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metodi digitali 2 - Coggle Diagram
metodi digitali 2
2.2 Social media, etnografia e ricerca qualitativa
Hallett e Barber (2014) sospendono che oggi è impossibile condurre una ricerca qualitativa e culturale senza prendere in considerazione gli ambienti digitali (soprattutto i social) perché sono luoghi in cui gli attori sociali trascorrono buona parte della loro vita quotidiana.
Esistono diversi stili di etnografia online:
• Virtual ethnography
• Digital ethnography
• Expanded ethnography
• Ethnography of the virtual worlds
Il metodo etnografico necessita di essere ridefinito per via delle continue trasformazioni dei contesti digitali. L'etnografia ha intrapreso un processo di traduzione delle classiche categorie antropologiche (comunità, campo, partecipante ed etica) e delle tradizionali tecniche qualitative (interviste e osservazione partecipante) all'interno degli spazi online.
L'etnografia si è occupata degli ambienti digitali attraverso due modalità:
1) Idea che il mondo online sia popolato da comunità non meramente virtuali ma da reali e complesse formazioni sociali che influenzano la vita reale dei partecipanti. Il compito dell’etnografo sarà quindi quello di individuare queste comunità online partecipando e osservando le pratiche sociali dei loro membri per comprendere meglio la cultura condivisa.
2) Attese al paradigma dell’etnografia multi-situata: il ricercatore deve seguire gli attori nei loro spostamenti quotidiani attraverso lo spazio anche nella dimensione digitale.
2.2.2 Multi-sited ethnography
L’etnografia multi-situata è uno stile di etnografia del contemporaneo che si confronta con i flussi globali di mobilità e comunicazione che cratterizzano le società odierne. Marcus (1995) Ha ideato questa tipologia di etnografia e la definisce come una modalità che esce dalle singole istituzioni locali per esaminare la circolazione di significati culturali, oggetti e identità in uno spazio-tempo diffuso = seguire gli oggetti da un sito all'altro.
Anche in questo caso abbiamo la trasposizione di concetti etnografici tradizionali, come partecipante o comunità, al mondo digitale.
Le comunità online sono le principali formazioni sociali di cui l'utente fa esperienza online e che l’etnografo multi-situato deve seguire. Accogliendo il motto di Marcus “follow the things”, Hine ha recentemente proposto un nuovo approccio = la mobile ethnography ( 2011):
seguire la circolazione di un dato oggetto (es. un programma tv su varie piattaforme) per osservare i diversi significati che gli utenti online attribuiscono esso. Così facendo i ricercatori osservano l'oggetto di indagine da più punti di vista.
Hine Insiste sull’importanza di triangolare i risultati di alcuni device digitali online con quelli delle tecniche qualitative tradizionali per identificare partecipanti e argomenti chiave quali per capire quali approfondire.
2.3.1 Comunità e comunità online
Generalmente il termine comunità indica una fitta rete di interazioni interpersonali che condividono uno stesso territorio. Questa definizione non si adatta alle società globalizzate contemporanei perché hanno alti livelli di mobilità e diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. Oggi la comunità è una rete di relazioni sociali caratterizzate da mutualità e legami di tipo affettivo. Data la natura geograficamente illimitata le comunità prosperano facilmente online (di solito si stabiliscono su un sito particolare).
Quentin Jones (1997) sostiene che il prerequisito della comunità online e la presenza di un insediamento virtuale che soddisfa quattro condizioni:
1) L' interattività
2) La presenza di più di due comunicatori
3) Luogo pubblico informale dove i membri si incontrano e interagiscono
4) Appartenenza continuativa nel tempo
Come nelle comunità tradizionali la comunità online continua esistere fino a che i membri avvertono un senso condiviso di appartenenza e uno spazio sociale in cui dare ricevere supporto.
Eppure, questo modello non è facilmente applicabile a tutte le interazioni online perché più internet si espande diventando social più le interazioni sociali diventano effimere e dispersive (ogni tanto accediamo a un forum per chiedere una consulenza tecnica e poi non torniamo mai più su quel sito).
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2.3.2 Folle e folle online
Folle pubblico, intese come forme sociali effimere, sono basate su due caratteristiche:
1) Visibilità
2) Affettività
La sociologia classica concepisce la folla e il pubblico come due entità distinte mentre la sociologia contemporanea le vede in modo più neutrale e sfumato non facilmente distinguibile soprattutto negli ambienti online.
Butsch ( 2008) sostiene che la folla è considerata persone che si uniscono fisicamente e condividono un'attività.
Secondo il pensiero sociologico classico la folla è una minaccia all'ordine sociale perché indisciplinata e imprevedibile associata movimenti di protesta all'inizio del ventesimo secolo.
Nel contesto digitale invece la folla è l'unione affettiva di un pubblico in relazione a uno specifico sito web che favorisce il raduno e il coordinamento online della folla.
Le folle si riuniscono virtualmente e agiscono collettivamente producendo effetti e fenomeni che sarebbe impossibile produrre senza internet. Stage ( 2013) sottolinea che uno dentro uno spazio online condivisi non sono sufficienti. Per diventare una folla online il pubblico deve avere un intenso unione affettiva.
Nelle folle online la carica affettiva è simulata attraverso:
• Espressione esplicita delle relazioni fisiche in un testo online
• Formattazione del testo online (es traverso l'articolazione di un discorso di storto, interrotto o ridondante)
• Il raduno temporaneo e simultaneo attorno a specifici contesti online in relazione a eventi drammatici
Un esempio di folla online è rappresentato dai gruppi di utenti attivi su kikstarter.com utenti che non si conoscono ma che vogliono raggiungere uno stesso obiettivo: finanziare un progetto che reputano meritevole punto
Una volta finanziato il progetto questi gruppi si sciolgono. Una strategia efficace per guadagnare è quello di proporre un progetto naif in grado di stimolare le emozioni dei finanziatori. Questo esempio ci porta a capire le caratteristiche della folla online:
• Gli utenti che convergono su un device digitale specifico
• Si coordinano attraverso lo stesso dispositivo per raggiungere un obiettivo comune
• Intensi scambi affettivi
2.3.3 Pubblici e pubblici online
La definizione di pubblico è stata coniata da Gabriel Tarde: entità collettiva razionale e riflessiva. Una collettività puramente spirituale formata da individui dispersi chi sono uniti unicamente mentalmente e il loro legame risiede nella consapevolezza di condividere un'idea o un desiderio con molti altri.
Un pubblico non può esistere senza mezzi di comunicazione che tengono insieme i suoi membri catalizzando la loro attenzione (mediazione di un device comunicativo). Se c’è un pubblico allora ci deve essere conversazione, uno scambio di opinioni personali tra individui attorno allo stesso contenuto. Questi frammenti di conversazione generano macro-discorsi.
Secondo Adam Arvidsson (2013) il pubblico è un'associazione mediata di estranei uniti da un'intensità emotiva temporanea o da una particolare attenzione verso un oggetto. I membri di un pubblico non sono legati dall'interazione diretta ma da un immaginario sociale creato e rielaborato dagli stessi membri.
Gli # attirano un gruppo eterogeneo di soggetti con opinioni differenti intorno allo stesso oggetto utilizzando l'# per scopi diversi (criticare o promuovere). Gli # generano specifici spazi discorsivi dove gli attori eterogenei creano un insieme eterogeneo di opinioni identità e non sono tenuti insieme da una rete di interazioni ma dalla mediazione dei device digitali come appunto gli #.
2.4 In sintesi
Abbiamo visto concetti analitici utili per il ricercatore che deve confrontarsi con social media. Le piattaforme social sono spazi molto complessi, fluidi e frammentati. Non è sempre possibile individuare comunità online e classiche.
Ispirandoci al paradigma del digital methods, alla actor-network theory e aLl’etnografia multi situata, abbiamo suggerito che il compito principale del ricercatore è mappare le pratiche attraverso le quali utenti e device costruiscono formazioni sociali attorno a un oggetto in movimento.
La formazione sociale online che sto studiando è effettivamente una comunità? Per provare a rispondere possiamo applicare i principi di follow the thing, the medium e the natives cioè seguire la circolazione di un oggetto osservando le specifiche formazioni sociali che emergono torno adesso. Una volta conclusa questa operazione il ricercatore definisce la formazione sociale con cui si sta confrontando. La definizione della formazione sociale online è il punto di arrivo.
5 concetti analitici utili per il ricercatore sono: la comunità, il pubblico, la folla, rappresentazione del sé come strumento e utente come device.
2.2.1 Virtual ethnography
Un esempio significativo dello sforzo per l'adattamento e l'etnografia virtuale di Christine Hine (2000). Lo scopo principale è quello di capire se il virtuale viene percepito in maniera diversa e separata da ciò che definiamo vero. La studiosa dimostra come internet non è un cyberspazio e si intreccia saldamente con la vita quotidiana. Questo approccio etnografico e fondato su due prospettive teoriche:
1) Internet come cultura: il campo principale bella ricerca e la comunità online situata principalmente su piattaforme di messaggistica o gruppi di discussione
2) Internet come artefatto culturale: internet come oggetto modellato da discorsi, obiettivi e usi pratici degli attori. Da questa prospettiva deriva il principio metodologico secondo il quale la realtà online può essere studiata osservando il contesto offline e viceversa.
L'ecografia virtuale pone in primo piano la necessità di adottare le tradizionali tecniche di ricerca virtualizzandole (sondaggi virtuali, interviste via chat e miscelare tecniche digitali con analogiche, ad esempio, osservazione partecipante online e offline).
2.3 Studiare le formazioni sociali in rete
La trasformazione di internet ha posto all’etnografia due sfide:
1) Teorica: le interazioni e gli aggregati sociali sui social media sono molto fluidi (il web 2.0 ha un contesto socioculturale più fluido e disperso rispetto al web 1.0), ciò spinge verso un ripensamento delle classiche categorie etnografiche quali campo, comunità, identità, partecipante, etica...
2) Metodologica: il social media forniscono strumenti preimpostati canalizzando e limitando il ricercatore.
L'approccio dei digitalmethods se combinato a quello dell'etnografia online offre una profonda comprensione delle pratiche culturali sui social media. Il bisogno di indagare i social media può riguardare tanto le fasi preliminari del lavoro (mappare il contesto) quanto le fasi più avanzate (seguire le pratiche quotidiane degli attori sociali online).
2.3.5 L'utente come device
Attingendo dal actor-network theory che considera gli attori non umani come quasi soggetti e gli attori umani come quasi oggetti è possibile concettualizzare l'utente come un device che produce metadati, piuttosto che come un attore di cui costruire la biografia. L'utente collabora con il ricercatore perché produce metadati che consentono di definire il contesto spaziale e semantico di investigazione (es #).
Studio di caso: abbiamo scaricato da Instagram un milione di foto contrassegnate con l'# hipster e abbiamo analizzato un campione di 2829 immagini con almeno 100 mi piace. Abbiamo notato che la maggioranza delle foto non erano rappresentazioni stereotipate degli hipster ma una serie di scatti in cui gli utenti dichiaravano hipster alcuni oggetti di loro possesso come, ad esempio, un paio di occhiali.
Instagram non è un luogo virtuale dove si riuniva una comunità di hipster bensì uno spazio pubblico dove gli utenti concretavano un determinato immaginario sociale di hipster.
Oltre alla produzione esplicita di metadati gli utenti producono anche qualcosa di implicito perché articolano un certo framework discorsivo intorno ai contenuti. L'utente non trasmette un messaggio al suo pubblico ma trasmette anche il modo corretto per interpretare il messaggio come un # invisibile.
. Per il ricercatore sociale questi # invisibili sono fondamentali perché contribuiscono a definire l'immaginario condiviso da un particolare gruppo (anche in questo caso l'osservazione delle strategie di rappresentazione del sè si rileva un utile strumento).
L'# invisibile è una pratica di auto categorizzazione dei propri messaggi ed è integrata e modellata dalle interazioni quotidiane fra gli utenti e device. deriva da una forma di iperriflessività stimolata dalle affordance che ricordano gli utenti di trovarsi di fronte a un pubblico invisibile. I social auto organizzano i propri flussi comunicativi e invitano utenti a fare altrettanto attraverso notifiche, like, RT, tag e così via.
Capitolo tre: il disegno della ricerca digitale
Il ricercatore deve misurarsi con il fatto di estrarre conoscenza dall’immensa mole di dati digitali disponibili. Come sfruttare questo immenso potenziale per studiare i meccanismi di internet e le dinamiche socioculturali online?
La classica dicotomia ricerca qualitativa vs ricerca quantitativa nella ricerca digitale è sfumata. Spesso applicati in uno stesso progetto i metodi quantitativo e qualitativo portano ottimi risultati perché il primo si concentra sui big data mentre il secondo su gli small data.
• Metodo quantitativo: analisi di grandi quantità di informazioni digitali attraverso algoritmi e software di analisi automatica per elaborare modelli statistici che interpretano i fenomeni sociali identificando eventuali tendenze. Esempio domanda di ricerca: le attività su Twitter possono aiutare a predire l'esito delle elezioni politiche?
• Metodo qualitativo: prende in esame dataset digitali di dimensioni ridotte, a volte generate da un solo individuo e si focalizza sull'analisi dei significati socioculturali che gli utenti attribuiscono alle loro azioni e sull'analisi delle pratiche di interazione tra utenti. Esempio domanda di ricerca: come gli utenti partecipano alla co costruzione di pubblici e comunità online?
L'analisi dei small data deriva spesso da esplorazione e campionamento dei big data.
La difficoltà sta nell’operare una netta distinzione tra approccio quantitativo e qualitativo, è la domanda di ricerca che ci poniamo a determinare il tipo di approccio di ricerca digitale.
Nel disegnare la sua ricerca digitale ricercatore deve tener conto delle specificità dei singoli ambienti digitali e il ruolo e l'influenza che esercitano sull’oggetto di studio.
Fasi del disegno di ricerca digitale:
• Formulazione della/delle domanda di ricerca
• Selezione delle fonti per rispondere alla domanda
• Selezione delle key word per rispondere alla domanda
• Raccolta dei dati digitali
• Interpretazione dei risultati
Il ricercatore beve riflettere sulla natura descrittiva o esplicativa del proprio progetto:
• una ricerca descrittiva fornisce informazioni su una data popolazione o un contesto rispondendo sul cosa e come.
• Una ricerca esplicativa spiega i fenomeni sociali attraverso l'individuazione dei rapporti di causa tra fattori e variabili rispondendo al perché.
3.1 L'importanza della domanda di ricerca
IL ricercatore esplicita il suo obiettivo conoscitivo. Per formulare una domanda di ricerca occorre zoommare sempre più dettagliatamente su ciò che intendiamo conoscere.
La domanda di ricerca:
• Guida la scelta del metodo e dell’analisi dei dati
• Guida la fase di interpretazione
• Fornisce una direzione chiara al ricercatore
• Chiarifica il senso del progetto di ricerca lettore
Una buona domanda deve essere specifica, comprendere concetti deducibili empiricamente e deve essere interessante.
L'individuazione dell'oggetto di studio la formulazione della domanda non possono prescindere dal cuore riflessioni epistemologiche preliminari, ne vediamo due:
1) Esaustività dei dati digitali: se è vero che internet è sia un oggetto di studio sia una fonte per lo studio di fenomeni è anche vero che non tutti fenomeni collettivi sono presenti online, non tutti possono accedere a Internet allo stesso modo (digital divide), non tutti utilizzano internet nello stesso modo ma hanno diversi livelli di competenza (digital inequalities). Il ricercatore deve assicurarsi che l'oggetto di studio sia indagabile attraverso internet. E deve essere consapevole della impossibilità di accedere alla totalità dei dati digitali.
2) Non neutralità dell’ambiente digitale: fare ricerca attraverso i metodi digitali significa analizzare dati strutturati per scopi differenti dalla ricerca sociale. Ogni contenuto condiviso online è pensato per l’audience immaginata che caratterizza il singolo contesto mediale. In questo contesto, prima di formulare una domanda è essenziale conoscere gli ambienti digitali per non confondere le caratteristiche proprie dei social media con il fenomeno che intendiamo studiare.
2.3.4 La rappresentazione del sè come strumento metodologico
Numerose ricerche quantitative e qualitative hanno dimostrato che gli individui tendono a sviluppare legami deboli sui social (funzionali al mantenimento delle proprie reti sociali offline e online attraverso la strategia di rappresentazione del sé).
Un approccio efficace studiare identità digitale è quello di indagare le varie strategie di rappresentazione del sé sviluppate dagli utenti in uno spazio pubblico. Ma dobbiamo concepire la rappresentazione del sé come strumento non come oggetto di analisi così queste strategie cessano di essere un mezzo per conoscere l’identità di un singolo individuo e diventano strumenti per:
• Misurare il grado di coinvolgimento in una specifica formazione sociale
• Ricostruire le strutture culturali condivise perché la rappresentazione del sé è costruita su simboli ampiamente condivisi e apprezzati
Es. nella comunità online i membri tendono a svolgere ruoli sociali stabili, Kozinets (2010) individua quattro ruoli basati sul livello di coinvolgimento e di competenza che ogni membro porta alla comunità:
• Devotee
• Insider
• Newbie
• Mingler
Troviamo una comunità ogni volta che notiamo rappresentazioni del sé attraverso le quali gli utenti ribadisce il loro ruolo. Questo pensiero è molto utile per valutare le formazioni sociali indipendentemente dalla piattaforma online in cui sono situate. L'architettura di alcuni siti può farci credere di trovarci di fronte a una comunità, è il caso dei forum online
(es. I forum dedicati ai malati di cancro sono comunità di supporto comprendere pazienti, genitori dottori punto invece il forum online per i pazienti diabetici i strutturano diversamente: sono come delle sale d'attesa dove ricevere assistenza medica senza confrontarsi con altri pazienti/utenti). Le diverse strutture sociali dipendono dalle tematiche di discussione e non dall' architettura delle piattaforme.
Fashion blogger e celebrità sono impegnate nello sviluppo di strategie di self branding finalizzate alla presentazione di sé al fine di incentivare l'identificazione parasociale con il pubblico. Queste strategie di rappresentazione non mirano alla comunicazione del proprio status ma la gestione della propria reputazione personale. Le strategie di rappresentazione permettono di identificare la struttura delle formazioni sociali online e la natura delle forme culturali in esse condivise.