCITTADINI
Perduranti domini di città che non ne sottomisero altre (Lucca, Siena, Genova)
VENEZIA
Costruzione di un dominio nel Mediterraneo orientale funzionale alla tutela dei commerci
Adriatico: controllo delle coste istriane e dalmate, Spalato, Ragusa, Durazzo
Minaccia portata da Gian Galeazzo Visconti fin sui margini della laguna
Creazione di un dominio sulla terraferma, dove Venezia controllava solo Treviso
Assoggettamenti: Belluno, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, il Cadore, il patriarcato di Aquileia, il Friuli e la Carnia
Rispetto degli equilibri locali; controllo diretto solo dei podestà delle città e dei rettori delle aree signorili
Ampie autonomie ai ceti dirigenti dei comuni assoggettati, che continuarono ad amministrare i propri contadi
STATO PONTIFICIO
Sette province con a capo un rettore: Romagna, marca d’Ancona, ducato di Spoleto, Tuscia, Sabina, Marittima e Campagna, e patrimonio di San Pietro in Tuscia
Esercizio discontinuo dell'autorità pontificia per l’eterogenea presenza di nuclei autonomi di potere
Lazio, Tuscia, Romagna: signorie rurali e feudali; Perugia, Ancona: città di tradizione comunale; Orvieto, Gubbio, Forlì, Faenza: signorie cittadine
Affermazione grazie al supporto di potenze politiche esterne, spesso ostili al papato
Spostamento della curia ad Avignone: impoverimento del dominio delle entrate economiche, disordine politico
1374: scoppio di un'insurrezione popolare capitanata da Cola di Rienzo
Tentativo di restaurare una repubblica romana che doveva riunificare l’Italia centrale pacificandola e restaurando l’ordine
Governo autoritario e forte fiscalismo
1354: uccisione nel corso di una sommossa popolare
1334: fallimento del tentativo del cardinale francese Bertrand du Pouget di riaffermare la sovranità e riorganizzare lo stato
Egidio de Albornoz: dominio della situazione, controllo delle città da parte dei rettori locali, riconoscimento dell'autorità pontificia da parte dei signori locali
Risultati effimeri dopo la sua morte (1367)
Sovranità pontificia praticamente teorica dopo lo Scisma interno alla Chiesa
Martino V, Eugenio IV, Niccolò V: controllo effettivo delle terre pontificie
Negoziazione di accordi e patti con le città, le comunità e i signori locali per il regolamento di rapporti tra le prerogative degli ufficiali papali in campo fiscale e giudiziario e le autonomie dei poteri locali
Domini signorili nella Romagna e nelle Marche
Malatesta (signori di Rimini): Pesaro, Cesena, Fano
Montefeltro: territorio tra Romagna, Marche e Umbria centrato su Urbino
Da Polenta: Ravenna e il suo territorio
Da Varano: Camerino
Legittimità tramite la carica di vicari pontifici; spiccata attitudine militare
ALTRI STATI SIGNORILI
Gonzaga: Mantova e il suo territorio; Este: Modena, Reggio e Ferrara; Savoia: Alpi occidentali, Piemonte occidentale, Pinerolo, Nizza, Torino, Vercelli