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Ipersensibilità di tipo I - Coggle Diagram
Ipersensibilità di tipo I
Generalità
Fasi
Fase immediata
Inizia a partire dal contatto con l'antigene
Perdura per circa due ore
Fase tardiva
Compare tra le 2-8 ore successive al contatto con l'antigene
Anafilassi (shock anafilattico)
Definizione
Forma sistemica più grave della reazione allergica
Causa
Ingresso di allergeni direttamente nel circolo
Esempi
Modalità di somministrazione di alcuni farmaci
Veleni di insetto
Allergeni alimentari (es. arachidi)
Vanno incontro ad assorbimento intestinale
Manifestazioni cliniche
Gravi manifestazioni sitemiche che possono portare al decesso
Atopia
Individui atopici
Individui predisposti a sviluppare reazioni di ipersensibilità di tipo I
Principali atopie
Vedi tabella pag.3, sbobina 30
Senso della risposta immunitaria
Tipo 2
Caratteristiche
Citochine prodotte
IL-13
IL-5
IL-4
Cellule producenti citochine
Linfociti Th2
Linfociti Thf
Differenze rispetto a tipo 1
Non sono coinvolti macrofagi
Sono coinvolti granulociti eosinofili attivati dall’IL-5
Sono coinvolti mastociti
Cenni storici
Lucrezio affermava “Quello che per un individuo è cibo, per qualcun altro è veleno”
Il fenomeno anafilattico è stato per la prima volta definito all’inizio del 1900
Ippocrate aveva osservato come alcuni soggetti avessero delle reazioni molto gravi dopo l’ingestione di latte vaccino
Allergeni
Definizione
Molecole in grado di indurre una reazione allergica
Caratteristiche comuni
Alcuni sono enzimaticamente attivi
Sono stabili
Dotati di emivita abbastanza lunga
Molto solubili
Contengono peptidi che si associano a MHC
Presentano basso peso molecolare
Possibilità di diffusione all'interno delle mucose
Non stimolano risposta immunitaria innata
Sono tutti di natura proteica (ad eccezione dei farmaci)
Stimolano risposta dei linfociti
Fasi
Fase di sensibilizzazione
Meccanismo
Ingresso dell'allergene nell'organismo
Cattura dell'allergene da parte delle cellule APC
Trasporto dell'allergene al linfonodo tramite le cellule APC
Processazione dell'antigene e associazione con molecole MHC
Presentazione dell'antigene ai linfociti Th presenti a livello linfonodale
Formazione del centro germinativo
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Raggiungimento del linfonodo in forma solubile
Riconoscimento dell'antigene da parte dei linfociti B
Recettore FcεRI
Struttura
1 catena β
Presenta dominio ITAM nella porzione intracellulare
Associata a tirosin-cinasi Lyn
Presenta più ripiegamenti
2 catene γ
Presentano dominio ITAM nella porzione intracellulare
Punto di associazione con proteine coinvolte nella trasduzione del segnale
1 catena α
Presenta porzione extracellulare estesa
Responsabile del legame con l'anticorpo IgE
Caratteristica
Forte affinità di legame con le IgE
Kd=10^-10 M
Collocazione
Granulociti basofili
Mastociti
Granulociti eosinofili
Generalità
Effetti
Nessuna manifestazione clinica
Sensibilizzazione del soggetto atopico
Causa (sequenza di eventi)
Gli allergeni portano all’attivazione dei linfociti Th
Determinazione del differenziamento in senso Th2
Produzione di IL-4 (sostenuta da Th2 e Thf)
IL-4 induce lo scambio di classe anticorpale nei linfociti B
Produzione di IgE
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Fase di scatenamento
Meccanismo
Legame dell'allergene alle IgE
Determinazione di cross-linking recettoriale
Fosforilazione della chinasi Lyn
Fosforilazione dei gruppi fosfato a livello delle sequenze ITAM
Richiamo e attivazione di proteine adattatrici (es. LAT)
Aggancio per diverse altre molecole (es. PLCγ, Grb2, SOS)
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Fattori scatenanti l'attivazione dei mastociti
Neuropeptidi
Esercizio fisico
Chemochine (es. Mip-1α)
Freddo
Anafilotossine
Generalità
Cause (sequenza di eventi)
Contatto tra l'allergene e il soggetto sensibilizzato all'allergene
L'allergene si lega alle IgE fissate sui mastociti e basofili tramite recettore FcεRI
Determinazione di cross-linking recettoriale: più recettori legano lo stesso allergene
Attivazione del mastocita
Rilascio di mediatori primari (preformati)
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Rilascio di mediatori secondari (di neosintesi)
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Effetti
Risposta iniziale
Comparsa di edema e rossore nella zona interessata
Risposta tardiva
Infiltrato infiammatorio ricco di neutrofilie ed eosinofili
Mastociti
Generalità
Origine
Midollo osseo
Collocazione
Tutti i distretti dell'organismo
In alcune zone sono più abbondanti che in altre
Prossimità di nervi
Posizione sub-epiteliale
Prossimità di vasi sanguigni
Differenziazione
Migrano come cellule immature
Giungono ai tessuti
Differenziano in cellule mature
Morfologia
Vedi immagine pag.6, sbobina 31
Mastocita non attivo
Ricco di granuli contenenti diverse molecole
Enzimi
Fattore attivante delle piastrine
Istamina
Mediatori lipidici
Mastocita attivato
Rilascio del contenuto dei granuli
Mastocita degranulato
Degranulazione
La rapidità di questo processo corrisponde alla rapidità con la quale avviene la reazione allergica
Molecole rilasciate dai mastociti attivati
Vedi tabella pag,6, sbobina 31
Effetti
Generalità
Si verificano a livello periferico
Dipendono dal distretto in cui è collocato il mastocita
Rilascio di molecole con azioni specifiche
Citochine (TNF-α) e mediatori lipidici (PAF, PGD2, LTC4)
Innesco del processo infiammatorio
Attivazione dell'endotelio vasale del microcircolo
Favoreggiamento dell'espressione delle molecole di adesione
Favoreggiamento dell'essudazione leucocitaria
Favoreggiamento dell'accumulo di cellule infiammatorie nel tessuto
Enzimi
Responsabili del danno tissutale
Amine vasoattive (istamina) e mediatori lipidici (PAF, PGD2, LTC4)
Azione a livello bronchiale
Contrazione della muscolatura liscia
Broncocostrizione
Azione a livello dell'apparato digerente
Contrazione della muscolatura liscia
Aumento della peristalsi intestinale
Azione a livello del microcircolo
Aumentano la permeabilità vascolare
Facilitazione della fuoriuscita dell'essudato dal microcircolo
Formazione di edema
Aumento del calibro basale
Granulociti eosinofili
Funzioni effettrici
Sintesi di mediatori chimici dell’infiammazione (prostaglandine, leucotrieni, citochine)
Sostengono il processo infiammatorio
Produzione di proteine
Rimodellamento dei tessuti
Rilascio di proteine e radicali liberi
Proteine dotate di attività tossica
Radicali liberi indotti dall’antigene per eliminare il patogeno
Molecole rilasciate dai granulociti eosinofili attivati
Citochine
IL-5
Potenziamento dell’attivazione degli eosinofili maturi presenti nel tessuto
GM-CSF
IL-3
Ruolo emopoietico
Chemochine
Proteine tossiche
Proteina cationica degli eosinofili
Ruolo nell'eliminazione dei parassiti
Attacco del tegumento dei microrganismi portandoli alla morte
Neurotossine derivate dagli eosinofili
Proteina basica maggiore
Mediatori lipidici
Leucotrieni
Incremento della permeabilità vascolare
Incremento della secrezione di muco
Contrazione della muscolatura liscia
Fattore attivante delle piastrine
Enzimi
Perossidasi
Catalizzazione delle reazioni di alogenazione
Collagenasi
Ruolo importante nel rimodellamento della matrice extracellulare dei tessuti connettivi
Generalità
Ruolo
Determinare la morte dei patogeni troppo grandi per essere fagocitati
Rimodellamento tissutale ad opera di alcuni enzimi che rilasciano essi stessi
Attivazione
Ambito delle reazioni allergiche
Effetti
Cronicizzazione della risposta infiammatoria
Formazione dell’eczema atopico (rimodellamento tissutale a livello della cute con il danno tissutale sostenuto dagli eosinofili)
Allergeni inalatori
Effetti
Congiuntivite allergica
Asma allergica
Legata a una cronicizzazione della reazione allergica a carico delle vie respiratorie
Rinite allergica
Risposte all'allergene
Risposta acuta
L’allergene si lega alle IgE dei mastociti
Attivazione dei mastociti
Rilascio dei mediatori (sia preformati che tardivi) dei mastociti
Vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare nel microcircolo
Favoreggiamento dell'uscita dai vasi dei linfociti Th2 prodotti durante la prima risposta all’allergene (cellule di memoria)
Rilascio di citochine
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Risposta cronica
I granulociti eosinofili rilasciano granuli contenenti sostanze in grado di danneggiare il tessuto
Danno tissutale a cui seguono eventi di riparazione tissutale e cronicizzazione della reazione
Principali allergeni inalatori
Pelo/forfora di animali
proteina presente nelle feci dell’acaro
Pollini
Shock anafilattico
Meccanismo generale
1° contatto con l'allergene
Nessuna manifestazione clinica
Il soggetto va incontro a sensibilizzazione
2° contatto (o successivo) con l'allergene
Reazione anafilattica
Attivazione sistemica dei mastociti
Massiccio rilascio di istamina
Vasodilatazione generalizzata
Caduta della pressione
Possibile arresto cardiocircolatorio
Sintomi di accompagnamento
Tosse, dispnea e respiro sibilante
Dolore addominale, nausea, vomito, diarrea
Sensazione di svenimento
Sensazione di vie aree chiuse
Prurito
Incapacità a deglutire, parlare
Orticaria
Sudorazione
Sensazione di calore
Aritmia cardiaca, sincope, shock
Cause della comparse di allergie
Predisposizione genetica
Cluster di geni coinvolti nelle manifestazioni allergiche
Vedi tabella pg.9, sbobina 31
Capacità di induzione di una risposta in senso T reg/Th2
Soggetti atopici
In risposta all'allergene inducono il differenziamento linfocitario in senso Th2
Soggetti non atopici
In risposta all'allergene inducono il differenziamento linfocitario in senso T reg
Storia famigliare
Vedi grafico pag.9, sbobina 31
Ipotesi ambientale
Fattori di influenza dell'ambiente nello sviluppo di reazioni allergiche
Inquinamento
Un ambiente inquinato favorisce lo sviluppo delle allergie, soprattutto di quelle respiratorie
Accesso di cure mediche (legato a una capacità del sistema immunitario di indirizzare la risposta in senso TH1 o TH2)
Paesi con accesso a cure e vaccinazioni
I bambini sono vaccinati
Contrazione di minori malattie infettive
Il sistema immunitario tende a rispondere più frequentemente in senso TH2
Paesi senza accesso a cure e vaccinazioni
Durante l'infanzia i bambini sono esposti spesso a microrganismi
patogeni
Induzione di una forte risposta infiammatoria
Il sistema immunitario induce una importante risposta in senso TH1
Attivazione di macrofagi M1
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Identificazione e terapia
Identificazione
Dosaggio delle IgE ematiche specifiche per un certo allergene (test per l'identificazione dei soggetti atopici, specifico per il tipo di atopia di cui soffrono)
Il livello delle IgE nei soggetti atopici tende ad essere più elevato
rispetto alle IgE dei soggetti che non soffrono di allergia
Terapie principali
Somministrazione di corticosteroidi
Per eczema
Per rinite allergica
Per asma allergica
Somministrazione di adrenalina
Per reazione anafilattica
Somministrazione di antistaminici
Per congiuntivite atopica
Per eczema allergico
Per rinite allergica