Hitler con la mostra di Monaco attua una distruzione dell’arte considerata immorale per il regime, ma a questa non sostituisce nulla di nuovo: ciò che viene bollato come Entartere Kunst e quindi messo al bando non è un aspetto particolare dell’arte moderna, un movimento specifico o una corrente di avanguardia, ma vittima della persecuzione diventa l’arte moderna nella sua totalità.
Il regime tedesco reprime negli anni ’30 e ’40 del ‘900 qualsiasi tipo di forma d’arte che non favorisca un’immagine “pubblicitaria” del Paese e in questa operazione il Führer si circonda di uomini deputati al controllo della cultura, come Goebbels e Ziegler, con l’obiettivo di distinguere una buona arte da una “corrotta”. Con questo pretesto si condanna così ogni forma di arte contemporanea che viene considerata espressione di personalità legate agli ambienti ebraici o affette da disagi mentali.
Entrando nel merito della mostra, le correnti artistiche colpite sono tutte quelle legate all’avanguardia, dal Die Brücke al Cubismo, le cui opere sono esposte affiancate da disegni realizzati da malati mentali, per suggerirne implicitamente il paragone. Ma l’esibizione si rivela un successo paradossale, favorendo indirettamente e contro le intenzioni iniziali la conoscenza e la diffusione di un’arte che si voleva invece censurare e destinare all’oblio, inaugurando inoltre una nuova tipologia di mostra itinerante, che gira l’Europa sino al 1941 e registra oltre un milione di ingressi.
Lo scopo della mostra è proprio quello di far sapere ai tedeschi che certe forme e generi artistici non possono essere accettati dalla razza superiore, quest’arte è degenerata in quanto ebraica, bolscevica o comunque di razza inferiore.
Gli autori delle opere proibite, dichiarati “malati”, sono per la maggior parte espressionisti, gli stessi riconosciuti poi come maestri del ‘900: Otto Dix, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Ernst Ludwig Kirchner, Edvard Munch, senza escludere Pablo Picasso. Al di là del successo politico e culturale dell’esibizione comunque, le conseguenze nelle vite quotidiane di questi artisti sono devastanti.