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MOD B 10 - Coggle Diagram
MOD B 10
Patto referenziale Il resoconto fattuale chiede al proprio destinatario di concedergli la sua fiducia e in cambio gli promette di dirgli la verità. Il patto stipulato dall’Esecutore (E) si articola in quattro clausole che il Destinatario (D) è libero di accettare o rifiutare.
1)Il discorso di E riguarda fatti realmente accaduti.
2)E è in grado di fornire prove o ragioni circa la verità di ciò che racconta.
3)E crede alla verità di ciò che racconta (condizione di sincerità).
4)E vuole che anche D creda alla verità del racconto.
Questo patto articolato in 4 clausole> se proviamo a vedere cosa succede una per uno quando il destinatario non sta ai patti= quando il destinatario non ritiene che l’esecutore sia stato ai patti, vediamo che rimane quasi sempre narrativa naturale.
Il narratore racconta qualcosa in buona fede ma si sbaglia= ritenuta narrativa naturale poiché le altre tre condizioni sono comunque soddisfatte, è possibile sbagliarsi, errore.
Tre gradi di degenerazione delle Narrative Naturali (a seconda della clausola violata)
1) La Verità dei fatti raccontati ERRORE
2) La dimostrabilità dei fatti DICERIA
3) La buona fede dell’Esecutore MENZOGNA
4) L’intenzione, da parte dell’Esecutore di Far-Credere-Vero FINZIONE
caso> qualcuno dice qualcosa che pensa sia vero ma non ha le prove> rimanere narrative naturali alle quali non tutti gli interpreti daranno la loro adesione, ma non vuol dire che se io non aderisco al patto allora il patto non c’è, dicerie.
caso contrario= qualcuno racconta qualcosa che sa non essere vera ma che vuole farla credere tale= menzogna ma non è ancora finzione.
caso in cui=viene a mancare l’ultima delle clausole=si passa alla finzione, ma solo in quel caso.
quello che determina l’appartenenza di un testo al genere della narrativa artificiale= mancata intenzione di fa credere vero, fuori dal mondo narrativo> tenere conto di queste 4 caratteristiche per definire se si tratta di una narrativa artificiale o naturale
Culture e generi diversi >modi diversi di calssificare le due tipologie di narrative> esempio, racconti religiosi, di leggende ecc. per alcuni essere veri, narrative naturali, per altri solo racconti con morale, narrative artificiali.
A partire da questa constatazione vari semiologi >come un testo riesce a farsi riconoscere come narrativa naturale o artificiale. È soprattutto negli interessi della narrativa naturale farsi riconoscere perché pretende di modificare i comportamenti delle persone ed intaccare la rappresentazione del mondo per fargli agire in un certo modo> interesse a farsi riconoscere come resoconto fattuale che pretende di essere ritenuto vero.
I semiologi chiesti quali essere questi segnali di finzionalità da una parte e di referenzialità dall’altra. Questo sezione delle “passeggiate nei boschi narrativi” Eco mette brani> degli incipit di testi famosi senza specificare da dove sono presi> lettore indovinare se è finzione o no.
In alcuni casi è abbastanza evidente> indizi aiutano a riconoscere una narrativa artificiale. Anche focalizzazione interna tipica della finzione> narrazione naturale non potrebbe permettersela, a meno che il narratore non coincida con il focalizzatore. Al contrario molti riferimenti reali e culturali specifici
Segnali di genere Non esistono segnali incontrovertibili di finzionalità o di referenzialità. L’interprete soppesa l’effetto combinato di una serie di indizi testuali e paratestuali e avanza ipotesi circa la natura finzionale o referenziale del testo.
conclusione> non esistono segnali incontrovertibili di finzionalità o di referenzialità, perché spesso i racconti di finzione giocano a far finta di essere narrative naturali= prendono in prestito “l’apparecchiatura” discorsiva tipica della non fiction. E ad un certo punto lettore data una certa possibilità di riconoscere che quel testo era effettivamente finzione, ma non è detto.
Casi più noti di mancato riconoscimento di genere narrativa artificiale, “la guerra dei mondi” di Wells, presa realmente come radio cronaca parla dello sbarco dei marziani>due anni dopo la notizia dell’attacco di Pearl Harbor, alcuni pensano nuovo di uno scherzo di cattivo gusto e quindi interpretano la narrativa naturale come artificiale.
casi di cui parla Eco nell’ultimo capitolo delle passeggiate> protocolli fittizi= testi fatti per essere creduti veri, cioè narrative naturali ma costruiti, in maniera menzognera, a partire da frammenti di narrative artificiali.
Il documento in questione>protocolli dei Savi Anziani di Sion> falso documento costruito fine 800 inizio 900, probabilmente dalla polizia zarista >manifesto dell’anti-semitismo mondiale> documento di poche pagine presenta come gli atti di un convegno segreto nel cimitero di Praga di notte tra i 12 rappresentanti delle tribù di Israele
secondo questo documento, si riuniscono discutere procedendo il piano per conquista del mondo. Inizialmente si pensa vera organizzazione criminale nel 1900 questo documento diffuso e manifesto di tutti gli anti- semiti, nonostante dopo l’uscita pubblicato anche sul times di Londra e presentato come narrativa naturale>giornalista che pubblicato manda la smentita >giunta una lettere qualcuno riconosciuto i pezzi di cui era fatto quel falso documento.
Ciò nonostante, mantenuto come nucleo di tutte le teorie di antisemitismo del 900, ne parlerà anche Hitler come giustificazione alla soluzione finale=narrativa naturale, menzognera fatta di pezzi di narrativa artificiale ma presentata come resoconto veritiero nonostante le smentite.
MONDI POSSIBILI – what if?
(in logica modale): stati del mondo alternativi rispetto al mondo reale. Ogni volta che fantastichiamo si che cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente (ogni volta che formuliamo un’ipotesi controfattuale), modifichiamo l’elenco delle proposizioni che definiscono il mondo attuale per rappresentare mondi possibili alternativi a esso.
In logica si calcolano tutte le conseguenze concepibili di questo controfattuale, tendendo identico il mondo dove non è intaccato dalla premessa controfattuale. Si aprono tanti scenari possibili. Es come sarebbe il mondo se Napoleone avesse vinto?
Alcune fiction giocano su questo. Es. the man in the high castle gioca sull’ucronia, ovvero modificare un fatto della storia (es. tedeschi vincono la guerra).
Noi lo facciamo sia rispetto al passato (se solo non avessi…) sia rispetto al futuro: in una situazione in cui si aprono scenari diversi noi li immaginiamo. Siamo sempre immersi in questa situazione.
Noi possiamo immaginare solo scenari logicamente possibili, ma nella fiction è diverso perché scorrono universi logicamente impossibili. Mondi diversi che corrono assieme nello stesso tempo, scenari diversi (es. viaggi nel tempo)
Saul Kripke:
I Mondi Possibili [della logica] non sono «scoperti attraverso potenti telescopi» ma vengono stipulati da qualcuno attraverso una qualche forma di attività mentale.
Dice Eco: I mondi possibili della finzione narrativa sono costrutti culturali creati dall’autore e ricostruiti dal lettore in base agli indizi che il testo gli fornisce.
Nell’istante in cui sottoscrive il patto finzionale, il lettore si predispone a farsi “catturare” dal mondo narrativo e a comportarsi come se appartenesse a quel mondo e ne condividesse le regole del gioco.
Spesso le regole del mondo fa finta di conoscerle e le scopre cammin facendo.
Nelle fiabe no, sappiamo che in quel mondo le regolo del gioco sono quelle.
Qui invece la regola va imparata piano piano.
MONDI INCOMPLETI: La loro incompletezza è dimostrata da una verifica relativamente semplice: solo alcune asserzioni concepibili riguardo a entità finzionali sono decidibili, mentre altre non lo sono. La questione se Emma Bovary si sia suicidata o sia morta di morte naturale può essere decisa, ma la questione se avesse o meno una voglia sulla spalla sinistra non è decidibile e, in realtà, non ha alcun senso.
(Doležel 1998 [1999: 24])
Questi mondi narrativi sono incompleti, qualcosa rimane fuori per forza. Mondi incompleti in cui certe domande non hanno neanche senso (rispetto al mondo reale, che è sempre interrogabile). Se ci basiamo su delle creazioni non ha senso porsi alcune domande. Piccoli mondi composti da pochi individui che intrattengono relazioni tra loro.
A volte spetta al lettore tirare fuori alcune informazioni (mondi parassitari).
MONDI PARASSITARI; Principio di scostamento minimo (cfr. ESTENSIONI PARENTETIZZATE)
Noi costruiamo il mondo della fiction e dei condizionali controfattuali il più vicino possibile alla realtà che conosciamo. Ciò significa che proiettiamo sul mondo dell’asserzione tutto ciò che sappiamo del mondo reale, operando unicamente le trasformazioni che non siamo in grado di evitare.
(Ryan 1980: 406)
Questo scostamento dal mondo reale (anche questo un costrutto sociale) si confronta con questi mondi:
- Mondi possibili verosimili
- Mondi possibili inverosimili
- Mondi possibili inconcepibili
- Mondi possibili impossibili
Si va dal grado minimo, possibili verosimili: mondo narrativo identico al mondo reale a parte l’aggiunta di un personaggio di finzione. Applichiamo li stessi standard di interpretazione del mondo reale, a parte per quei personaggi.
Mondi possibili inverosimili: in cui vengono trasgredite certe leggi naturali. Il lettore deve essere flessibile e superficiale da non chiedere spiegazioni ulteriori. Si mantengono le regole della logica
Mondi possibili inconcepibili: si capisce da subito che sono logicamente impossibili. Non possono essere concepire – cerchio quadrato, non riusciamo a concepirlo – contraddizione palese.
Mondi possibili impossibili: mondi che si possono concepire quanto basta per rendersi conto che si tratta di mondi logicamente impossibili – come i viaggi nel tempo. Devi essere superficiale, non ti devi chiedere come davvero funziona. Ci si rende conto che è un mondo logicamente impossibile quando i nodi vengono al pettine. Film Inception.
Immagine: riesci a capirla ma non a percepirla. Cilindro o rettangolo? Questo è un mondo inconcepibile.
I mondi possibili
Normalmente sono gli indizi para testuali> ci fan capire fin da subito se fatti veri o no, sono quelli che di solito sono determinanti. Però pensiamo ad un lettore che non sappia se si tratta di una narrativa artificiale o naturale, cosa succede?
Se parlare casetta nel bosco la vera ipotesi inverosimile casetta sia uguale a ciò che sarebbe analoga nel mondo reale>sono quelle che Eco chiama estensioni parentetizzate, ovvero messe tra parentesi, i primi riferimenti non impegnativi ai mondi= man mano che si comincia a leggere le frasi che compongono il testo il lettore “assume transitoriamente un’identità tra il mondo a cui l’enunciato fa riferimento e il mondo della propria esperienza”;
per cominciare a riempire quel mondo narrativo, si ricavano informazioni astratte dal mondo reale>>la dove ci fossero delle deviazioni rispetto a quanto è lecito aspettarsi ereditando le proprietà del mondo reale è compito del testo segnalare queste differenze. A volte i testi giocare su queste estensioni parentetizzate, a scopi ingannevoli. Soprattutto narrative artificiali.
Non è esperienza del mondo reale ma per sceneggiature intertestuali andiamo a recuperare la cosa più vicina, non si parla del mondo reale ma di una guerra intergalattica con due popolazioni nemiche.
Per estensione parentetizzata per scontato soggetto di cui si parla umano, qui l’inganno è che noi abbiamo attivato la sceneggiatura della guerra intergalattica che conosciamo per via di tante storie, attraverso la prospettiva umana, perché salvo indicazioni alternative il soggetto di cui non si definiscono le caratteristiche è il più vicino possibile a noi, solo l’ultima frase capovolge la prospettiva-> soggetto è per noi sarebbe l’extraterrestre e il nemico è l’umano> tipo caso di inganno interpretativo prodotto grazie al meccanismo dell’estensione parentetizzate.
fino a prova contraria l’interpretazione ricava le regole dell’abduzione il più vicino possibile da dove si trova il lettore.
L’interpretazione di un testo, però qualcosa che avviene nel tempo, un pezzo per volta, il lettore attualizza man mano porzioni successive di contenuto per collegarle l’una con l’altra e creare una fabula, e da li ricavare le strutture soggiacenti.
A seconda del genere che man mano il lettore riconosce>costruisce un’immagine di questo universo di riferimento. seconda parte previsioni e passeggiate inferenziali.
passeggiate danno il titolo a “passeggiate nei boschi narrativi”. Noi continuamente mentre leggiamo formuliamo ipotesi che riguardano non soltanto i segmenti appena fruiti sui quali gettiamo uno sguardo retrospettivo, ma anche impegnati in attività previsionali. Queste sono le previsioni e le passeggiate inferenziali, e le disgiunzioni di probabilità di cui parla Eco.
Disgiunzioni di probabilità Lui metaforizzandole come sistema di svincoli di sistema di una rete ferroviaria, in alcuni punti in del testo è stimolata più attivamente l’attività previsionale dell’interprete, in questi punti alcuni indizi testuali= lettore implicitamente o anche esplicitamente invitato a formulare sue ipotesi riguardo a ciò potrebbe capitare e successivamente.
Cos'è in soccorso per formulare le nostre ipotesi o passeggiate inferenziali che ci permettono di prevedere stati successivi della favola? le sceneggiature, le competenze pregresse del lettore che entrano in circuito con il testo e che sollecitare in un modo o in un altro.
Questi snodi> disgiunzioni di probabilità capitare due cose; che il lettore indovini giusto quindi il segmento successivo del testo lo confermerà oppure che il testo si “diverta”, come nella “sentinella” o nell’incipit di pinocchio, a frustrare sistematicamente tutti i tentativi che il lettore fa di formulare tutte le sue ipotesi previsionali.
Di nuovo siamo di fronte ad un ulteriore eccezione di distinzione tra testi aperti e testi chiusi, chiusi quei testi “consolatori”, che sistematicamente confermano le previsioni del lettore> fiaba essendo fondata su uno schema precodificato di funzioni narrative tendenzialmente conferma le aspettative. Oppure gli altri testi aperti, dal punto di vista della trama, che si divertono a frustrare le aspettative del lettore.
in fine a quelle che Eco chiama le strutture dei mondi= costruzione progressiva di un mondo narrativo la cui struttura definitiva sarà nota soltanto a lettura ultimata. gli elementi, chi lo popola, quali sono le regole che ci si può aspettare all’interno di quell’universo ecc> Eco in prestito da una Ram della logica che è la logica modale la teoria dei mondi possibili> sostanzialmente teoria dei controfattuali, cioè del “What if”.
problemi grandi posti i teorici della letteratura parla di finzione narrativa è di capire in che senso si può dire che l’enunciato, qualcosa nel mondo della finzione possa essere ritenuto falso e cosa vero, posto che molte cose del mondo finzionale possa esistere nel mondo reale
Il tutto è vero solo nel mondo finzionale stipulato in quella realtà, ovvero solo dentro a certi confini.
Da qui l’idea di distinguere tra due tipi di mondi narrativi che grossomodo corrispondo alle narrative naturali e alle narrative artificiali
Lubomír Doležel (Heterocosmica)
- testi che raffigurano il mondo (world-imaging texts) NARRATIVE NATURALI
- testi che costruiscono i propri mondi (world-constructing texts)
NARRATIVE ARTIFICIALI
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come questi mondi creati collaborando con il lettore costruiscono i propri mondi=qual è il ruolo del lettore nella costruzione di questi mondi alternativi.
Per parlare di questo lavoro di finzionalità, dove l’autore fornisce le materie prime e l’architettura di base ma molti elementi li porta dentro il lettore stesso, che deve però aver ricevuto indicazioni sufficientemente inequivoche da sapere quali elementi e arredi scenici può trarre dalla sua esperienza e del mondo reale e altri mondi narrativi per riportarli dentro al mondo finzionale in questione (facciamo sempre quando guardiamo un film).
Patto finzionale: Coleridge=la volontaria sospensione dell’incredulità= stare al patto, non chiedersi perché succedono certe cose, si rinuncia volontariamente alla propria facoltà di essere scettici rispetto agli eventi, come accade nei giochi> stabiliscono preventivamente regole del gioco e dentro perimetro alcune mosse consentite e altre no= la soglia dell’incredulità non sia la stessa da un genere all’altro.
Eco esempio “nelle passeggiate dei boschi narrativi”> capitolo che è “lo strano caso della Servandoni” nome via di Parigi. Servandoni architetto italiano, è messo in un pezzo dei tre moschettieri mentre Dartagnan era per le strade di Parigi, i tre moschettieri ambientati nel 1925 ciò non è possibile poiché lui nacque molto dopo,
=Dumas si è sbagliato, in base alle regole di quel gioco non avrebbe dovuto esserci quella via nei tre moschettieri= persona con una certa enciclopedia si sente ingannato, gli passa la voglia di stare al gioco, si fa fatica a non sospendere l’incredulità.
Eco poi parla >privilegio all’etico, ovvero relativo al valore di verità delle narrative artificiali rispetto alle narrative naturali>discorso abbastanza filosofico, quando noi leggiamo una narrativa naturale, noi sappiamo che potrebbe saltar fuori un giorno un documento o un’interpretazione alternativa che ci indurre a cambiare idea su quella cosa.
Fallibilismo di Pearce, mai un grado si assoluta certezza. Ma non è così con le narrative artificiali=proprio perché il perimetro dentro a cui si muovono i personaggi in un mondo fittizio> creato dall’autore e questi non esistono al di fuori di quel mondo narrativo=verità che noi possiamo ricavare dalla lettura di un mondo artificiale possono aspirare allo statuto della verità assoluta.
Il patto finzionale=richiede un certo addestramento culturale, mentre il patto referenziale= facciamo normalmente= il grado zero della comunicazione. In realtà se noi andiamo ad analizzare il patto referenziale nelle sue clausole, ci accorgiamo che è anche più impegnativo di quello finzionale da certi punti di vista ed è anche piuttosto articolato