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Capitolo 9 - Coggle Diagram
Capitolo 9
L'talia nel dopoguerra
Il primo dopoguerra fu caratterizzato in Italia da una difficile condizione economica e sociale
Molte industrie, che avevano difficoltà nella ri- conversione alla produzione di pace, chiusero
aumentarono disoccupazione e costo della vita e con esse la rabbia
Ai contadini non fu assegnata la terra promessa dopo Caporetto
Nel 1919 le agitazioni nel mondo del lavoro crebbero
gli operai chiedevano salari migliori e limiti all'au- mento dei prezzi
i contadini occuparono latifondi e terreni incolti
Alla situazione economica si aggiungevano i debiti contratti dal paese con gli Stati Uniti durante la guerra
l'agricoltura italiana non bastava a sfamare la popołazione
Lo sviluppo e l'affermazione dei partiti popolari
Nel dopoguerra i cattolici italiani entrarono nella vita politica, con il Partito popolare fondato da don Luigi Sturzo
un partito di massa con consenso soprattutto nelle campagne centrosettentrionali
Il programma, antisocialista, era aperto ai problemi del mondo del lavoro
prevedeva l'assegnazione di lotti di terre ai contadini
l'abolizione del servizio militare obbligatorio
il voto alle donne e il potenziamento delle autonomie locali
Nel novembre 1919 si svolsero le prime elezioni del dopoguerra, a suffragio uni- versale maschile e con il sistema proporzionale
la maggioranza andò ai liberali, ma socialisti e popolari registrarono un forte consenso
I socialisti erano divisi nelle due correnti dei riformisti e dei massimalisti
Nel 1921 una scissione interna diede vita al Partito comunista d'Italia, ispirato al bolscevismo russo
Il governo Nitti
Il governo fu affidato a Nitti
Introdusse il sistema proporzionale
legalizzò l'occupazione contadina delle terre
fu conciliante verso le agitazioni socia- li nella prospettiva, poi non realizzata, di portare i socialisti al governo
Nel settembre 1919 un gruppo di volontari guidato da D'Annunzio occupò la città di Fiume
Il governo condannò il gesto, mentre la propaganda nazionalista lo avallò portando avanti l'idea della "vittoria mutilata"
La situazione portò alla crisi del governo e alle dimissioni di Nitti
La nascita del fascismo
Nel 1919 a Milano si costituì un nuovo movimento politico guidato da Benito Mussolini
i "Fasci di combattimento"
privo di un programma preciso ma caratterizzato dall'uso della violenza (il simbolo era il fascio littorio)
Gli aderenti, organizzati in squadre d'azione, erano soprattutto ex combattenti di diversa estrazione sociale, ma accomunati dal malcontento verso la situazione italiana e i partiti politici
Nell'aprile 1919 a Milano le squadre fasciste assaltarono e bruciarono la sede dell'"Avanti!", giornale socialista precedentemente diretto dallo stesso Mussolini
Le azioni squadriste si diffusero poi nelle campagne, dove contrastarono la forte presenza socialista e sindacalista
Il nuovo governo Giolitti
Dopo le dimissioni di Nitti, al governo tornò Giolitti, in un periodo di grande tensione sociale, a causa dell'occupazione delle fabbriche messa in atto dai metallurgici
Giolitti confermò la linea di neutralità del governo
Le parti si accordarono
gli operai ottennero aumenti salariali e un limitato controllo sulle fabbriche
An- che la questione di Fiume fu risolta tra- mite il trattato di Rapallo (1920), che concedeva all'Italia l'Istria e Zara mentre Fiume diventava città libera
Questa linea politica fu però disapprovata dagli agrari e dagli industriali più conservatori, che si avvicinarono ai fascisti
Anche il gover- no lasciò agire le squadre fasciste, nella convinzione che il movimento si sarebbe presto esaurito e che potesse essere usato per limitare l'azione dei socialisti massimalisti
In realtà i fascisti in questo modo accrebbero la loro forza aprendosi la via per andare al governo
Mussolini al governo (1922)
Nel luglio 1921 Giolitti si dimise e al suo posto andò al governo Bonomi
I fascisti riuscirono a eleggere 30 parlamentari, di cui si servirono per ottenere nuovi appoggi dai centri di potere
Fu fondato il Partito nazionale fascista (novembre 1921) e Mussolini annunciò un'azione di forza per ottenere il potere
la "marcia su Roma"
Il re non fece intervenire l'esercito contro le squadre fasciste e affidò a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo, che ebbe il voto favorevole del Parlamento, a eccezione di socialisti e comunisti
Fu costituito un corpo milita- re di volontari (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale), con cui si continuarono a colpire gli avversari politici
La vittoria elettorale fascista. L'assassinio di Giacomo Matteotti
Alle elezioni del 1924 vinsero i fascisti, alleati con i liberali
Alla riapertura del Parlamento, il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciò che le elezioni si erano svolte in un clima di intimidazioni e violenze e ne chiese l'annullamento
Qualche giorno dopo Matteotti fu rapito e assassinato da una squadra fascista
Questo evento suscitò nel paese una reazione indignata che indebolì la posizione di Mussolini
I deputati dell'opposizione abbandonarono i lavori parlamentari (secessione dell'Aventi- no) ma il gesto non ebbe conseguenze
Il re non intervenne e Mussolini si assunse la responsabilità dell'accaduto (gennaio 1925), invitando il Parlamento ad accusarlo
A quel punto ai prefetti fu imposto di sciogliere le organizzazioni contrarie al fascismo e furono sospesi i lavori parlamentari, aprendo la strada all'instaurazione di un regime totalitario