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EDUCAZIONE E SOCIETA' - Coggle Diagram
EDUCAZIONE E SOCIETA'
il modello funzionalista di socializzazione
Per quanto riguarda l’identità, invece, Parsons ricorre al modello AGIL:
(A) → adattamento:
necessità di adattarsi al sistema in cui il soggetto è collocato
(G) → conseguimento dei fini:
impone al sistema di raggiungere i suoi scopi
(I) → integrazione:
richiede al sistema di provvedere all’integrazione delle sue parti costituenti in modo che possano funzionare
(L) → latenza:
necessità di mantenere nel tempo un modello culturale
Applicando il modello AGIL all’analisi della personalità, scopriamo che:
A → Id → consente l’adattamento dell’organismo
G → Ego → favorisce il conseguimento degli scopi
I → Super-Ego → agisce per garantire i ruoli interiorizzati
L → Identità → garantisce controllo e coordinamento
L’identità
E’ definita come un principio regolativo dell'azione
l’insieme dei modelli in funzione della personalità
è una componente importante importante nel sistema della personalità che svolge la funzione di mantenimento del modello di riferimento
parlare di identità sostanziale quando corrisponde ad un insieme di caratteristiche che il soggetto ha appreso
Nonostante questo, è contemplata la variabilità personale nella possibilità in cui vi sia un’alternativa di ruolo nella società
modello conflittualista di socializzazione
due diversi filoni
il primo è dato dall’
ideologia marxista
che considera la socializzazione come
il processo che permette la riproduzione del ruolo dominante
e quindi la riproduzione dei privilegi di potere e di ricchezza del gruppo che detiene il controllo del sistema riproduttivo
Vi sono i teorici della
riproduzione sociale
(Bowles e Gintis)
che mettono in discussione il rapporto tra struttura e sovrastruttura
Secondo i neomarxisti, dalla riproduzione sociale e culturale è possibile
accedere all’ideale emancipatorio in cui il
proletariato dovrebbe affiancarsi alla borghesia
e questa emancipazione è resa possibile attraverso una coscienza di classe
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i teorici della
riproduzione culturale
(Bourdieu e Passeron)
i quali analizzano il dominio partendo dalla cultura
Per i marxisti l’identità è
un qualcosa di sociale e collettivo in relazione alla quale l’individuo ricava la sua identità personale che appare quindi, subordinata a quella sociale
Il secondo filone è, invece, quello
weberiano
secondo cui i gruppi sono in eterna lotta tra loro per la ricchezza, per il potere politico e per il riconoscimento e l’affermazione di prestigio sociale
appare perciò indispensabile il conflitto, considerato come una modalità delle relazioni sociali
Per
Dahrendorf
il conflitto sociale è
elemento vitale per la società e per l’esistenza individuale in quanto rappresenta una
molla per il cambiamento sociale
Secondo lo studioso era necessario traslare il conflitto anche all’interno di una dimensione
individuale, e non esclusivamente sociale
perciò, per farlo, sostituisce l’azione collettiva all’azione individuale mettendo a
punto le chances di vita
L’identità è un costrutto legato all’apparenza
ed è assunta dal soggetto secondo il modo più individuale che collettivo
in quanto l'individuo agisce intenzionalmente, attraverso sue scelte collocate in uno spazio sociale con limiti e conflitti
Il concetto di habitus di Bourdieu indica come
l’identità sia, in realtà, un costrutto sociale
In tal senso emerge come alcune identità sociali cerchino di prevalere e dominare su altre
ponendo così l’attenzione anche sull’emarginazione sociale
Nel modello conflittualista, quindi la socializzazione è legata
alle quotidianità, ai contesti di vita
Attraverso questo approccio è possibile denunciare i condizionamenti sociali e culturali
cogliere l’importanza della classe sociale o del ceto di appartenenza nel definire i modi e gli stili di socializzazione
modello interazionista-comunicativo di socializzazione
la società è intersoggettiva e comunicativa
E’ l’uomo che attraverso le sue azioni
costruisce la realtà sociale
Il compito del soggetto umano, non è quello di assimilare la realtà
ma di elaborarla e rielaborarla attraverso un’attività che induce al cambiamento
L’unità d’analisi è data non dal comportamento del singolo
ma dalla sua capacità di captare e capire i comportamenti dell’altro (interazione)
In questo modello vi sono due filoni principali
Il primo filone è quello di Blumer
il quale enfatizza gli aspetti microsociali dell’interazione
definendoli come soggettivi
Il secondo filone è di Kuhn
che interpreta l’interazione sociale nei legami con
la struttura sociale, sottolineando la prevedibilità dei comportamenti
Nell’analisi della socializzazione di questo modello
ha influito molto anche l’interazionismo simbolico
pone l'accento sulla creazione dei significati nella vita e nelle azioni umane, sottolineando la natura pluralistica della società
il relativismo culturale e sociale delle norme e delle regole etiche e sociali e la visione del Sé come socialmente strutturato
La teoria si occupa soprattutto dell'interazione sociale che ha luogo nella vita quotidiana della gente
È una teoria microsociologica
Berger e Luckmann rielaborano il concetto di socializzazione
collocandola in quella realtà quotidiana che viene data per scontata
Nel corso della socializzazione primaria
il bambino interiorizza questa quotidianità tramite identificazione e imitazione, pertanto l’Io è un’entità riflessa
Nel corso della socializzazione secondaria viene messa in discussione
la realtà appresa nel corso della socializzazione primaria in quanto l’individuo vede la vera visione del mondo e, tale processo, può comportare una vera e propria crisi nel soggetto
E’ da questa problematizzazione che si evidenzia l’importanza della comunicazione nella costruzione della realtà sociale:
il soggetto conserva e trasforma le forme interiorizzate
La socializzazione secondaria permette al soggetto di riflettere e distanziarsi dalla realtà precedentemente appresa