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GLI STATI UNITI DAL DOMINIO ECONOMICO ALLA CRISI - Coggle Diagram
GLI STATI UNITI DAL DOMINIO ECONOMICO ALLA CRISI
L'INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE AMERICANE
Alla fine degli anni Venti gli Stati Uniti caddero in una crisi economica gravissima. Negli anni del dopoguerra gli imprenditori, favoriti dal protezionismo e quindi dalla scarsa concorrenza, si erano arricchiti la qualità della vita era peggiorata
Per sostenere le vendite, industrie e banche, indussero gli Americani a far ricorso al credito, ossia a indebitarsi per comprare beni come automobili ed elettrodomestici
LA FIDUCIA NELLA BORSA DI WALL STREET
All'enorme indebitamento di molti americani corrispondeva una fiducia nella Borsa, che prometteva facili ricchezze a tutti.
Mancavano leggi che regolassero gli investimenti, così erano in molti coloro che, pur di acquistare beni o titoli, si indebitavano: nel caso non avessero pagato i debiti, la banca sarebbe diventata proprietaria
Il sistema si reggeva esclusivamente sul continuo aumento del valore delle azioni di Borsa, che saliva perché esse erano comparate di continuo
IL CROLLO DI WALL STREET
Nell'ottobre del 929 la Borsa di Wall Street registrò un impressionante crollo dei titoli dei principali gruppi finanziari e industriali.
Da questo derivò una crisi terribile, la Grande depressione con conseguenze a livello mondiale. Le banche fallirono, perché non potevano più riscuotere i crediti che avevano erogato alle imprese, e i clienti persero i risparmi.
La mancanza di denaro produsse la caduta verticale dei prezzi, con la conseguenza che le merci prodotte non valevano nulla. Le aziende fallirono e licenziarono migliaia di operai
ROOSVELT E IL NEW DEAL
Nel 1932 venne eletto presidente Roosevelt. Egli propose un articolato programma per risolvere la crisi, chiamata New Deal. Gli interventi di Roosvelt in economia si ispiravano alle teorie dell'economista inglese John Maynard Keynes, il quale riteneva necessario che lo Stato intervenisse per sostenere gli investimenti e i salari e rendere possibili i consumi
Il governo federale commissionò grandi opere pubbliche, per le quali si dovevano assumere i disoccupati. Il governo inoltre creò delle commissioni per impedire le speculazioni e svalutò il valore del dollaro sui mercati internazionali
L'INARRESTABILE CRESCITA ECONOMICA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Il primo dopoguerra, per gli Stati Unti, fu di grande sviluppo economico. Gli USA approfittarono dei bisogni dell'Europa: fecero prestiti agli Stati europei per la ricostruzione, aumentando il loro capitale con gli interessi
All'interno degli Stati Uniti si ebbe una forte crescita della produzione, aiutata da una politica statale detta "protezionismo". Il governo impose tariffe doganali molto alte sui beni importanti dall'estero, che quindi sul mercato americano avevano prezzi molto più elevati rispetto ai prodotti nazionali
Questa politica economica favorì la stabilità del dollaro: sulle monete europee pesava anche una fortissima svalutazione, conseguenza di una quantità eccessiva di banconote emesse nel periodo bellico per finanziare le spese del conflitto
LA CRISI ECONOMICA SI DIFFONDE
La crisi fu lunga e profonda e coinvolse tutti i settori economici mondiali, colpendo i Paesi che commerciavano con gli Stati Uniti
La crisi produsse ovunque conseguenze non solo economiche, ma anche politiche, aumentando la fragilità di alcuni governi. Crollò la fiducia nel modello capitalista, basato sugli investimenti in Borsa