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CARLO GOLDONI - Coggle Diagram
CARLO GOLDONI
VITA
Il padre, medico, gli fece studiare grammatica a Perugia e filosofia a Rimini; Carlo però preferiva la letteratura delle opere teatrali e amava andare agli spettacoli della Commedia dell'Arte.
Nel 1721 abbandonò gli studi di filosofia e cominciò a studiare giurisprudenza a Pavia per poi laurearsi a Padova nel 1731. Nel 1734 conobbe a Verona il capocomico Giuseppe Imer e divenne autore di Canovacci per la sua compagnia che lavorava al teatro San Samuele.
Nasce il 25 febbraio 1707 (fine Barocco/inizio Illuminismo) da una famiglia borghese. La sua casa era un luogo d'incontro per attori, musicisti e gente di teatro.
I problemi economici lo portarono a trasferirsi a Pisa nel 1744 dove fu ammesso alla "Colonia" arcadica con il nome di Polisseno e fino al 1747 esercitò la professione di avvocato.
A Livorno conobbe il capocomico Gerolamo Medebach che gli offrì un lavoro per il quale si dovette stabilire a Venezia dove fu autore per la sua compagnia fino al 1753.
Nel 1762 accettò di trasferirsi in Francia per dirigere la Comédie Italienne dove impresari, attori e pubblico pretendevano da lui scenari per la Commedia dell'Arte.
Fu chiamato presso la corte di Versailles come maestro di italiano per le principesse reali e ottenne una piccola pensione che la Rivoluzione gli tolse nel 1792.
Morì a Parigi in miseria il 6 febbraio 1793: il giorno dopo, la Convenzione decretò tardivamente che la pensione gli fosse restituita.
Per soddisfare il gusto del pubblico, alternò le commedie di carattere che era frutto della sua riforma, ad altre d'ambiente o di argomento esotico.
OPERE
SCRITTI
L'autore inizialmente scriveva solo la parte del protagonista, infatti, nel 1738 scrisse la parte del protagonista di Momolo che inaugura il carattere goldoniano con la maschera di Pantalone.
L'autore oltre a scrivere la parte del protagonista, scrisse anche le parti dei pochi personaggi, invece per tutti gli altri si limitò a un canovaccio delle azioni principali.
Nella tradizione un vecchio mercante vizioso, sempre alla ricerca di giovani donne da ingannare. Assumerà nelle opere successive i tratti psicologici e il comportamento tipico di un mercante veneziano, onesto e laborioso.
Fu un autore molto prolifico, ha scritto sedici commedie in un anno. Era critico nei confronti della Commedia dell'Arte perché gli sembrava mediocre e rifiutava l'uso delle maschere e degli schemi, e la rappresentazione delle vicende poco aderenti alla realtà.
Nel 1743 al Teatro San Samuele di Venezia mise in scena "La donna di garbo" ovvero la prima commedia in cui tutte le parti sono scritte quindi c'è un copione.
Nel 1748 si avviò una riforma teatrale in cui le maschere come Pantalone e Arlecchino andavano via via assumendo caratteri individuali. Il resto della produzione, invece, è composto da commedie "riformate"
LE COMMEDIE RIFORMATE
LA SECONDA FASE è segnata dalla crisi della società veneziana e dalla critica alla figura borghese, incapace di portare a termine l'impegno di rinnovamento sociale.
Goldoni ne coglie la sostanziale inadeguatezza ad assumere compiti più responsabili nella direzione della società. Il borghese diventa il bersaglio polemico: la sua condanna, condotta con le armi dell'ironia, risulta evidente in opere come i Rusteghi che era una commedia in dialetto, che porta in scena il conflitto tra giovani e anziani, e la Casa Nova che era la rappresentazione dell'amore per il lusso e per la moda.
Per rispondere alle critiche mosse da detrattori della sua riforma come Pietro Chiari e Carlo Gozzi, scrisse la trilogia della villeggiatura.
LA PRIMA FASE della riforma coincise con l'attività di scrittore per il teatro Sant'Angelo e con la collaborazione di Medebach. Al centro della scena compare la realtà quotidiana e sono ritratti personaggi borghesi, tra cui spicca la figura del mercante veneziano, che esaltato nei suoi valori di onestà, offre un perfetto esempio di virtù.
Nel 1752 scrisse LA LOCANDIERA, prima commedia priva di maschere, che tratta il conflitto fra nobiltà e borghesia e mette in scena alcuni brillanti personaggi femminili.
Goldoni compose, tra il 1784 e il 1787, i Mémoires in cui chiarisce il suo rapporto con il teatro e il senso della sua riforma.
In Francia, fu costretto a scendere a compromessi con i principi della propria riforma. Goldoni quindi, fu obbligato ad riutilizzare le maschere.
LA TERZA FASE è poco significativa per la produzione teatrale ma è più interessante sull'autobiografia.
IL PENSIERO E LA POETICA
In linea con i principi illuministi, Goldoni sentiva l'esigenza di un teatro utile ed educativo e colse simboli dal nuovo clima culturale volto a far valere il buon senso.
Di fronte a figure ipocrite, il suo sguardo critico diventa ironico e violento. Grazie al suo ottimismo invece, riesce a superare ogni situazione difficile e a ricondurre i fatti al tono medio della serenità.
Goldoni indagava sulle diverse classi sociali dove scoprì i loro difetti. La sua estrazione sociale lo portava a simpatizzare con la borghesia, di cui mise in luce i limiti e difetti.
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