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Dopo la guerra del Peloponneso - Coggle Diagram
Dopo la guerra del Peloponneso
combattuta tra Atene e Sparta (431-404)
la vincitrice era Sparta ma di fatto c'era ancora Atene ad agire
Corinto e Tebe, storiche alleate di Sparta erano scontante della gestione della vittoria
ad Atene la democrazia ritornò grazie all'opera di Trasibulo
-Sparta era incapace di ricoprire il ruolo di città-guida, andava perdendo l'austerità e il rigore su cui si era formata
-l'insicurezza di Sparta emergeva dal fatto che non riusciva a contenere la potenza Persiana
il re infatti aveva preteso il riconoscimento sulle poleis della Ionia d'Asia
Sparta si assunse la responsabilità di liberare i Greci dal giogo persiano
guerra di Corinto
alleanza antispartana
sulla terra Sparta resistette ma la sua flotta venne distrutta
pace di Antalcida, il congresso si tenne a Sparta, ricordato come il momento più umiliante vissuto dai greci
Tebe
centro più importante della Beozia
Pelopida ed Epaminonda
Leutra, battaglia più importante contro gli Spartani grazie all'utilizzo della falange obliqua
il dominio di Sparta si sgretolò e i Messeni si ribellarono
il panico si diffuse in tutta la Grecia, Atene e Sparta si allearono, persero a Mantinea ma riuscirono ad uccidere Epaminonda
la città ripiegò e nessuna città aveva l'egemonia sulle altre
regno di Macedonia
occupava una vasta regione a nord est della penisola ellenica, territorio montuoso diviso dalle altre polis dalla Tessaglia
il punto di debolezza era la mancanza di una monarchia e la presenza di una forte nobiltà (hetairoi)
sul trono di Macedonia sedevano gli Argeadi, originari di Argo e per questo motivo erano ammessi alle olimpiadi
Filippo
prese il controllo delle miniere d'oro in Tracia, creò così nuovi centri urbani e abbellì la capitale, introdusse l'arruolamento obbligatorio (falange macedone)
aveva in mente di sferrare un attacco definitivo ai Persiani, dopo la battaglia di Cheronea costituirono la lega di Corinto (esclusa Sparta)
i progetti di Filippo furono stroncati durante una congiura di palazzo, le città greche pensavano di di poter di riavere la loro indipendenza, la prima a provarci fu Tebe ma la reazione fu durissima
l'occasione per l'intervento in Grecia fu offerta dal conflitto tra alcune poleis del nord
sfociò nel saccheggio di Delfi
Filippo assunse il ruolo di protettore del santuario, questo fatto gli permise di interferire negli affari della Grecia
Demostene era convinto che Atene, per recuperare la gloria di un tempo avrebbe dovuto combattere contro i "barbari"
la sua idea prevalse
creò una coalizione che raccoglieva le poleis del Peloponneso e delle Isole
I macedoni vinsero a Cheronea
lega di Corinto
Isocrate sosteneva un progetto opposto a quello di Demostene, credeva infatti che Macedoni e tutti i Greci avrebbero dovuto unire le loro forze per distruggere i Persiani
Alessandro Magno (356-323)
allievo di Aristotele
prese in mano le sorti del regno ed organizzò una spedizione punitiva contro Dario III il quale sottovalutò i nemici
334 presso il fiume Granico sull'Ellesponto Alessandro vinse i Persiani
le città caddero una dopo l'altra e Alessandro si credette di origine divina
Isso, prese il bottino e la famiglia del re
scese in Egitto dove consultò l'oracolo di Ammone e fondò Alessandria
si spostò poi in Mesopotamia dove il re si era fermato a Gaugamela, gli propose offerte di pace ma Alessandrò rifiutò e continuò il suo progetto espansionistico
si scatenò una caccia al re fuggitivo fino alla Battriana, qui il satrapo della regione uccise il sovrano
volse allora nella valle dell'Indo, dove sconfisse il re indiano Poro