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Il NATURALISMO e VERGA - Coggle Diagram
Il NATURALISMO e VERGA
IL CONTESTO CULTURALE
Nel secondo Ottocento si diffonde una fiducia assoluta nella ragione e nella scienza con attenzione alla realtà materiale, senza coinvolgimento religioso e spirituale. Si tende al realismo e ci sono vari fenomeni culturali:
NATURALISMO: corrente letteraria che esprime le teorie del positivismo rappresentando la realtà così com’è, in modo oggettivo. La variante italiana del Naturalismo è il Verismo.
EVOLUZIONISMO: teoria del naturalista Darwin secondo lui le specie esistenti in natura sono il risultato di una selezione naturale caratterizzata da una “lotta per la sopravvivenza” dove solo gli individui che si adattano all’ambiente sopravvivono e si riproducono.
POSITIVISMO: corrente filosofica che applica il metodo scientifico e ritiene i dati scientifici l’unica forma valida di conoscenza.
In questo periodo c’è anche il DECADENTISMO che, al contrario, ritiene che ragione e progresso scientifico non bastino per comprendere la realtà che è irrazionale e solo l’arte può descrivere il mondo, l’interiorità e l’inconscio.
GIOVANNI VERGA
LA VITA Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 in una famiglia di proprietari terrieri. La sua formazione letteraria si svolse tra Firenze e Milano dove scrisse i suoi primi romanzi sentimentali. Intorno al 1880, influenzato dal Naturalismo, maturò una nuova concezione letteraria che lo fece avvicinare al Verismo e produrre le sue opere più importanti e significative. Nel 1893 lasciò Milano per tornare a Catania dove amministrò le sue proprietà, si schierò in una politica reazionaria e autoritaria approvando anche i moti di Milano del 1898, l'entrata dell'Italia nella Prima guerra mondiale e gli avvenimenti del fascismo. Morì nel 1922.
LA POETICA
Nelle sue opere Verga utilizza una POETICA VERISTA.
L'autore non esprime giudizi sulle vicende rappresentate e le riferisce in modo impersonale.
L'autore si eclissa, non esclude la pietà per i deboli,
vittime di un mondo violento e di un ordine sociale impossibile da modificare.
Da una parte denuncia l'ingiustizia, dall'altra accetta con rassegnazione una situazione impossibile da cambiare.
La mentalità conservatrice di Verga non gli permettono di rovesciare la situazione.
Verga assume mentalità e modo di ragionare dei personaggi ma anche il linguaggio riproducendo le espressioni tipiche del parlato. Non riprende il dialetto siciliano ma le costruzioni grammaticali e sintattiche proprie del dialetto e utilizza proverbi e modi di dire siciliani per rendere tutto più realistico.
NATURALISMO e VERISMO
In Italia, ispirandosi al Naturalismo, alcuni autori danno vita al VERISMO.
Il Verismo è un movimento che prende nome da “vero” perché lo scrittore descrive la realtà cruda e misera in modo veritiero senza esprimere giudizi.
Giovanni Verga è il principale esponente del Verismo.
Le caratteristiche del Verismo sono:
IMPERSONALITA’: l’autore deve essere invisibile e far sembrare che l’opera d’arte sembra essersi fatta da sé. Il narratore non deve intervenire con giudizi, opinioni e anticipazioni ma mimetizzarsi nel racconto, prendendo il punto di vista e la mentalità dell’ambiente sociale narrato
IDEOLOGIA CONSERVATRICE: i veristi italiani rappresentano la miseria di contadini e pescatori con distacco senza speranza di progresso e cambiamento; invece i naturalisti denunciavano le ingiustizie sociali augurandosi di rimediare
REGIONALISMO: il Verismo descrive il mondo contadini delle regioni meridionali mentre i naturalisti raccontavano soprattutto ambienti cittadini e operai.
LINGUA E STILE: i veristi usano espressioni dialettali, proverbi e modi di dire, riproducono la lingua del popolo rendendo più verosimile il racconto.
Il NATURALISMO è una corrente di origine francese secondo la quale la letteratura deve rappresentare la realtà in modo oggettivo, applicando il metodo delle scienze naturali. Lo scrittore naturalista deve comportarsi come scienziato, rappresentare oggettivamente la realtà e indagare i suoi meccanismi definiti dall’eredità, dall’ambiente geografico e sociale e dal momento storico. Maggiore rappresentate è Emile Zola, autore di romanzi che seguono l’evoluzione della società francese in tutte le classi sociali attraverso la storia di una famiglia racconta per cinque generazioni.
LE OPERE
SECONDO PERIODO: Negli anni '80 pubblicò le opere più significative: le raccolte di novelle "Vita dei campi" e "Novelle rusticane" e i due romanzi "I Malavoglia" (1881) e "Mastro don Gesualdo" (1889) ambientate in un povero mondo contadino dominato dalla lotta per la vita e per la sopravvivenza dove i deboli vengono schiacciati. I due romanzi dovevano par parte del "ciclo dei vinti" dedicato a figure umili che volevano migliorare le proprie condizioni ma finiscono per peggiorarle ma il ciclo rimane incompiuto ma emerge pessimismo senza speranza di un futuro migliore. Verga propone "l'ideale dell'ostrica", cioè solo chi accetta la propria condizione senza cercare di cambiarla come l'ostrica aderisce allo scoglie, può sperare di non finire travolto.
"I MALAVOGLIA" racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani che si ritrovano ad affrontare sventure per migliorare le proprie condizioni economiche.
"MASTRO DON GESUALDO" racconta la storia di un manovale divenuto possidente con sacrifici e per aver sposato un'aristocratica. Non riesce a farsi accettare dalla nobiltà e muore in solitudine.
PRIMO PERIODO: Tra il 1866 e il 1875 pubblicò romanzi ambientati in una società elegante ma superficiale (es. "Una peccatrice", "Eva", "Storia di una capinera") ambientati in una società borghese e mondana con protagonisti uomini passionali e donne fatali.
La novella "NEDDA" (1874) segna un momento di rottura perché ambientata in una Sicilia rurale e povera ma autentica dove la protagonista si ritrova solo dopo aver perso marito e figlia. Segna l'avvicinamento di Verga al Verismo. Il definitivo passaggio avviene con "ROSSO MALPELO", novella del 1878 in cui applicò la tecnica dell'impersonalità.