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Semiotica A8 - Coggle Diagram
Semiotica A8
- che cos'è il pragmatismo 1904
- alcuni oggetti generali sono reali. non tutti i generali reali, anche quando scarsissime o inesistenti indicazioni dall'esperienza a sostegno della loro assunzioni.
- la realtà dei generali
errore ogg g reali->non nel ritenere che i generali potessero essere reali. imprecisione persino dagli analisti logici più capaci, riguardo alle modalità dell'essere-> esempio, assunzione che ciò che è relativo al pensiero non possa essere reale.
perché no? il rosso è relativo alla vista-> fatto entità sia con la visone in quella relazione che chiamiamo rosso-> non è relativo alla vista; è un fatto reale
rosso= esperienza di vedere il rosso-> legato circuito molto complesso che riguarda-> le proprietà dell’oggetto che noi vediamo rosso= luce che riflette sull’oggetto, e modo in cui noi umani-> certa struttura del cervello recepiamo stimoli e li vediamo come rossi.
->suggerirebbe no immediatezza nel vedere rosso ma lavoro cognitivo-> modo in cui siamo stati programmati= come funziona il nostro apparato percettivo.
->si attiva ancora prima della parola rosso, poi culturalmente si distingue il rosso dal verde-> procedimento rifà alle strutture nominalistiche-> sistemi diversi nomi diversi alle cose.
ci sia un meccanismo complesso che ci fa dire è rosso, no che sia tutto arbitrario-> lavoro di tipo differenziale-> come suo punto di riferimento ha qualche cosa che realmente c’è.
esperienza vedere rosso-> naturalmente fondata, ma non per forza noi intuizione del rosso
L’intuizionismo-> 2° dottrina in discussione= fa capo a Cartesio-> accanto alle conoscenze che noi abbiamo, sono cognizioni determinate da cognizioni precedenti->delle altre idee Cartesio chiama intuizioni= altre idee non determinate da cognizioni precedenti (l’idea di ego, io esisto e so di esistere)
Principio del fallibilismo
le questioni, -> mai dimostrate una volta per tutte-> sempre margine di errore possibile.
dimostrato nome -> Charles Peirce-> nato a Cambridge, ->affermazione-> piccola probabilità-> situazione anomala e che stia sbagliando
-> ricordi bene vissuto in quella casa fin da una tenera età, non ricordo-> esserci nato, per quanto-> nenache in grado di specificare la data esatta in cui una certa persona informato del luogo della mia nascita
molto facile ingannarmi su questo punto; e come faccio ad essere così sicuro?-> sarebbe una teoria priva di plausibilità, ecco tutto
Questo ragionamento-> base realismo negativo di Peirce= non abbiamo accesso diretto alla realtà delle cose-> realtà sempre filtrata-> inferenze che noi facciamo riguardo alle rappresentazioni dell’ambiente ecc.
discussione le nostre credenze->succede qualcosa di anomalo rispetto alle credenze= agiamo seguendo le nostre credenze-> ostacolo che non immaginavamo che ci fosse-> ci autocorreggiamo e autocorreggiamo le nostre credenze, avvicinandoci più alla vera realtà e migliorandoci-> mai toccarla del tutto.
La teoria di Pierce> guardare I meccanismi cognitivi-> in gioco quando qualcuno interpreta qualcosa. -> comunicazione tra persone più avanti-> teoria applicata interazioni fra non soggetti umani, (animali o macchine).
parte teoria della conoscenza, per riferirsi-> alla conoscenza dei segni in senso ampio= principalmente i segni naturali e tiene conto delle specificità dei segni linguistici.
saggi giovanili-> “saggi anti-cartesiani” anni 60 del 800-> capisaldi sua dottrina semiotica-> polemizzando due dottrine filosofiche-> Il nucleo di base del suo pensiero-> i rapporti che vigono tra la realtà, l’interprete e i filtri culturali di cui costei dispone sottoforma di rappresentazioni (non solo linguistiche).
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nominalismo: nulla è generale tranne i nomi-> i nomi comuni non rappresentano nella loro generalità nulla nelle cose reali-> sono mere convenzioni per parlare di molte cose alla volta-> necessità del pensiero umano
Per Pierce: l’idea per cui i concetti generali-> tradizione filosofica definisce “gli universali” del pensiero-> categorie di oggetti, non avrebbero, nessuna esistenza di per se al di fuori delle parole linguistiche che li designano.
->secondo i nominalisti-> idee generali esistono solo in virtù->esistono delle parole che designano questi concetti. =concetti no riconducibili a qualcosa di intrinseco agli oggetti.
I nominalisti ->concetti generali= costrutti mentali/culturali-> corrispondo spesso-> confini creati dalla lingua= nulla di naturale nel raggruppare insieme in categorie generali gli individui->unici enti realmente esistenti nella nostra esperienza.
Pierce-> contrappone a nominalismo, nella versione più radicale, il realismo= dottrina-> idee generali o quelle legate ai generi naturali hanno realtà non esclusivamente linguistica ma ha un aggancio in natura, nella realtà delle cose-> realisti rifiutano l’idea-> la materia dell’esperienza sia del tutto amorfa, c’è qualcosa dentro al mondo stesso-> suggerisce e incoraggia porre i tagli in certi punti.
specie mutano, nascono e scompaiono= concetti generali che definiscono le specie non così artificiosi da essere "nomi puri" o "entità solo mentali". altrimenti-> cambiati a piacere e funzionare sempre-> nulla da "scoprire" ma solo diverse descrizioni(Proni 1990)
Anche Eco riferimento a questa dottrina-> libro “Kant e l’ornitorinco”-> metafora “forse non tagli prestabiliti in natura, ma come delle nervature nel marmo o nel legno-> suggerisco che vale la pena porre il taglio proprio in quel punto-> dove natura sembra differenziarsi anche prima che noi interveniamo con il linguaggio a porre la pertinentizzazione del concetto”
tutto questo no affermare-> nostro linguaggio e nostre categorie si limitano aristotelicamente a rispecchiare un ordine naturale delle cose-> Pierce rivendica questa esistenza reale (una cosa è reale-> è ciò che è indipendente dalla nostra capacità di pensare a quella cosa)
accorgiamo dell’esistenza della realtà quando interagendo l’ambiente esterno-> qualcosa contraddice le nostre aspettative (=rapporto in negativo che noi avere con la realtà esterna)-> linee di resistenza, di Eco= punti falsificanti= qualunque siano nostre categorie di partenza, difronte ad un “no” dall’esperienza falsificante-> indotti riformulare le nostre categorie.
rapporto con la realtà-> mai in maniera dirett tutto-> attraverso la formazione di ipotesi, di inferenze.
intuizione; cognizione non determinata da cognizioni precedenti. verità immediata, indubitabile e autoevidente
Pierce ->non esistono intuizioni-> sono inferenze, cognizioni determinate da cognizioni precedenti
anti-intuizionismo
- non abbiamo autocoscienza intuitiva
- no alcuna capacità intuitiva> distinguere elementi soggettivi della coscienza
- no potere di introspezione
- no pensare senza segni
- no nessuna cognizione dell'assolutamente inconoscibile
- no cognizioni che non siano determinate da cognizioni precedenti
secondo punto: se no possibile distinguere intuitivamente tra esperienza avuta intuitivamente e cognizioni determinate da cognizioni precedenti-> perché pensare che esita questa categoria di intuizioni
per Cartesio l’esistenza delle intuizioni dimostrata-> sentimento di assoluta autoevidenza sentiamo difronte ad un’intuizione. Pierce-> persone diverse assolute certezze che contrastano tra loro.
Anche operazioni cognitive sembrerebbero le più dirette-> frutto di un calcolo logico
inferenze a livello automatico o semi- automatico-> non ci rendiamo conto di compiere i ragionamenti. Ci accorgiamo del processo-> c’è margine per l’errore percettivo-> l’errore soltanto dove c’è la possibilità di un inferenza
l'oggetto del ragionamento-> trovato dalla considerazione di ciò che già conosciamo, qualcos'altro che non conosciamo=ragionamento valido se è tale da condurre ad una conclusione vera partendo da premesse vere
->questione della validità-> solamente una questione di fatto, e non di pensiero. siano; A i fatti asseriti nelle premesse e B ciò che si è concluso->se questi fatti asseriti sono realmente correlati-> se si pongono, ne conseguirebbero generalmente B. se è così' l'inferenza è valida
no questione se, quando le premesse accettate dalla mente, noi sentiamo o no l'impulso ad accettarla; e la conclusione falsa rimarrebbe anche se non potessimo resistere alla tendenza a credere in essa
la verità-> Pierce-> qualche cosa->come suo ultimo aggancio qualche cosa di esterno rispetto alle nostre credenze e pensieri-> realtà delle cose, indipendentemente dalle nostre credenze e dalla forza con cui noi crediamo
noi per lo più animali logici, ma no in maniera perfetta-> naturalmente più ottimista e fiduciosa di quanto la logica vorrebbe.
la logicità nelle questioni pratiche (saggia unione di prudenza e fertilità di ragionamento)= qualità più utile che un animale possa avere-> potrebbe essere il risultato della selezione naturale
costituiti->siamo felici e soddisfatti di noi stessi anche senza nessun conforto dai fatti, -> l'effetto dell'esperienza limitare le nostre speranze e le nostre aspirazioni
laddove speranza non viene controllata da nessuna esperienza il nostro ottimismo è probabilmente fantastico
->per l'animale mente piena di visoni incoraggianti e piacevoli, indipendentemente dalla loro verità; e così in questioni non pratiche la selezione naturale produrre una tendenza fallace del pensiero
quello che ci determina a trarre, da premesse date, un'inferenza piuttosto che un'altra->certo abito mentale o costituzionale o acquisito
particolare ambito mentale che governa questa o quella inferenza, ->formulato in una proposizione la cui verità dipende dalla validità delle inferenze che l'ambito determina=formula=principio-guida di inferenza
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Qual è il meccanismo dell’inferenza? qual è la forma della concatenazione di pensieri che è la caratteristica di ogni inferenza?
struttura elementare di un’inferenza 3 elementi: caso, regola e risultato, due da premesse-> conclusione, conoscenza in più che si ricava dalle prime due.
- caso->occorrenza a cui viene applicata una regola generale-> una mediazione, un elemento che congiunge un caso e un risultato
- risultato-> conseguenza prevedibile dell’applicazione di quella regola a quel caso
elementi diversamente organizzati, a seconda di cosa mettiamo nella posizione della conclusione e delle premesse
- premesse-> caso; la pecora è un ruminante. regola: tutti i ruminanti mancano degli incisivi
- conclusione-> risultato: la pecora manca degli incisivi
- premesse-> caso: la pecora è un ruminante./risultato: la pecora manca degli incisivi superiori
- conclusione-> regola: forse tutti i ruminanti mancano degli incisivi superiori
secondo ->generalizzano le conclusioni di un’osservazione empirica->Aristotele >induzioni. si può sbagliare. singola induzione non significa molto-> raggruppando diverse arrivare a conclusioni più certe.
terza inferenza-> l’abduzione (forse da Pierce), nella conclusione-> il caso. l’inferenza più incerta.
- premesse-> risultato: la pecora manca degli incisivi superiori/ regola:tutti i ruminanti mancano degli incisivi superiori
- conclusione-> caso: forse la pecora è un ruminante *ma non è detto, anche a mio nonno mancano gli incisivi
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