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Cap. 4 manuale LA MISURA IN EDUCAZIONE - Coggle Diagram
Cap. 4 manuale LA MISURA IN EDUCAZIONE
Osservazione e classificazione
L’osservazione e la classificazione delle caratteristiche dei fenomeni studiati sono momenti fondamentali per costituire conoscenze ordinate, coerenti e affidabili
L’osservazione
mira a cogliere le peculiarità con cui si manifesta il fenomeno indagato
in modo da descriverlo nel modo più preciso possibile e classificarlo principalmente secondo criteri di omogeneità
La
classificazione
consiste nel
raggruppare diversi elementi in funzione di una determinata caratteristica
in modo da formare classi quanto più omogenee rispetto alla proprietà in rapporto alla quale gli elementi sono stati inclusi in ciascuna classe
Misurazione
C’è la necessità di introdurre misure efficaci e adeguate per misurare i fenomeni indagati
la misurazione è necessaria per la verifica della teoria
Possiamo definire la misura come
«un’operazione convenzionale che consiste nell’associare un numero o un simbolo a un oggetto qualitativamente definito, o a una proprietà dell’oggetto, secondo regole determinate, in modo che a quella stessa proprietà si possano attribuire alcune caratteristiche dei numeri che così vengono a rappresentarla>>
Saper effettuare misurazioni adeguate, valide e attendibili e utilizzare strumenti di misurazione idonei
sono condizioni necessarie in ogni attività di ricerca
Scale e tecniche di misurazione
Esistono quattro livelli di misurazione a cui corrispondono altrettante scale di misura:
Nominale
Consente di classificare le prestazioni in distinte classi omogenee
in funzione della presenza o assenza negli allievi della specifica qualità che si è voluta valutare
In campo educativo molte misurazioni sono di tipo nominale
sia quando riguardano variabili come maschio-femmina, sia quando rendiamo discontinue o discrete alcune variabili
L’operazione che si compie con una scala nominale è di classificazione delle proprietà rilevate:
raggruppiamo in classi omogenee elementi o variabili di un evento o di un processo
per il loro solo apparire, della caratteristica oggetto di misurazione
ognuna delle classi che abbiamo individuato conterrà elementi dello stesso tipo rispetto alla categoria impiegata come criterio di classificazione
possibile svolgere alcune operazioni come
calcolo delle frequenze
numero dei dati presenti in ciascuna della classi in cui abbiamo diviso l’intero universo
percentuali e proporzioni
almeno quando i dati di ognuna delle classi sono superiori a venti-trenta unità; sono utili quando vogliamo confrontare classificazioni riferite a popolazioni di diversa consistenza numerica
Per quanto riguarda i calcoli di relazioni tra variabili, possiamo adoperare la distribuzione binomiale e la distribuzione del chi quadro per valutare se le differenze tra frequenze riscontrate in due o più campioni sono significative
Consideriamo un docente che dopo aver effettuato una lezione teorica vuole verificare se i suoi allievi hanno acquisito le conoscenze necessarie o meno. Sulla base degli esiti delle sollecitazioni offerte (prove tradizionali, oggettive, semi-strutturate) distingue la qualità delle prestazioni dei suoi allievi in due categorie – prestazioni accettabili e prestazioni non accettabili –collocando ciascuno studente in una delle due classi per effettuare un confronto
La scala nominale non viene considerata quantitativa in senso stretto
poiché non consente la registrazione delle possibili gradazioni del possesso di una specifica qualità degli elementi inclusi in una stessa classe
Tuttavia restringendo l’ampiezza delle qualità rilevate, soprattutto nelle variabili continue, o determinando più classi, si può aumentare il grado di precisione delle operazioni di misura.
Ordinale
Consente di stabilire relazioni ordinali tra i casi in modo da avere posizioni di graduatoria
possiamo stabilire relazioni di maggioranza, uguaglianza o minoranza nel possesso delle qualità oggetto della misurazione
La distanza tra i diversi punti della graduatoria che così si ricava non è però né fissa né quantitativamente determinabile
I voti scolastici che si impiegano nella scuola secondaria superiore e negli esami universitari rappresentano un esempio di utilizzo di scala ordinale
i voti in decimi o in trentesimi indicano valori di posizione la cui distanza non è univocamente determinabile
La distanza che intercorre tra un 6 e un 5 è considerata assai più ampia che tra un 9 e un 8 e cambia in base al concetto di sufficienza posseduto dal singolo docente o che si è sviluppato in un contesto.
L’unico dato certo he possiamo ottenere con la lettura dei punteggi assegnati con scala ordinale è
posizione nell’ordine di graduatoria assunta da un determinato punteggio rispetto a tutti gli altri
Infatti, al di fuori del contesto in cui quei voti sono stati attribuiti, la loro capacità di offrire informazioni precise si riduce fortemente
Le classi che determinano un certo grado di intensità della qualità presa in considerazione con la scala ordinale espresse attraverso i numeri sono definite ranghi, e la scala rating scale
La posizione in graduatoria può essere classificata anche tramite termini, aggettivi o avverbi, che indichino il diverso grado di possesso di una certa qualità: «ottimo», «buono», «sufficiente», «molto», «abbastanza», «poco», «per niente».
possiamo svolgere tutte le operazioni proprie della scala nominale e anche altre:
calcolo della mediana
calcolo degli indici del valore di posizione dei punteggi tra cui percentili
Il calcolo della media aritmetica non è consentito
non è possibile calcolare la media tra «poco» e «per niente»;
La mediana rappresenta un valore di posizione
può essere definita infatti come il valore che in una distribuzione di dati sistemati in ordine crescente o decrescente occupa la posizione centrale.
Confrontando i valori assunti dalle mediane di due differenti distribuzioni che sono rappresentative dei voti assegnati da uno stesso docente ad una stessa prova presentata in tempi diversi o a compiti differenti, oppure da docenti diversi possiamo ricavare una indicazione sulle differenze tra le due distribuzioni.
Dal confronto delle mediane si comprenderà immediatamente se la metà più uno degli allievi di ciascuna distribuzione si situa sotto o sopra quella che è stata stabilita come sufficienza
ad intervalli
a rapporti
La scala di rapporto è difficilmente impiegabile in ambito educativo
in quanto in tale scala lo 0 non ha come nella scala a intervalli un valore convenzionale
ma indica assenza di misura
che posseggono caratteristiche formali cumulative
. Ognuna di esse, a partire da quella ordinale, possiede infatti le proprietà di cui godono le scale precedenti, più altre qualità che la caratterizzano peculiarmente