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((UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA terzo lungometraggio, Furono 5 anni per…
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Fu presentato in concorso alla MOSTRA DI VENEZIA ottenendo il GRAN PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA E UN CONSENSO DI CRITICA GENERALIZZATO
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Sul piano del regista Campion sceglie una retorica di impaginazione morbida che tende ad appoggiare lo sguardo della cinepresa a quello della protagonista
modula il suo sguardo sulla base di scelte precise che investono la composizione dell’inquadratura, la luce, il colore e il paesaggio.
la regista tende a distendere il tempo dell’azione, cercando di restituire la qualità percettiva dell’esperienza della protagonista
la narrazione prende quasi la cadenza di un album di ricordi in soggettiva e in movimento, attraverso delle immagini-sonore che cristallizzano il senso di un momento di rapporto forte con il paesaggio
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Nella tessitura della colonna sonora Anita Trivelli mette in evidenza come la partitura sia costruita come un assemblaggio di temi originali neoceltici
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creando un sistema complesso di rime e rimandi che allude all’organicità musicale del linguaggio poetico di Janet Frame
dal brano di Schubert che accompagna la scena del tentato goffo suicidio alla canzone ragtime Somebody Stole My Gal usata insistentemente per evocare il personaggio della sorella Myrtle fino alla canzone popolare Duncan Gray del poeta scozzese del Settecento Robert Burns
- viene evocata nell’immagine lirica di un paesaggio marino, filtrata dallo sguardo collettivo delle sorelledal brano di Schubert che accompagna la scena del tentato goffo suicidio alla canzone ragtime Somebody Stole My Gal usata insistentemente per evocare il personaggio della sorella Myrtle fino alla canzone popolare Duncan Gray del poeta scozzese del Settecento Robert Burns
che viene evocata nell’immagine lirica di un paesaggio marino, filtrata dallo sguardo collettivo delle sorelle
Ci troviamo in un testo filmico pregnanza estetica, politica e produttiva
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Contribuisce a rendere più complesso il quadro di una narrazione globale e transnazionale del cinema contemporaneo
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nella scienza, nella tecnica e nelle condizioni di vita materiale
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MARJORIE ROSEN, JOAN MELLEN E MOLLY HASKELL compiono una prima indagine storica sugli stereotipi del femminile
PAM COOK E CLAIR JOHNSTON mettono in evidenza le esperienze di controcinema che inchiodono la donna nella dimensione del Mito o nel Feticcio
LAURA MULVEY disse che il cinema classico è costruito per il solo piacere dello spettatore maschile: se l’identificazione è il riconoscimento di sé nell’immagine del proprio simile è chiaro che, poiché è il personaggio maschile a dominare la scena, con l’azione e lo sguardo, solo l’uomo in sala potrà identificarsi con l’eroe
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Con LEZIONI DI PIANO vince ex-aequo la Palma d’Oro a Cannes, prima regista nella storia del festival.
La corporeità femminile esprime un’esigenza profonda di autoaffermazione e secondo modalità riconoscibili, tra cui un’attenzione per certi dettagli fisici che si caricano di particolare intensità espressiva (piedi, mani, occhi, capelli).
attraverso il lavoro sulla luce, sul colore e sulla composizione formale, esprime anche un’istanza di autoriflessività riconoscibile, spesso amplificata dal lavoro sulla musica, che dà forma poetica a questi momenti di autorivelazione e conoscenza del sé di cui sono costellati i suoi film.
Le atmosfere cupe e oppressive che dominano nei film di Campion sono state lette anche in relazione alla tradizione del romanzo gotico