La donna appare più umana rispetto alla donna-angelo degli stilnovisti, tuttavia non è ancora terrena e la sua figura resta evanescente. Ma invecchia, si ammala e muore; il suo amore non è salvifico ma atterrisce e annienta l’amante. Petrarca la descrive mediante una serie di particolari fisici, i «capei d’oro», il «dolce riso», le «man bianche e sottili», che sono per lo più formule convenzionali. La figura di Laura resta comunque avvolta nel mistero.