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L'ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA - Coggle Diagram
L'ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA
L'Italia negli anni del dopoguerra attraversò una profonda crisi economica e sociale
La crisi portò all'inattività di industrie e disoccupazione del popolo tanto da creare un periodo di malcontento e agitazione popolare conosciuto come
"Biennio Rosso" (1919)
I contadini del Lazio e Meridione non dimenticando le promesse fatte dai politici si muovono all'occupazione di latifondi e terreni incolti.
Ciò creò anche una situazione di debito statale (10 miliardi di lire)
Un fatto nuovo che influisce la storia politica e sociale dell'Italia è l'ingresso dei cattolici nella vita politica
Fondazione Partito popolare italiano (1919) promossa dal sacerdote Luigi Sturzo (1871-1959)
Esso prevedeva:
liquidazione latifondi e assegnazione terre espropriate ai coltivatori diretti
abolizione servizio militare obbligatorio
estensione diritto di voto alle donne
Uno dei primi risultati ottenuti fu la riforma elettorale e nel
novembre 1919
si tennero le elezioni politiche con la
netta vittoria del Partito popolare.
SOCIALISTI
RIFORMISTI
Leader: Filippo Turati
MASSIMALISTI
Leader: Giacinto Menotti Seratti
Un gruppo di socialisti nel 1921 si separò e formò il
Partito comunista d'Italia.
Con Gramsci e Togliatti a dirigere il partito.
Dopo le elezioni del 1919 governare era difficile e i tre mondi, quello liberale, quello socialista e quello cattolico avevano ancora ideali incompatibili.
Francesco Saverio Nitti
tentò di affrontare la situazione tenendo il governo per dodici mesi cercando di soddisfare i tre mondi, ma senza risultati.
D'Annunzio nel mentre occupa senza consenso governativo Fiume sfruttando alcuni reparti dell'esercito.
Nello stesso anno (1919) si costituirono a Milano i
"Fasci di combattimento"
guidati da
Benito Mussolini.
Una caratteristica principale dei fasci era l'utilizzo della violenza nei contrasti politici:
Infatti il 15 aprile 1915 a Milano c'è stato l'attacco alla sede del giornale socialista.
Una volta dimesso Nitti sale al governo
Giolitti
, il quale nonostante l'agitazione del popolo mantiene la sua linea tradizionale di
non intervento
Risolve anche la questione di Fiume negoziando con la Jugoslavia
il trattato di Rapallo
La sua politica di non intervento non era tanto apprezzata
da chi era per la violenza e quindi
industriali e agrari si avvicinarono ai fascisti.
Fu così che
il movimento fascista tra la fine del 1919 e inizio 1920 si consolidò e avviò una seria sistematica di interventi armati contro organizzazioni armate e contadine.
Questi attacchi erano sostenuti finanziariamente sia da industriali e agrari sia da organi governativi.
Si dimette nel luglio 1921 dando posto a Ivanoe Bonomi.
A
novembre 1919
i Fasci di combattimento si trasformarono nel
Partito nazionale fascista.
I fascisti volevano il potere e quindi organizzano un colpo di forza contro lo Stato, la cosiddetta
"marcia su Roma"
Il re convoca Mussolini a Roma affidandogli l'incarico di formare un nuovo governo.
Mussolini forma e nomina un nuovo corpo militare chiamato
"Milizia volontaria per la sicurezza nazionale"
basato sulla violenza contro gli avversari politici.
Nel 1924
ci furono nuove elezioni con la
vittoria dei fascisti.
Il 30 maggio dello stesso anno Matteotti
convoca la Camera per
denunciare le violenze dei fascisti durante le elezioni.
il 10 giugno fu assassinato.