DIOCLEZIANO E LA RIORGANIZZAZIONE DELL'IMPERO
LA RIFORMA FISCALE E LE FORME DI CONTROLLO SOCIALE
IL RAFFORZAMENTO DEL POTERE IMPERIALE
LA PERSECUZIONE CONTRO I CRISTIANI
LA CRISI E LA PIANIFICAZIONE ECONOMICA IMPERIALE
(284) Il potere era passato nelle mani di Diocleziano, un soldato dalmata di umili origini che era riuscito a ripristinare l’ordine nell’impero e a difenderne efficacemente i confini
Quello di Diocleziano fu un poderoso tentativo di conservare l’unità dello Stato, rafforzando il potere imperiale e facendolo evolvere verso forme di monarchia assoluta
l'imperatore cessava di essere il primo magistrato dello Stato, per diventare il solo dominus (“signore”) dell'impero
Il centro di ogni legittimità divenne la corte dell’imperatore, ma, per esercitare realmente il potere, egli doveva disporre di un esercito forte e di uno stuolo di funzionari fidati
La riforma fondamentale di Diocleziano fu quella fiscale
Per avere un’amministrazione accorta, lo Stato doveva contare su proventi fissi, che consentissero di programmare le spese; perciò fu calcolata per ogni provincia la quantità di terra coltivabile
a ogni estensione di terra doveva corrispondere in cittadino da tassare
Lo stesso accadeva per le città: gli abitanti liberi delle città, detti “curiali”, erano responsabili collettivamente del pagamento delle imposte
Lo Stato finì per imbalsamare la società; perciò fu vietato sia ai coloni sia ai curiali di cambiare residenza
Inoltre, per garantire che le entrate restassero stabili nel tempo, si fece in modo che alla morte di un contribuente ne subentrasse un altro con identici doveri fiscali
L’inflazione continuò a crescere, al punto che nel 301 Diocleziano decise di imporre un calmiere (ovvero un prezzo massimo) su circa mille prodotti, allo scopo di limitarne i prezzi
Tuttavia, il risultato fu che le merci a prezzo politico scomparvero dal mercato e che si alimentò un mercato di contrabbando dove i prezzi erano ancora più alti; per questa ragione il provvedimento venne presto abolito
A un sistema privo di regole in cui l’economia era lasciata a se stessa, Diocleziano sostituì ciò che potremmo definire “un’economia pianificata” dal potere politico, cercando di condizionare l’attività produttiva e di fissare per legge i prezzi delle merci
Il risultato però non poteva essere che catastrofico, anche perché le cause dell’impoverimento generalizzato erano ben più profonde
La politica di Diocleziano mirava a controllare ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e religiosa
Il cristianesimo, ormai diffuso, con i suoi numerosi adepti rappresentava una minaccia
Diocleziano avviò quindi una nuova campagna di persecuzioni anticristiane
A questi provvedimenti seguì un'ondata di arresti e condanne a morte, che però non impedì ugualmente la diffusione del cristianesimo