CHARLES DARWIN
La teoria di Darwin rappresenta una vera e propria rivoluzione biologica, che per importanza può essere paragonata alla rivoluzione copernicana.
Nel suo libro, "L'origine delle specie per selezione naturale" (1859), egli racconta del suo approdo, nel 1835, sulle isole Galapagos, un arcipelago del Pacifico, dove scoprì una specie di fringuelli che, passando da un'isola all'altra, presentavano becchi di dimensioni differenti. Una volta tornato in Inghilterra, Darwin si mise subito al lavoro e, grazie ai dati raccolti, si rese conto che le differenze fra individui di una stessa specie non sono altro che la conseguenza della selezione naturale. La teoria evolutiva di Darwin spiega quindi che l'evoluzione consiste in una serie di cambiamenti, acquisiti o scartati da una specie a causa della selezione naturale, durante un esteso periodo di tempo.
Darwin stesso classificò le prove raccolte a supporto della sua teoria in cinque tipologie:
1)prove tratte dall'ereditarietà e dall'allattamento;
2)prove provenienti dalla distribuzione geografica;
3)prove provenienti dalle testimonianze fossili;
4)prove tratte dalla "affinità reciproca tra gli esseri viventi";
5)prove provenienti dell'embriologia e dagli organi rudimentali.
Nel 1871 Darwin pubblicò due volumi su "L'origine dell'uomo", nei quali affermava che anche l'uomo rientra in questo cambiamento, ma ciò che lo differenzia dalle altre specie animali sono il senso morale o coscienza, infatti l'uomo si è evoluto spiritualmente.
Darwinismo sociale
Si tratta di un'ideologia basata sull'ingiustizia sociale, che quindi nega l'uguaglianza di tutti gli uomini, giustifica, attraverso la "lotta per l'esistenza", la differenza fra le razze e la supremazia di una sulle altre (ad esempio la supremazia dei bianchi sui neri).