Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
MOD B6 - Coggle Diagram
MOD B6
Figure del racconto
La compagnia dei lupi->riscrittura fiaba ->interpretazione-> parecchio Noir->elementi propri fiaba orale=lavoro filologico. prima parte ->difficile da capire-> diversa cappuccetto->ma nesso tra la prima e la seconda -> no evidente.
rispetto-> partitura cappuccetto->differenze a livello di intreccio?-> allusioni sfera sessuale ma grossa differenza-> cappuccetto no vittima->biasimo lupo e perde i connotati cattivo.
no fine divoramento. Angela Carter -> scrittrice inglese femminista-> scrittura prospettiva femminista
Attraversare bosco -> programma narrativo-> metaforica ->avere un’esperienza-> sfida altri dicono essere pericolosa. Il lupo=oggetto di valore consenziente ->soggetti si congiungono no opposti i desideri.
storia cambia ruolo attivo della protagonista= storia di una seduzione entrambe le direzioni-> nonna sacrificata=fuori vecchia generazione-> consentire alla nuova conseguire i propri programmi narrativi
->qualcosa riguardo struttura narrativa profonda-> capire funziona l’ingranaggio di un testo complesso ->livelli più superficiali del testo. -> figure del racconto, Gérard Genette= livello del racconto e livello della narrazione.
prima->considerare -> lui autore tre figure-> esponenti scuola a base parigina di narratologia strutturalista->da Bart -> riprendere studi di Propp e allargarne la portata ad altri prodotti della narratività umana.
caratteristiche-> narratologia strutturale ->per cercare strutture profonde= scavare oltre la superfice dei testi ->elementi costanti restano tali anche -> elementi varabili,->superfice del discorso diversi tra loro.
=idea testo= stratificazione di livelli-> livello superficiale-> manifestazione lineare= l’espressione del testo, la parte che si legge,->stimoli che percepiamo-> più in fondo -> livello della storia=fabula, il significato.
avanti si trova il racconto=l’enunciato, l’espressione= storia montata secondo le differenze tre=diversi modi per raccontare la stessa storia= diversi punti di vista o voci narranti.
Infine-> narrazione=atto di narrare, -> produce il discorso=l’insieme della situazione reale o fittizia in cui si trova il narratore. base=idea stessa storia raccontata in tanti modi ->“esercizi di stile” di Queneau del 1947, tradotti Eco nel 1983
99 versioni diverse ->stessa storia, storia principale= notazioni->banale storia sull’autobus
Stessa fabula intreccio diverso, effetti di montaggio, si parte dalla fine
Cambio di prospettiva
=munirsi strumenti più sofisticati, ->rendere conto di questi effetti discorsi -> analizzare struttura del racconto e del discorso narrativo.
questo-> fare Gerard in “figure III” -> classico narratologia->sorta sistematizzazione completa di tutto-> detto e scritto fino a quel momento. Genette per metodo -> premessa terminologica.
->chiamare storia-> significato o contenuto narrativo= racconto propriamente detto il significante, enunciato= narrazione l’atto narrativo produttore->l’insieme della situazione reale o fittizia.
-
modo,-> nel racconto solo un modo= l’indicativo=considera il modo= dosaggio dell’informazione narrativa= dosaggio dell’informazione che il racconto fornisce= filtro tra la storia e modo raccontata;
-> raccontare più o meno un certo modo con diversi punti di vista o da vicino o da lontano ecc. modificare effetto che riguarda il modo->Genette distingue distanza o prospettiva, ->porre filtro cognitivo oltre che percettivo, tra ciò nella storia e modo si recepisce quella storia
Modo è distanza,->guardare situazione lontano o vicino-> particolareggiata descrizione degli eventi-> minore distanza. L’effetto di realtà incrementato->percepisce più quello che sta succedendo
Genette riprende -> parlare distinzione-> dicotomia Hanry James,-> pone distinzione fra due tecniche narrative->showing e telling Genette poi traduce
- racconto di parole: il narratore "parla a suo nome-> domina la scena complessiva (telling)
- racconto di avvenimenti; il narratore cede la parola ai personaggi->sparire (showing)
distinzione difficoltà = ogni racconto di avvenimenti di showing->comunque parole nel caso del testo letterario= nozione di showing è illusoria-> effetto prodotto dal testo-> utilizzare parole evocare gli eventi narrati -> in modo creare l’impressione di partecipazione vivida all’azione.
-
problema -> trasporre romanzo in film-> differenze di questi due linguaggi->con il romanzo, entrare testa personaggi nel cinema vedere nell’azione, e viceversa -> semplice mostrare nel film, difficile trascriverlo a parole-> cose nel film inespresse nel romanzo dichiarate.
Applicato al testo letterario ->studia Genette->dialoghi. Tanti modi diversi-> dialogo all’interno di un romanzo ->scala crescente dallo showing verso il telling ->puro showing dialogo virgolette.
discorso indiretto libero no se l’io che parla protagonista al presente oppure quello del passato effetto nebbia
differenza->discorso diretto libero= l'assenza del verbo dichiarativo= doppia confusione. discorso pronunciato e discorso interiore e tra discorso del personaggio e del narratore
prima parte-> Carter ->situazioni no chiaro chi sta parlando e a chi, ->assenza di virgolette narratore esterno che parla con la sua voce
prospettiva,=punto di vista che si sceglie per vedere l’azione-> problema percettivo e panorama mentale, interpreto e percepisco come il personaggio. Narratore e focalizzatore differenti
A differenza dei punti di vista cambia la percezione->genere letterario capire come analizzare questa prospettiva, Genette 3 tipologie
La focalizzazione-> vari tipi: fissa (invariata sempre stesso personaggio)-> variabile->multipla la storia riraccontata dalla prospettiva di diversi personaggi
- focalizzazione zero: più tradizionale->focalizzatore onnisciente= conosce ogni articolazione della storia, da ogni punto di vista-> facoltà entrare testa personaggi.
- focalizzazione interna: coincide con il pdv di uno (o più) dei personaggi,-> focalizzatore no necessariamente il narratore.
- focalizzazione esterna: il pdv rimane esterno rispetto ai pensieri dei personaggi.
-
- Tempo= fenomeni testuali->presenti riguardo salti temporali->problema all’ordine storia raccontata->problemi di durata= quanto tempo episodio essere raccontato->problema della frequenza= quante volte raccontato stesso episodio
- Problema dell’ordine, esempio, ulisse->Genette capisce storia al T3-> arriva tramite un’analessi= flashback
analessi -> interne o esterne= esterne durata dell’episodio collocato nel passato finisce prima di congiungersi al T1-> interne quando si sovrappone.
analessi interne= eterodiegetiche e omodiegetiche-> prime narrazioni di personaggi no interferiscono con il racconto primo-> le seconde storie interferiscono con il racconto principale-> rischio di collisione.
omodiegetica->completiva( segmento utile ripescare un episodio omesso e spiegarlo) o ripetitiva (episodi già raccontati, rivisitato=reinterpretato -> spostamento del punto di vista , informazioni nuove, interferenze maggiori)
analessi-> salti temporali -> stesso schema -> salti temporali in avanti, meno utilizzati cultura occidentale-> prolessi= più queste forme complesse più attivo lavoro spettatore-> ricostruire linea della fabula
Nella fiaba tradizionalmente no analessi o prolessi->Carter-> lupo arriva dalla nonna e la mangia c->cambio punto di vista,->ora prima che arrivò il lupo ->nonna facendo altro ->analessi eterodiegetica
- PORTATA: distanza temporale dal momento della storia in cui il racconto si è interrotto.
- AMPIEZZA: durata della storia raccontata dall’analessi.
- Problema della durata=problema di ritmo-> il rimo dei vari episodi->eventi sviluppano con loro cronologia= per misurare rapporto di durata,=rapporto relativo tra tempo della storia e tempo del racconto= prima misurare tempo del racconto-> tempo della storia lo si può fare ->indicazioni-> si sa quanto durano eventi
misurare tempo del racconto -> contare righe per raccontare un episodio=pseudo-durata del racconto=durata di quelle righe velocità di lettura.
interessa a Genette-> vedere velocità di un racconto aumenta o diminuisce,->effetti percepiamo e creano degli effetti di senso.
Genette misurare ciò= porsi come grado zero=grado zero della velocità di un racconto= sorta di arbitraria comparazione dei dialoghi->dialoghi -> tempo storia e racconto coincidano. Rallentando dialogo=situazione di pausa -> trovare tempo della storia zero ->tempo del racconto va avanti.
accelerando->sommario =tempo della storia superiore al tempo del racconto-> l’ellissi=tempo della storia procede e tempo del racconto fermo
- pausa: TS = 0, TR = n (es. Descrizioni, Commenti)
- scena: TS = TR (es. Dialoghi)
- sommario: TS > TR(es. Riassunti)
- ellissi: TS = n , TR = 0 (es. “dieci anni dopo…”)
- Problemi della frequenza=relazioni di ripetizioni tra racconto e storia-> situazione standard->racconto singolativo= racconta una sola volta ->storia successo una volta sola->racconto ripetitivo->più volte ciò che è successo una sola volta=cambiando punto di vista.
-
capire-> soggetto e l’anti soggetto=capire l’istanza di regia= voce che parla attraverso quel testo-> parte vuole farci stare-> no attraverso struttura narrativa profonda-> effetti di superfice.
chi sostenuto-> chiamiamo identità -> livello individuale, livello collettivo =costruzione di tipo narrativo. Chi siamo= storia che ci raccontiamo-> crisi= perde continuità che si aveva nel racconto della propria esistenza.
In situazioni di crisi=frantumazione dei racconti->obbiettivi giustificati dal racconto complessivo-> contesto ->moltiplicazione obiettivi= ognuno sceglie il suo, finché ->qualche evento -> disturbare il proseguimento individuale -> una crisi collettiva
crisi collettiva=sopraggiunga qualche enunciatore, leader narrativo, carismatico-> imbastire un racconto includente e coinvolgente=trovare a tutti il filo narrativo
Anafora, suscita gli animi del popolo, tante figure retoriche
racconto= l’oggetto dell’analisi, ma se un testo non racconta una storia, non è un testo narrativo->ma racconto in quanto proferito da qualcuno. -> Genette domanda come studiare coerente il racconto?
parte->idea racconto essere espansione di un verbo= qualunque racconto espansione discorsiva-> parte nocciolo essere un verbo= verbo-> parte grammaticale del linguaggio che si fa carico dell’azione= storia implica l’azione
studia grammaticalmente un verbo-> categorie di analisi=tempo, modo e voce,-> categorie espanderle, e raccogliere quelle lui chiama figure di analisi del racconto= problemi legati al tempo= rapporto tra il tempo della storia e il tempo del racconto (salti temporali ecc.).
i problemi legati al modo= atteggiamento del narratore nei confronti della materia che tratta-> problema della voce di chi racconta, =rapporti tra narrazione e materia narrata