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GIOVANNI PASCOLI
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Nacque a San Mauro di Romagna nel 1855
La morte del padre, ucciso in circostanze misteriose il 10 agosto 1867, e una serie di lutti che seguirono questo tragico avvenimento segnarono la vita del poeta
Riuscì, nonostante le difficoltà economiche, a frequentare il liceo e la facoltà di Lettere all'università di Bologna
Si avvicinò alle idee socialiste che abbandonò dopo essere stato arrestato per aver partecipato ad alcune manifestazioni contro il governo
Divenne insegnante di latino e greco presso alcuni licei fino a quando passò all'insegnamento nell'università di Bologna dove morì nel 1912
LE POESIE
I CANTI DI CASTELVECCHIO
Poesie scritte durante gli ultimi anni della vita di Pascoli; in esse viene espresso l'amore per la vita semplice e si riflette sul mistero della vita dell'uomo e della natura.
I luoghi campestri descritti diventano un rifugio, un NIDO in cui il poeta spera di rifugiarsi
MYRICAE
Il titolo significa "TAMERICI", piccoli arbusti
Pascoli vuole porre al centro delle sue poesie le tamerici, vale a dire le piccole cose, gli affetti domestici, la vita di campagna
POETICA DEL FANCIULLINO
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E' convinto che la vita sia fondata su un mistero insondabile e che solo la poesia possa penetrare nell'essenza delle cose, raggiungendo ciò che altrimenti rimarrebbe ignoto e segreto
Il poeta è colui che mantiene intatta la sua anima di fanciullo, di bambino, che vede tutte le cose come se fosse la prima volta e che sa stupirsi di fronte al mistero della natura
Il poeta fanciullo è l'unico che riesce a vedere oltre le cose sensibili, tanto da cogliere i legami non solo tra le cose, ma anche tra se stesso e il mondo
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Per Pascoli la poesia è qualcosa di puro e spontaneo che spinge gli uomini alla solidarietà e alla bontà. Il poeta invita gli uomini ad amarsi e sostenersi per affrontare la fatica del vivere
STILE
LINGUAGGIO INNOVATIVO
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lessico vario (termini aulici, parole dialettali, termini stranieri e tecnici)
le parole vengono scelte per il loro valore fonico (musicalità) e per le sensazioni che i suoni sono in grado di suscitare
onomatopee, metafore, analogie
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