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((Dal punto di vista dello spazio filmico, usato come strumento…
Dal punto di vista dello spazio filmico, usato come strumento fondamentale per strutturare e articolare, coi cambi di inclinazione e angolazione, la geometria dello spazio, costruendo così dei segnali che guidano lo spettatore all’interno della storia, per portare avanti il racconto.
Il punto di vista al cinema, espressione del lavoro di produzione dell’istanza narrante, determinato dalla posizione della mdp rispetto al rappresentato. Tre variabili: angolazione, altezza ed inclinazione della mdp.
Rispetto al piano base si ottengono una serie di varianti, riconducibili a tre famiglie di piani:
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Dal basso ottenuta ponendo la mdp a un’altezza inferiore a quella dell’occhio e inclinando l’asse ottico verso l’alto.
Dall’alto mdp situata ad un’altezza maggiore del soggetto rappresentato, asse ottico rivolto verso il basso.
Angolazioni estreme, finalizzate a particolari effetti:
A piombo (plongée) riprende dall’alto il soggetto rappresentato, ha come funzione quella di diminuire il personaggio, schiacciandolo verso il basso e sovrastarlo, serve ad esprimere un senso di oppressione interiore.
Supine (contre-plongée) la mdp puntata verso l’alto riprende da terra o da una buca il soggetto posta sopra di lei.
L’invenzione di un’inquadratura ravvicinata e molto inclinata nasce perché collega direttamente la concezione impressionista della fotogenia, secondo cui il cinema poteva rivelare la vita segreta in un nuovo linguaggio: un linguaggio di oggetti. Le inquadrature dall’alto erano o soggettive dei personaggi oppure identificandosi con l’occhio impersonale della mdp conferivano agli oggetti una misteriosa aura simbolica.
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L’inquadratura angolata verso l’alto serve ad enfatizzare il soggetto ripreso, ad ingigantire l’importanza all’interno della scena.
Se consideriamo la sua posizione rispetto alla linea dell’orizzonte, l’inquadratura può essere:
Orizzontale o normale la mdp è in piano e i margini superiori ed inferiori del quadro sono paralleli alla linea d’orizzonte
Capovolta usata per inquadrature in soggettiva, per creare effetti insoliti e spiazzanti
Inclinata a destra l’orizzonte scende verso destra in conseguenza dell’inclinazione verso sinistra della mdp
Inclinata a sinistra l’orizzonte scende verso sinistra in conseguenza dell’inclinazione verso destra della mdp
Le prese inclinate, perché innaturali, sono raramente usate ma possono servire a dare forza a un’inquadratura proprio grazie al loro potere squilibrante. Esaltano le composizioni in diagonale dell’immagine:
Diagonale inclinata verso il basso impressione di cadere, scivolare o essere in un equilibrio precario: situazione di instabilità
Diagonale inclinata verso l’alto sforzo di salire, come se fosse oppresso dalla forza gravitazionale
Entrambi sono mezzi per forzare il realismo rappresentativo nella direzione di uno stile visivo si ascendenza impressionista.
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Suddivisione dello spazio in due entità campo e fuoricampo Entrambi vivono in un rapporto di reversibilità: ciò che è in campo può “andare fuori campo” e ciò che non lo è può “entrare in campo” e diventare visibile.
lo spazio in campo (spazio visibile) ciò che viene mostrato. Percepito come facente parte di uno spazio più ampio che lo comprende e che, pur non essendo visibile, gli esiste comunque attorno.
fuoricampo (spazio invisibile) non viene mostrato ma fa comunque parte dell’ambiente circostante. Non si limita a ciò che sta al di fuori dei bordi del quadro, può trovarsi in profondità rispetto al campo inquadrato.
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o spazio nella parte anteriore della scena ma coperto da qualsiasi elemento architettonico che lo copra.
I movimenti “da e verso” vengono attuati nelle entrate e nelle uscite dei personaggi, spostamento degli attori nel fuoricampo posto alle spalle della mdp, è raro perché costituisce un “invasione” di uno spazio solitamente proibito quello occupato dallo sguardo dell’istanza narrante.
Raro anche il movimento da fuoricampo dall’alto possibile solo se giustificato dalla caduta di oggetti o personaggi nel tentativo di effettuare effetti comico-surreali.
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La cornice esclude il mondo circostante ma lo presuppone come suo necessario completamento ha quindi una funzione centrifuga (il mondo attorno ad un quadro).
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lo sguardo, la parola o il gesto di un personaggio in campo che si rivolga ad un altro posto fuoricampo
il suono fuoricampo dialoghi, rumori o musiche che facciano parte dell’universo diegetico del racconto.
Fuoricampo richiamato dall’attore o dalla scena filmati in presa ravvicinata esclude così una parte di essi che quindi rimane “tagliata” fuori campo.
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La composizione è un'operazione di centratura che costituisce un'interazione dinamica fra le masse visive, la loro prossimità o lontananza dal centro. La prospettiva è una ''forma simbolica''.
Fotografia e cinema hanno estrapolato dalla pittura il sistema della griglia basato sulla regola dei terzi.
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sottolineare la centratura, ponendo il soggetto filmato all'interno del rettangolo centrale della griglia (cadrage);
scegliere di decentrare la posizione del soggetto collocandolo vicino a uno dei punti d'intersezione della griglia immaginaria (decadrage).
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• a triangolo, le linee di forza si dispongono nello spazio a triangolo;
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• a cerchio, con le figure disposte a cerchi concentrici;
• a S, quando nell'inquadratura è presente una strada o un fiume.
Una composizione particolare è quella in diagonale in cui i centri di attenzione sono collocati lungo la direttrice di una diagonale che divide l'inquadratura in due semipiani.
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Nella scelta del punto di messa a fuoco bisogna tener presente la regola della profondità di campo o dei due terzi: un terzo della profondità è davanti al soggetto focalizzato e due terzi dietro di esso.
La profondità dipende, oltre che dalla distanza reale tra mdp e scena, dai seguenti elementi:
Lunghezza focale dell’obiettivo la profondità del campo di nitidezza aumenta progressivamente usando obiettivi a focale più corta.
Apertura del diaframma quanto più si chiude il diaframma, tanto più aumenta la profondità di campo di nitidezza.
Fattori che condizionano l’estensione della profondità di campo, perché influenzano l’apertura del diaframma:
Luminosità dell’obiettivo più è luminoso, meno si dovrà aprire il diaframma
Illuminazione della scena più è illuminata, tanto più si potrà chiudere il diaframma, con conseguente aumento della pcd (profondità di campo)
Sensibilità della pellicola una pellicola molto sensibile consente di lavorare con diaframmi più chiusi.
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Soft-focus tonalità morbida, illuminazione diffusa, profondità di campo ridotta, sfrutta il parametro fotografico del flou, mantenendo il soggetto in primo piano a fuoco e sfocando lo sfondo.
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Senso strettamente visivo: Dov’è messa la mdp?
Senso narrativo: Da chi è raccontata la storia?
Queste due concezioni sono accomunate da una domanda: Chi è che vede ciò che noi vediamo? Se consideriamo anche i casi di storie di flashback raccontate da un personaggio della storia (solitamente il protagonista)
si divide in due narratori: il primo è il narratore-voce che racconta la storia ed appartiene al presente, il secondo è il narratore-immagine quello che noi vediamo sullo schermo, narrato dal primo, appartiene allo spazio-tempo del passato.
Punto di vista ideologico, scelto e rappresentata dal modo dall’autore di raccontare la storia e i suoi personaggi; da questa capiamo la posizione morale assunta dall’autore rispetto a questi, racconta senza prendere posizione, senza giudicare, narratore impersonale, narrazione oggettiva
INCORNICIATURA O EFFETTO “QUADRO NEL QUADRO”
Un'altra modalità di composizione è quella che pone in primo piano un oggetto che fa da cornice al soggetto principale; metafora della visione cinematografica detta anche ''quadro nel quadro''. Si trovano composizioni simili in Hitchcock: in ''Psycho'', è il finestrimo dell'auto che iquadra Janet Leigh interrogata dal poliziotto. Un caso particolare di incorniciatura è costituito dalla presenza nell'inquadratura di specchi o superfici vetrate che creano un quadro all'interno del quadro.