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((Il cinema al tempo del virus 2020/2021, Il cinema ha sempre intuito gli…
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Gli artisti hanno percepito in anticipo pandemie REALI o MORALI. Film che un virus reale o simbolico lo hanno prefigurato.
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Parla di non luoghi dove gli esseri umani vivono in condizione di “quasi morte”, di un’umanità ridotta allo stato degli animali, in gabbia come bestie.
Il covid è la presa d’atto di un processo di mutazione che era già in corso (es. dalle sale a Netflix), modello estetico già introiettato fatto di desktop narrativi e icone parcellizzate di schemi.
Ci ha costretto a ragionare sull’INQUADRATURA a riflettere sullo SGUARDO sul modo di guardare la realtà: la fotografia inquadra un segmento di mondo, lo mette dentro e ne lascia fuori un altro; il fuori campo quello che si esclude dal frame è altrettanto importante da quello che si include.
Il virus ha creato una nuova ESTETICA: trionfa l’estetica dello SPLIT SCREEN (es. 87 ore) componendo un puzzle visionario che aggiunge una riflessione metalinguistica ed estetica alla stessa composizione dell’inquadratura, frantumata in un puzzle di sotto-schemi.
Ha imposto una Ri-organizzazione dei MEDIASCAPE (contesto mediale): nuovi metodi di comunicazione e veicolazione dell’immagine (es. Dad scuola – festival)
Si perde il contatto diretto, ma si acquista maggior chiarezza. Lo schermo raffredda il rapporto emozionale ma permette l’esperienza della condivisione SCREEN SHARING.
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Aggiunge creatività, trasformando le limitazioni geografiche e di spazio in potenzialità di spazio alla fantasia e alla riflessione.
Vedere come il covid ha mutato la percezione del mondo e delle arti visive, creando una nuova Estetica.
È cambiato il MOVIE-GOING: il cinema non è più solo quello della sala, ma anche quello che si può fruire attraverso computer, cellulari, web.
L’IDEA di VISIONARIETA’ è uno dei leit motive del primo ventennio del 2000, un bisogno di uscire da un’accezione banalizzante del realismo.
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Le due parole sono in crisi costrette a mutare in uno scenario in rapida trasformazione (documentari, serie, corti, installazioni)
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Si è formata una INDUSTRIA, è cresciuta una piccola NOUVELLE VAGUE.
Si sperimenta un nuovo linguaggio attraverso telecamere digitali, le cui immagini si riversano subito in rete:
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Attraverso le stesse tecnologie, monopolio della televisione che produce omogeneizzazioni e assuefazioni di massa.
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Forte cambiamento dei contenuti, delle ispirazioni, della visione del mondo. E’un cambiamento che corrisponde ad una MUTAZIONE GENETICA sia degli autori che dei MODI di PRODUZIONE con un ricambio generazionale, nella mentalità e nelle modalità.
RIVOLUZIONE ESTETICA, TECNICA E PRODUTTIVA.
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APRA’: Gli anni 90 sono stati uno dei periodi più fecondi e creativi della storia del cinema nazionale. Facciamo un bel cinema ma questo non è né condiviso ne capito. È un cinema in crisi, nato da quella crisi degli anni ’70 e ’80, che ad essa vuole reagire resistendo e opponendosi o ignorandola.
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Storico VILLARI: un decennio di TRANSIZIONE: inizio secolo una società che rischia di essere a-storica, fenomeni di degrado culturale, abbassamento della capacità critica ma era comunque un periodo di passaggio: scomparsi i grandi punti di riferimento (marxismo, liberalismo, ideologie religiose)
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• Influisce Irruzione del digitale, internet, virtuale
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