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X AGOSTO - Coggle Diagram
X AGOSTO
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla arde e cade,
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Ora è là, come in croce, che tende
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e il suo nido è nell’ombra, che attende,
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Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
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E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
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San Lorenzo, io so perché (oggi) così tante stelle splendono e cadono nel cielo tranquillo e perché un così grande pianto brilla nell’orizzonte concavo della notte.
Una rondine stava tornando al tetto, la uccisero e cadde tra i rovi: nel becco aveva un insetto, la cena per i suoi piccoli.
Adesso è lì, con le ali aperte come in croce, e dal becco porge ancora il verme al cielo lontano. I suoi piccoli, nel nido, continuano ad aspettarla nell’ombra e pigolano sempre più piano.
Anche un uomo stava tornando a casa: quando lo uccisero disse “Perdono” e nei suoi occhi aperti rimase un grido; portava con sé due bambole, in regalo.
Ora lì, nella casa solitaria, lo aspettano inutilmente: il suo corpo immobile e attonito mostra le bambole al cielo lontano.
(Ecco perché piangi:) Tu Cielo, infinito e immortale, dall’alto dei mondi sereni in cui risiedi inondi di stelle questo nostro mondo, un atomo opaco fatto di dolore.
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