È vero non più 20 minuti di attesa ma comunque qualche secondo, perciò persone, comunque, no veramente spontanee, ma ferme in posizione paio di secondi, perciò posa continua ad esserci, anche se si riduce. Ciò che avverrà poi è che ciò che rappresentato in maniera dilatata poi si restringe sempre di più, ma resta.
La fotografia no soltanto l’immagine dello spazio che abbiamo davanti, ma è un tempo, infatti chiamiamo anche istantanea.
Resta che all’epoca questa convinzione, chiamiamo realismo, si traduce nella fiducia di questa spontaneità, del veritiero dell’immagine. D’altro canto, immagini diventano nuove.
Immagini del genere compaiono in questo periodo, prima no= considerate scomposte, inaccettabili, anche se l’aristocratico le rappresentava= determinato doppia morale, borghese utilizzato subito= nella immagine pubblica mi metto in posa in una certa maniera, mentre nell’immagine privata comportamento diverso. In tutti gli ambiti sempre conflitto tra compostezza e i valori e l’atteggiamento opposto
Quindi l’iconografia, le immagini, la restituzione della realtà cambia con la fotografia, c’è tutto un comportamento, un mondo, che non veniva raffigurato fino a quel momento. (realismo= un’altra idea di realtà)